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S. Alfonso Maria de Liguori Lettere IntraText CT - Lettura del testo |
277. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI
Accusa ricevuta d'una riposta e parla dei libri e della loro vendita.
[ARIENZO, PRINCIPIO DI AGOSTO 1773.]
Oggi appunto ricevo la sua, e subito ho scritto al Sig. Oronzo Noè che mi avvisi se ha ricevute le 50 Morali, o che me l'avvisi subito, quando le riceverà.
Queste 50 Morali poi, penso di darle a' nostri librari a vendere, perché quelli che le avean cercate son pochi; ma spero che i librari non avran difficoltà di pigliarle a vendere: tanto più che lo sconto del 40 per 100 va tutto a beneficio loro, e tanto più che, in Napoli, di queste mie Morali si cercavano e non se ne trovano più. E subito che riceverò il prezzo, lo farò capitare in mano del Sig. Moschini.
Godo poi che manderà appresso l'opera dell'Eresie, ma la prego di commetterla a qualche libraio di Napoli; mentre, come le ho scritto più volte, io non ho modo qui di smaltire i suoi libri, mentre i preti miei non hanno voglia di legger libri.
In quanto poi alle opere rimaste in Napoli, mi avvisa il mio fattore che ha parlato con più persone, ma con niuna si è concluso ancora; perché le vogliono pagare troppo poco, ed io non voglio che si buttino.
Io mi sento affliggere, perché vorrei che andassero bene tutti i suoi interessi; ma son povero cionco, e non posso andare in Napoli. Se vi potessi andare, potrei meglio trattar la faccenda. Basta: farò come meglio posso. Ma per le Morali non dubiti; perché in Napoli, fra le Morali che più si vendono, sono le mie, e già da più tempo non ve n'erano più.
Mi dispiace dell'infermità del Sig. Giambattista, e pregherò il Signore di cuore per la sua sanità.
E con ciò resto con tutto l'ossequio rassegnandomi
Di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero
ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.
Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.