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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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206. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Addoloratissimo d'una proibizione del governo di Portogallo, per i danni che ne possono derivare alla Chiesa e alle anime, gli raccomanda di tenernelo informato, parlando insieme del modo di salvare le copie della Morale, in quel regno spedite.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 1 GIUGNO 1768.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Ricevo da V. S. Illma la bella notizia di Portogallo, d'essere proibiti tutti i libri di Morale, dove si parla della Bolla Caenae della proibizione de' libri.

Dunque da oggi avanti non vi saranno più libri proibiti! Si potranno leggere liberamente i libri di Lutero, di Calvino ecc.

Dunque par che si pigli la mira di abolire la Sede Romana ed anche di spiantare la Fede.

Io fo fare orazione a tutti i servi di Dio per le cose della Chiesa. Temo di qualche gran castigo; ma non posso credere che le altre Corti abbiano da proibire tutti i libri dove si parla della Bolla Caenae, perché tutti i libri di Morale parlano della Bolla Caenae. Dunque si hanno da levare dal mondo tutti i libri di Morale, ed anche Concina, Natale Alessandro, Antoine, Pontas, P. Colet e tutti gli altri. Dunque non si ha da studiare più Morale, oppure per studiarla si hanno da componere tutti libri nuovi. Son cose, quelle che si sentono, che fanno stordire.


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In quanto al rimedio per le copie mandate in Portogallo, non ci è altro rimedio se non quello che ha pensato V. S. Illma: di far levare quelle carte dove si parla della Bolla Caenae della proibizione de' libri.

Della Bolla Caenae si parla al tomo III, alla pagina 1031, dove si hanno da togliere due carte. E vero che viene a levarsi anche un buon pezzo dove si tratta della percossione del chierico, ch'è un punto molto importante, dal num. 277 a 280; ma non ci è altro rimedio per non vedere bruciato tutto il libro.

E così ancora, al I tomo, si avrebbe da togliere l'Appendice III, dove sta la Dissertazione della proibizione de' libri, che importano cinque carte, cominciando dalla pag. 67 sino alla pagina 76 inclusive.

Ma la prego di avvisarmi di tutto quello che saprà intorno a questa proibizione; perché mi pare una cosa impossibile il voler proibire tutti i libri di Morale; perché in tutti è nominata la Bolla Caenae, nel primo capo della quale vi è la proibizione de' libri eretici, ch'è una materia così necessaria nella Morale.

Il Signor mi mantiene regalato, da 15 giorni, con dolori interni che mi hanno pigliato quasi mezza vita. É stata grazia di Dio che giusto mi ho trovata finita l'operetta consaputa; altrimenti poco avrei potuto più faticarvi; ma, come dico, giusto me l'ho trovata finita. Resta che riveda certe poche carte, e nella settimana entrante senza meno ce l'invierò dentro una scatoletta.

In due mie lettere ho scritto che, insieme cogli scritti, avrei mandata una lettera finta che non significava niente. Ma ho pensato meglio di non mandarla più questa lettera finta; acciocché la cosa vada più semplice; mentre sto col timore che, se aprono la scatoletta, prenderanno gli scritti e li bruceranno. Faccia Dio!

Non si scordi di avvisarmi tutte le notizie che riceverà, così da Portogallo come dall'altre parti, intorno alla proibizione delle Morali. Ma non posso credere mai che abbiano da proibire, in tanti regni, tutti i libri di Morale che saranno più milioni. In


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somma avremmo da regolarci co' libri di Arnaldo e di Quesnellio. Prego Gesù Cristo ch'esso ci ponga rimedio.

Resto rassegnandomi

Di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

 

[P. S.] Si è discorso con amici che cosa potrebbe farsi circa le Morali. Potrebbe mettersi dai librari, che tengono ivi in Portogallo le copie trasmesse, una carta incollata sopra tutto il capo dove si tratta della Bolla Caenae, perché l'Appendice della proibizione de' libri, quella si toglierà per intiero.

Del resto, il mezzo più sicuro pare che sia di stampare di nuovo quelle carte che contengono il trattato della Bolla Caenae, levandone intieramente quell'articolo che sta al III tomo, pag. 103, cominciando dal num. 281 sino al 310, e ripigliando a metterci il capo III De suspensione, alla pag. 106, num. 312. E vero che vi mancheranno per mezzo tutti questi numeri; ma poco importa, ne vi è altro rimedio per ora, per non perdere tutte le copie. Quando poi si ristamperà, allora si aggiusteranno come debbono camminare li numeri, così marginali, come delle pagine. L'Appendice poi della proibizione de' libri si leverà per intero, cioè quelle cinque carte, e non importa che ve ne resti un pezzetto, alla pagina 77 del primo tomo.

La balletta della Preghiera non comparisce ancora.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Nella 6a edizione.




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