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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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180. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Gli chiede copie d'un suo libretto e gli parla d'altra opera.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 19 NOVEMBRE 1766.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Di nuovo mi sono consolato con ricevere l'ultima sua lettera del di questo e sentendo che la ristampa della Morale già si sta tirando, la quale si sta aspettando da molti.

Io tengo alcuni suoi denari ricavati da' libri, ma aspetto di raccogliere una somma più notabile per poi inviarcela.

Prego V. S. Illma a farmi la carità, cioè a far fare diligenza da' suoi giovani, se nella stamperia vi sono rimaste ancora copie di quel mio libretto, ch'ella fece stampare anni sono, nominato Meditazioni per otto giorni di esercizî, colle Riflessioni [ed affetti divoti] sulla Passione di Gesù Cristo; perché, se ne sono rimaste, avrei a caro che me ne mandasse un paio di centinaia con avvisarmi il costo.

La mia opera contra i materialisti, deisti ecc sta a buon porto: resta da stampare la terza parte, per la quale temo di trovare qualche intoppo con questi miei revisori di Napoli1; perché in fine vi sono due capitoli, ove difendo la superiorità del Papa


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sovra i concilî e la sua infallibilità in tutte le definizioni di Fede; ma perché oggi, secondo la moda, corrono le massime francesi, temo da qualche amico del partito che non mi si faccia qualche contraddizione. All'ultimo, se trovo contraddizione, manderò l'opera, e questi due capitoli dell'opera specialmente, a farli stampare da V. S. Illma.

Tempi miserabili! Non possiamo neppure difendere forse l'autorità del nostro comun Padre e Vicario di Cristo. Ora faccia Dio!

La prego ad avvisarmi, da quando in quando, a quale stato si trova la ristampa, e mi comandi perché desidero servirla.

Resto con tutto l'ossequio rassegnandomi

Di V. S. Illma

Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Erano D. Giovanni Battista Gori, revisore ecclesiastico, e D. Giuseppe Simioli, revisore regio. Entrambi approvarono, ma l'uno il 1° e l'altro il 26 maggio 1767, cioè dopo sei buoni mesi; di che giustamente più d'una volta il Santo si lamenta degli intoppi e ritardi che incontrava per la revisione.




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