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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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146. AL SOMMO PONTEFICE CLEMENTE XIII.

Gli dedica una sua operetta in difesa del suo sistema sul probabilismo, accennando il fine ch'ebbe nel comporla e nell'umiliarla a Sua Beatitudine.

 

 [SANT'AGATA, ANNO 1765.]

 ALFONSO MARIA DE' LIGUORI.

Quel motivo che indusse Mgr di S. Ponts a scrivere, nella sua celebre Lettera a Mgr di Soissons, le parole che qui sieguono. Son cessati i maestri della morale rilasciata, ma ad essi son


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succeduti nuovi maestri le massime de' quali sono molto più insoffribili ponendo gli uomini nella disperazione. Altro esse far non potrebbero che introdurre la corruzione de' costumi. Il numero di coloro che scusano il loro cattivo costume con questo rigorismo che oggi regna e addosso alla Morale il numero (dico) di questi tali è molto maggiore del numero di coloro che han preteso di scusarsi coll'autorità della Morale rilasciata;- quello stesso motivo m'indusse, tre anni sono, a dar fuori una mia Dissertazione circa l'uso moderato dell'opinione probabile appunto per non vedere illaqueate le coscienze di molte anime, con gran pericolo della loro eterna salute, dall'obbligo che alcuni scrittori oggi vogliono, secondo il lor rigido sistema, esser di precetto grave di non poter seguire in tutte le azioni umane altre sentenze, se non quelle che sono moralmente certe a favor della libertà. Nella mentovata mia Dissertazione, credetti aver provata evidentemente la sentenza da me difesa coll'autorità de' teologi e specialmente di S. Tommaso l'Angelico; e così ancora han creduto meco quei savi che l'han letta e considerata con attenzione e senza passione.

Ora, avendola poi veduta acremente impugnata da un Rev. Religioso e Lettore sotto il nome finto di Adelfo Dositeo, ho stimato necessario di rispondere, e penso che questa mia Risposta renderà più chiaro il punto controverso, poich'ella farà conoscere la debolezza delle opposizioni, che alle mie ragioni ha fatte l'avversario.

Io mi protesto che, in tutto quello che ho scritto in questa materia, altro non ho pretesopretendo se non che si scovra la verità di questa gran controversia, dalla quale dipende la buona o mala direzione delle coscienze di tutti i Fedeli.

Pertanto, siccome mi diedi l'onore di dedicare negli anni passati l'opera della mia Teologia morale al Sommo Pontefice Benedetto XIV, vostro antecessore; così al presente mi prendo l'animo di presentare ed umiliare a' piedi della V. Santità questa mia operetta, come un'appendice dell'Opera suddetta, acciocché si degni di darle un'occhiata ed anche di correggere,


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moderare, o cassare ciò che in essa conoscesse forse che non fosse conforme alle massime del Vangelo ed alle regole della cristiana prudenza.

Imploro dal Signore alla Santità Sua lunga serie d'anni per lo bene di tutto il mondo cristiano.

Conforme al foglio stampato a capo dell'Apologia ecc., pubblicata a Venezia l'anno 1764.

 




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