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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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257. AL SIG. GIAMBATTISTA REMONDINI.

Lo avvisa della spedizione dell'opera suddetta, dandogli alcuni avvertimenti per la stampa; chiede alcune notizie e copie di libri, e fa altri avvisi per la ristampa della Morale, che prega però a trattenere.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, 15 GIUGNO 1772.1

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Io già ho mandato in Napoli al Sig. Moschini l'Opera mia dell'Eresie colle loro confutazioni in tre tomi in- , benché piccioli. Spero che la gradirà e la darà presto alle stampe; mentre questa sarà l'ultima opera mia faticata, essendo io già vicino alli 77 anni, onde bisogna che pensi solamente alla morte.

In caso però che V. S. Illma non volesse stamparla, me l'avvisi.

Faccia avvertire al compositore che, nel secondo tometto, vi è un aggiunta, o sia una nota, che si ha da mettere di sotto, a carattere più piccolo colla chiamata d'una stelletta.

La detta aggiunta la troverà alla della pagina 586 in una carta sciolta, dove sta stampato tutto quello che si ha da mettere nella detta nota; e non si maravigli di vedere la detta carta sciolta tirata di segni e quasi cassata, perché ciò è succeduto per errore. Del resto, la stampa sta bene distinta e ben si conosce tutto ciò che si ha da mettere nella detta nota. Ma bisogna che il revisore vi stia con un poco di attenzione. Io le scrivo questa per suo avviso; ma V. S. Illma insieme coll'Opera, che già mando al Sig. Moschini, riceverà un'altra lettera mia.

Sto aspettando poi la notizia del prezzo dell'opera dell'Istoria dei filosofi, o della filosofia, stampata in Lucca, della quale


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ho ricevuti già cinque tomi, ma aspetto il tomo sesto che si gratis, come mi fece intendere il mercadante Signori in Napoli, il quale mi disse ancora che in quanto al prezzo me l'intendesse con V. S. Illma; e sono due corpi, uno per me e l'altro per D. Felice Verzella, ch'è stato mio segretario.

Torno poi a scrivere, e la prego ad avvisarmi, se quel libretto, che mi è venuto da Venezia del preposito di Bergamo, Cornaro, sulla Passione di Gesù Cristo, me l'ha mandato V. S., o no. Sento che me l'abbia mandato uno de' signori Remondini, ma non tiene il nome di V. S. La prego, se mai lo sapesse, ad avvisarmelo; acciocché gli possa corrispondere il prezzo che costa, o pure ringraziarlo della cortesia.

La pregai ancora che, quando vi fosse comodità, mi mandasse venti o trenta libri della mia Dommatica sopra il Concilio di Trento; giacché per mia disgrazia V. S. ordinò a suoi giovani che mi mandassero quest'Opera, e quelli per abbaglio mi mandarono l'opera [della Verità] della Fede; e ciò non lo metta più in dubbio, perché si sono visti e revisti, e sono della Fede non già della Dommatica. E le scrissi ancora che mi mandasse insieme un'altra cinquantina di quel libretto picciolo: Esercizî per otto giorni. Il libro della Dogmatica, avevo impegno di regalarne uno ad un amico di obbligazione, ed in Napoli non l'ho potuto trovare, perché in Napoli tutti sono finiti.

La prego poi, quando riceverà l'Opera delle Eresie, ad avvisarmelo subito, per mia quiete. In quest'opera, ritroverà più altre aggiunte di dentro, scritte a mano, che non vi stanno nell'opera stampata in Napoli.

Resto con tutto l'ossequio rassegnandomi Di V. S. Illma

Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

 

[P. S.] Di più le ho da avvisare una cosa molto importante. Io ho pensato di togliere dalla mia Morale il testo di Busembaum mentre questo autore di presente si è renduto troppo


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odioso; e molti forse sdegnano di comprarsi il mio libro, perché vi è inserito il testo di Busembaum, e facilmente per la stessa ragione è stato proibito in Portogallo. Pertanto V. S. Illma tenga mano e trattenga a ristampare la Morale, perché voglio levarne il detto testo; ma per fare ciò, mi bisogna un poco di tempo, per aggiustare il corso delle dottrine, acciocché non venga una cosa sconcertata.

Le ultime Morali che V. S. mandò in Napoli, come sento, già son finite; onde se avesse comodità di mandarne altre, buono sarebbe, e le potrebbe mandare insieme coi libri della Dommatica ed i libretti degli Esercizî.

Se mai fa stampare il libro delle Eresie, avverta al compositore che stia bene attento a quelle aggiunte che vi sono.

Non mando in questa settimana l'opera delle Eresie, perché ho da mandare in Napoli a pigliarne li frontispizi e sommari che vi mancano; manderò nell'altra settimana.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Questa lettera porta la data della precedente, perché una fu mandata per la posta, l'altra unitamente coll'Opera.




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