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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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231. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI

Gli annunzia il buon esito dell'esame fatto in Napoli del libro sul Concilio di Trento, per animarlo alla ristampa, e accusata gli ricevuta dei libri spediti, torna a dire della proibizione del Portogallo e a raccomandare l'esatta revisione dell'Homo Apostolicus.

 

ARIENZO, 14 DICEMBRE 1769.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Nella settimana scorsa, ho scritto già a V. S. Illma che le aggiunte già le sono state mandate dal Sig. Moschini, come il medesimo mi ha accertato. Spero a Dio che non si perdano per la via e non si guastino per ragione delle piogge; ché molto mi dispiacerebbe in dover fare da capo la fatica, che

 

 


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mi ha costato molto per la ragione dello stato miserabile in cui mi trovo.

In quanto al libro del Concilio di Trento, oltre di quello che le scrissi nell'altra mia, esser vero il dispaccio, ma che non aveano trovato niente per poterlo proibire; dopo quella mia lettera, ho saputo che se n'è fatta relazione speciale alla Corte che il mio libro è affatto innocente. Onde V. S. Illma lo stampi allegramente, perché non vi è paura. E frattanto il mio libro è sano e salvo, e tuttavia si vende tra i librari.

Appunto oggi mi è capitata la balletta de' libri di Manfredonia, che per ricuperarla mi è costata una buona spesa; perché sono due some di stampe. Io ancora le ho da aprire.

Di nuovo poi la ringrazio delle copie regalate, seconda la lettera di V. S. Illma che ancora conservo.

L'altre copie poi vedrò, come meglio posso, di farle smaltire; perché stando io così inchiodato a letto ed avendo perduto il P. Ferrara, non so come fare per lo smaltimento. Basta: vedrò di fare tutto quello che posso. Penso però che l'Istruzioni [al popolo] latine qui difficilmente si troveranno tutte a smaltire, perché più piace il volgare che il latino.

Ho letta la carta di Portogallo per la Morale. Manco male che se ne trovava smaltiti 54 corpi. Ma io non posso darmi pace come e perché la mia Morale avea da essere proibita, quando io son contrario alle dottrine principali de' Gesuiti, come le scrissi nell'altra mia.

Perdoni se la terza o quarta volta le raccomando il revisore delle aggiunte all'Homo Apostolicus, perché le aggiunte sono di carattere un poco scabroso. Se il revisore non è molto attento ed intendente anche del latino, vi verrano mille errori.

La prego poi di avvisarmi subito, quando riceve le dette aggiunte. E la riverisco con tutto l'ossequio.

Di V. S. Illma

Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma

 




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