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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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324. AL SIG. GIUSEPPE REMONDINI.

Accusa ricevuta d'una lettera e, rinnovate le raccomandazioni precedenti, dice della sua corrispondenza coll'abate Nonnotte, e chiede notizie della conversione di Voltaire.

 

Viva Gesù, Maria e Giuseppe!

NOCERA, 28 MAGGIO 1778.

 

Illmo Sig. Sig. e Pne colmo.

Io nelle settimane passate, sono stato molto travagliato dalle mie infermità: sono avvisi della morte che si avvicina.

Ho ricevuto la sua stimatissima, ove mi dice che, per via dello stesso Elia, mi farà capitare una copia del libro dell'Eresie, da me stampato, e 20 copie de' Martiri; e che, terminata la stampa di Natale Alessandro, penserà a stampare la mia Morale. Spero che, come più volte ne l'ho pregata, mi farà


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avere la consolazione di vedere uscita questa mia Morale, compita ora tutta a mio genio, prima d'entrare nell'eternità.

Intanto la ringrazio sommamente di tanti regali che mi fa. Mi dispiace ch'io non ho modo di compensare tutti i favori che sinora mi ha fatti; prego il Signore che ne la ricompensi in questa e nell'altra vita.

Io ho scritto al Sig. abate Nonnotte1 rallegrandomi seco della sua bellissima seconda opera, del Dizionario contra gli errori degl'increduli; ed egli mi ha risposto con una bellissima lettera. All'incontro, ho ricevuto diversi avvisi, ora favorevoli, ora contrari alla conversione di Voltaire, la quale si desidera da tutti i cattolici2

In Napoli si è stampato un libretto, dove si parla a lungo di questa sua conversione; ma da molti letterati se ne dubita, perché non si vedono gli effetti di una vera conversione. Prego V. S. Illma, che sta bene informata degli affari rimarchevoli che corrono per lo mondo, a farmi sapere che cosa ella sente di questa conversione.

Io farò accudire al Sig. Elia per ricuperare gli altri libri che mi manda, di cui la ringrazio di nuovo con tutto il mio affetto; e sappia che ogni mattina, alla messa, io raccomando a Gesù Cristo la carissima persona sua e tutti i suoi negozi. Intanto resto rassegnandomi

Di V. S. Illma

Divmo ed obbmo servitore vero

ALFONSO MARIA DE' LIGUORI, vescovo.

 

[P. S.] Sul proposito del Sig. Voltaire, i primi letterati di questa dominante, che hanno corrispondenza seguita con Parigi, asseriscono per vero che detto Sig Voltaire, appena giunto dal suo castello di Fernex a Parigi, nella scorsa invernata, fu assalito da gravissima malattia, nel corso della quale ha ricercato di confessarsi dal famoso parroco di S. Sulpizio, e lo ha effettivamente eseguito. Dopo ciò, l'infermo si è rimesso in salute


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ed ora sta benissimo; ma di tal sua conversione, né da lui né da altri, non si sente più far parola. Ecco quanto si discorre per certo.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma,

 




1 La lettera si trova stampata nel vol. II, pag 473.



2 Si veda nello stesso volume, pag. 481, la lettera del Santo a questo infelice.




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