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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
197. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.
Gli dice della vendita della 6a edizione della Morale e dei pregi di questa; e dettogli perché non può dare in luce un'operetta apologetica contro un certo libro, gli manifesta di ridurla ad altra forma e nel caso gliela propone per la prima stampa.
Io per grazia di Dio, già son ben ristabilito dalla mia lunga infermità patita.
Il libro dell'Istruzione al popolo io ce l'inviai per il Sig. Moschini, e mi meraviglio come V. S. Illma non l'abbia ricevuto ancora. Mi avvisi se vi è strada più sicura di quella di Moschini, perché per quella l'invierò Un altra copia.
In quanto alle Morali, ho cominciato a smaltirne alcune; ma taluni, dopo che mi hanno detto più volte: quando viene questa Morale, quando viene? ora, o perché loro è passata la voglia di studiare, o per la miseria in cui si vive in queste nostre parti per quest'annata così scarsa, non si curano di pigliarla. Basta; io non lascio diligenza di farle smaltire. Ora ho pensato di far mettere agli Archivi di Napoli questa nuova edizione, perché gli avvisi vanno poi per tutto il nostro regno.
Del resto, questa nuova ristampa è venuta al presente così piena di dottrine nuove e nuove notizie, che difficilmente si troverà una Morale migliore; perché, nelle Morali antiche degli altri autori, non vi possono essere le notizie nuove che sono in questa.
Prego V. S. Illma (quando però vi sarà la comodità di dover mandar in Napoli altre stampe) di mandarmi una diecina o dozzina di quel libretto del [Gran] mezzo della Preghiera da V. S. Illma fatto stampare, come la pregai in un'altra mia lettera.
Resto con tutto l'ossequio rassegnandomi, di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
[P. S.] In quanto poi alla Risposta, ch'io avevo fatta contro il libretto francese; (non già contro Carminati1, perché Carminati ha scritto esso ancora contra il Francese ed ha scritto molto bene, ed io da qui l'ho ringraziato, ed esso con molta cortesia mi ha risposto); in quanto dico alla mia Risposta, ch'era più breve e calzante, in Napoli i revisori non vogliono mettersi neppure a rivederla; onde io ne avevo fatto componere alcuni fogli, ma bisogna che ora tenga mano; ed anche lo stampatore teme di finirlo, stanti le controversie che al presente vi sono tra la Corte di Napoli con quella di Roma.
Io pensavo questo libretto, che non era più di cinque o sei fogli, di mandarlo a farlo stampare da V. S. Illma; ma in ciò ho molto timore, perché già in Napoli tra letterati si è sparso ch'io volea stampare questa Risposta; se poi la vedono venuta da Venezia, benché fosse con nome finto, subito si conoscerebbe che questa è la Risposta mia. Ed in Napoli poi vi è un sommo rigore per quelli autori che, essendo loro proibito di stampare qualche opera, la mandano a stampare fuori del regno; e cosi bisogna ch'io m'abbia pazienza. Ma la Risposta mia era molto calzante.
In quanto all'Istruzione che vuole tradotta in latino, voglio veder di servirla; benché per ora voglio dar di mano a cominciare quell'altro libro divoto della Pratica di amar Gesù Cristo.
Ho inteso poi di raccogliere qualche altra cosa speciosa per l'altra edizione che mai s'avesse da fare della Morale.
Fra l'altre cose che volevo inserire nel mio libretto contrastato della Podestà Pontificia, era una breve dissertazione sovra l'inique opinioni che prima correano del Tirannicidio: ch'è una bella fatica, dove ho ristretto in sostanza quanto si può dire sopra questa materia.
Se questa operetta l'avessi tenuta fatta prima, l'avrei fatta inserire in quest'ultima edizione della Morale, ma questa l'ho fatta appresso. Se mai V. S. Illma stimasse bene d'inserirla al presente, mettendola all'ultimo dopo l'Epitome, io la tradurrei in latino (perché l'avevo fatta volgare) e la manderei.
Soggiungo: posto che non posso più stampare qui il libretto contro il Francese, né posso stamparlo neppure costì (perché già si sa per Napoli il mio libretto, e subito farebbero il sospetto) ho pensato di fare un libretto contra Giustino Febronio1, il quale scrive quasi le stesse cose del Francese. Avrei però da mutare quasi tutta l'opera fatta.
Se V. S. Illma si compiacesse poi di farlo stampare costì, anche a spese mie, imprenderei a far di nuovo la fatica; mentre ora in questa materia ho trovato altre belle cose, che non avevo trovate prima, quando feci il libro della Fede. Ma similmente pure, dovrò farlo stampare sotto nome finto. Prego V. S. Illma a scrivermi il suo sentimento se si compiacerebbe di farlo stampare.
Il libretto similmente non verrebbe più di sei o sette fogli.
E mi scriva ancora come lo desidererebbe, se latino o toscano.
Aspetto la sua risposta, perché dopo quella, darò di mano.
Conforme all'originale che si trova nella biblioteca comunale (Bertoliana) di Vicenza.