290. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Gli manda la Traduzione de' Salmi e, per sua quiete, domanda il prezzo di un'opera e la ricevuta della spedizione fattagli dei libri.

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

ARIENZO, A' 28 SETTEMBRE 1774.

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Mando a V. S. Illma il libro della Traduzione de' Salmi, che mi costa la fatica di più anni, e mi ha posto in pericolo forse di perdere la testa, per la fatica in leggere tanti espositori ch'erano di diversi pareri. Ce lo mando, perché so che V. S. Illma lo desiderava.

Del corpo delle Vite de' filosofi di quel Padre Celestino (l'abbate S. Fedele, se non erro) io aspettavo il sesto tomo, cioè l'ultimo, per pagarlo tutto insieme; perché ne ho ricevuto già cinque tomi. L'ho dimandato al suo corrispondente in Napoli, che tiene la casata Signori, e mi dice che il sesto tomo non è uscito ancora.

Io non so che fare; perché sto colla morte imminente, e non vorrei morire con questo scrupolo di non lasciar pagati li cinque tomi che tengo. Mi dica che ho da fare.

La prego ancora, per mia quiete, ad avvisarmi se V. S. Illma;ha ricevuti sinora i libri suoi da Moschini, a cui feci consegnare tutti quelli che erano.

Resto riverendola, e mi comandi in tutto quello che vaglio per servirla. Dico ciò, perché ogni lettera che ora scrivo, penso

che forse sarà l'ultima, per l'età cadente in cui mi trovo di 79 anni; e mi rassegno

Di V. S. Illma Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA, vescovo di Sant'Agata.

[P. S.] Il libro de' Salmi, l'ho consegnato al Sig. Moschini acciocché ce lo mandi.

Conforme ad una copia.