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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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313. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Ancora dei piccoli cangiamenti per la Morale, e accusando ricevuta d'alcuni libri, ne chiede i tomi mancanti ed una copia d'una sua opera, dandogli infine notizie della Congregazione..

 

PAGANI, 19 GIUGNO 1777.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Ho ricevuta la sua stimatissima delli 7 giugno, e va bene che V. S. Illma seguiti a scrivermi per Fratello Ilardo in Napoli.


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In quanto alle note che dovevo aggiustare, trovandomi già incamminato ad aggiustarle, io, per non perdere le specie della materia e non interrompere la fatica, e far nuova fatica per ricuperare le specie designate, ho già compita l'opera, prendendo una copia della Morale che tenevo qui per uso mio. Quando poi vi sarà la comodità, riceverò l'altra copia per via di Cervone. Intanto conservo la copia aggiustata come dovrà ristamparsi; e quando ce la manderò, secondo l'avviso che avrò da V. S. Illma, le manderò insieme il foglio dove ho notate le cose aggiustate, le cose levate, le cose aggiunte e tutto l'altro che mi è occorso di riformare.

Non importa che per ora ella non ha necessità di far la ristampa; spero non però che ne verrà l'occasione di farla, almeno prima che mi giunga la morte.

Si assicuri intanto che l'opera ora è venuta migliore di quella che era: ella è venuta alquanto più breve, perché son tolti più fogli, ed all'incontro si sono aggiunti più fogli, che la rendono assai più desiderabile a' compratori, secondo lo genio corrente [qui mancano due righe].

Ricevei di quell'autore Noghera due tomi da V. S. Illma: uno della dogmatica, l'altro della potestà suprema del Papa; e molto mi piacquero, e di nuovo ne la ringrazio; ma oltre di quelli due tomi non ne ho ricevuti altri. Così anche del P. Patuzzi ricevei tre tomi e non altri, e desideravo averne il compimento, se mai la cortesia di V. S. Illma vuol favorirmelo. E quando mi favorisse gli altri tomi, la pregherei a mandarmi alcune copie del libro della mia Dommatica, perché qui in Napoli non se ne trovano e son quasi tutte finite.

La ringrazio che ha scritto al Sig. Moschini; acciocché non faccia difficoltà di prendersi la mia Morale, quando io riceverò l'avviso da V. S. Illma. E con ciò resto con tutto l'ossequio confermandomi

Di V. S. Illma

Divmo ed obblmo servitore vero

ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, vescovo.


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[P. S.] Sappia che la mia Congregazione ha ricevuto nuove fondazioni nella Romagna, e specialmente una nella città di Frosinone, ed ultimamente un'altra nella città di Benevento, dentro il regno di Napoli; mentre il Papa ed i Prelati di Roma molto ci favoriscono1.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 

 




1 Si è già detto, nella Corrispondenza generale, vol. II. lett. 861, pag 433, di questo collegio concesso alla Congregazione. Qui giova riferire la lettera, colla quale il Sommo Pontefice rispondeva ai ringraziamenti avutine dal Santo, parlandosi in essa anche del libro in difesa della S. Sede, di cui si è fatta menzione nella lettera 307, pag. 489.

 Pius PP. Sextus.

Venerabilis Frater salutem. In maximis molestiis, quibus difficillima Pontificatus administratio redundat, tum aliquid solatii et voluptatis percipimus, cum Nobis oblatam occasionem esse intelligimus gratificandi iis, qui sua studia suamque operam atque industriam ad bene merendum de christiana republica conferunt. Quare admodum laetati sumus, potuisse Tibi Tuaeque Congregationi Collegium Beneventanum suppressae Societatis, ejusdemque bona et redditus omnes in perpetuum Apostolicae vi auctoritatis concedere; quod quidem non tam commendatione et precibus dilecti Filii nostri Cardinalis Francisci Banditi (quem honoris et amoris causa nominamus) quam sponte ipsi nostra, non gravate, sed libentissime praestitimus. Non enim ignoramus assidua religiosarum virtutum exempla et praeclara doctrinarum praesertim sacrarum documenta, quibus Tu ipse Tuique alumni commendantur, ut singularia nostrae benignitatis praemia demeruisse videantur. Litterae igitur Tuae, quibus de hoc beneficio obsequentissimas gratias agis, perjucundae etiam Nobis et gratissimae acciderunt, et dilectum Filium sacerdotem Fabritium Ciminum, quem huc allegasti ut totum negotium cum Nostro Nostraeque Apostolicae Camerae Thesaurario rite conficiendum curaret, omni benevolentiae significatione prosecuti sumus. Librum autem, a Te, vel ista gravescente aetate, ad Apostolicae Sedis dignitatem atque authoritatem tuendam conscriptum, sed animi numquam in exequendis Religionis officiis defatigati testem pulcherrimum, perbenigne accepimus, lecturi aliquando si per occupationes, quibus distinemur, liceat. Quod reliquum est, Apostolicam Benedictionem Tibi Tuisque,Venerabilis Frater, impertimur.

-Datum Romae, apud S. Petrum, Idibus Maii MDCCLXXVII, Pontificatus Nostri anno III.






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