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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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SERIE SECONDA. - LETTERE PASTORALI.

 


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332.1 AI PADRI MISSIONARI DI SUA CONGREGAZIONE.

Del metodo per le missioni e per gli esercizî da praticarvisi.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

[CIORANI, ANNO 1744]

 

Per primo, avvertano che non mai possono andare alle missioni, se non sono da' Superiori mandati; e questi non li manderanno mai, se non sono richiesti da' vescovi, o dalle università col consenso de' vescovi, che si pregheranno a mandar loro scritto il permesso e le facoltà necessarie. Potranno bene i soggetti non solo mostrarsi pronti all'andare, ma altresì mostrarne un modesto e rassegnato desiderio.

Indi dovendo già andare, terranno avvisato il vescovo, o arciprete o parroco, del quando arriveranno alla città o terra dove


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ha da farsi la missione, acciocché questi ne avvisino il popolo con affiggere anche i cartelli, se bisogna, ne' luoghi grandi, e lor facciano trovar preparata la casa, letti ed utensili di cucina; e parimenti perché, nell'arrivo loro, facciano suonare le campane a festa, e si trovino col clero fuori la porta della terra o città, col Crocifisso alzato che poi consegnano al Superiore, ut infra.

Prima di partire, dicano uniti in chiesa l'itinerario de' chierici; indi ricevuta la benedizione dal Superiore, che in quel punto assegnerà quello cui dovranno totalmente ubbidire in suo luogo, partano. Per la strada, piglino il tempo per fare le loro orazioni.

Giungendo al luogo destinato e trovando ivi il clero, come sopra, il Superiore prenderà il Crocifisso, e processionalmente si avvieranno alla chiesa, dicendo a voce alta il Benedictus etc.

Giunti alla chiesa, prima di tutto visiteranno il SS. Sacramento e poi l'altare della Vergine SSma e de' santi Patroni e Titolari, pregandoli di cuore per l'assistenza loro in quei gran negozio; e specialmente adorino gli angeli custodi del luogo, della chiesa e de' particolari, implorando l'aiuto loro per la conversione di quelle anime, alla cura loro commesse.

Quando la stracchezza del viaggio non impedisse, e l'ora fosse congrua e quel giorno fosse di festa, potriano l'istesso giorno cominciare la santa missione colla prima predica; maggiormente se il popolo fosse già radunato in chiesa competentemente, premettendo la terza parte del santissimo rosario.

Ma perché questo accaderà di rado, al popolo radunato si farà un breve sermone, avvisandolo dell'intento loro nel venire in quel paese, e del cuore che portano pieno di carità per aiutare tutti e procurare la salute eterna di ognuno, con mettergli avanti gli occhi le eterne verità, alle quali non avranno atteso sino a quel punto, con istruirli nelle cose necessarie per salvarsi, e confessandoli tutti con la carità e pazienza necessaria. E senza far atti di contrizione, si rimanderà la gente, avvisandola dell'ora che principierà la santa missione il giorno appresso.


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Sappiasi però che, nel cominciar le missioni, non si deve stare addetto positivamente ad una inviolabile regola; ma si devono considerare le circostanze de' luoghi, delle persone ed altro, e darsi principio nella maniera più propria, o con un sermone in piazza, facendovi un breve atto di dolore, o con andar prima attorno e poi fare un sermone in chiesa, o con predica formata, o con atto di dolore o senza.

Benché però non siasi principiato quel giorno, non lasceranno ad ogni modo di fare i sentimenti di notte, che poi seguiranno tre o quattro sere, giusta il bisogno del luogo. E i primi sentimenti saranno d'invito e più teneri, dimostrando pietà delle anime loro. Gli altri poi saranno forti. Non siano lunghi, siano d'un mezzo quarto d'ora. Non si facciano ogni sera all'istesso sito, né si facciano immediatamente sotto i luoghi sospetti, ma dove possono esser sentiti da molti.

Per i sentimenti, si esca sempre dalla chiesa col Crocifisso alzato, coi lumi e col campanello, cantando le litanie di Maria SSma. Giunti al luogo dove han da fermarsi, si suonerà il campanello; e poi si dica ad alta voce: Sia lodato il SS. Sacramento e l'Immacolata Concezione di Maria vergine. Poi, nei sentimenti della prima sera, si avvisa il popolo della santa missione incominciata o da principiarsi il giorno appresso, e dopo si dirà il sentimento.

Finiti i sentimenti, si conduce il popolo, che suol venire appresso, in chiesa o nell'atrio, ed ivi si fa un atto di contrizione e si rimanda colla benedizione del Crocifisso.

Si avvertano le donne che non vengano appresso, ma si ritiri ognuna in sua casa.

Facciano i missionanti gran conto di questi sentimenti, che sogliono fare il maggior frutto nelle sante missioni; non si trascurino punto, ma non si facciano impreparati e senza che, prima di uscire, si siano preparati con fervorose orazioni.

Quando, il giorno appresso all'arrivo, sia festa e non siasi principiata la missione colla prima predica, la mattina susseguente non si confesserà, ma si farà una fervorosa predica


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dell'efficacia della santa missione per la salute eterna de' cristiani, o della miseria in cui si trova il cristianesimo, o de' pericoli ne' quali sono stati quei che han commesso peccato ecc. Né si concluda con atto di contrizione; ma con esortazione a valersi della grazia che il Signore ha mandata, coll'esplicare gli esercizî, che vi si faranno e con invitarli a venire tutti a tutti gli esercizî, e specialmente per le ventun'ora del dopo pranzo.

Con modo particolare s'invita tutto il clero perché vengano alla processione, che il giorno uscirà dalla chiesa, e che vengano in abito lungo e senza cotta.

Quando poi, alle ventun'ora, saranno tutti i preti in chiesa, si uscirà col Crocifisso inalberato e processionalmente si girerà la città o terra, cantando con pausa le litanie di Maria SSma, e alla piazza o luogo più popolato si farà alto; e salito un Padre su di un poggio, farà un sermoncino al popolo per indurlo a vera mutazione di vita con questa occasione; ma non occorre far atto di contrizione e, finito il giro, si torna in chiesa.

Intanto i Padri per le strade, accompagnando la processione, possono andare buttando parole di sentimento ove s'incontrano colla gente radunata, invitando tutti alla predica.

Arrivati in chiesa, si dice la terza parte del rosario co' suoi misteri (lo che si farà ogni giorno prima della predica), e poi sale in pulpito il Padre a predicare, ma senza cotta o stola, e conchiuderà la predica con un fervoroso atto di contrizione, tratto da' motivi della predica.

Quando non siano dichiarati la mattina gli esercizî che si faranno nella santa missione, se n'informerà il popolo dopo questa prima predica della sera, e si esorterà ad intervenire a tutti gli esercizî colla maggior premura possibile, e di detti esercizî avviserà anche l'ora designata. Si pregheranno gli ecclesiastici e magistrati, e i principali fra tutti, perché siano i primi ad assistervi per il buon esempio degli altri. Anzi, quando si può, anderanno due Padri, in nome di tutti, a visitare ed invitare il padrone, il governatore o altro magnate in casa propria, pregandoli della loro assistenza e favore. E se fosse la


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missione nella città, faranno simile invito al Capitolo, quandoché sia radunato nel coro prima o dopo vespero, e lo pregheranno parimente dell'assistenza ed aiuto.

Puntualmente poi si faranno gli esercizî all'ora assegnata, cioè: la meditazione della mattina di buon'ora, la dottrina cristiana a buon'ora dopo pranzo, gli esercizî a' sacerdoti in luogo ritirato dopo vespero, e la predica della sera ad ora che finisca sull'imbrunir del giorno.

Se però la gente non si potesse unire così presto, come succede per lo più l'inverno, dove sono faticatori, allora si faccia la predica più tardi; purché il vescovo o altra cagione ragionevole non ripugni.

I. La mattina, susseguente alla predica fatta la sera, subito che vi sia popolo sufficiente, si dirà la terza parte del rosario (sempreché non fosse disturbo alle messe e più alle confessioni), e poi il Padre salirà sulla cattedra e saluterà il popolo con dire: Sia lodato il SS. Sacramento e l'Immacolata Concezione di Maria vergine, e dopo dirà le litanie dell'istessa Vergine SSma; indi darà una breve meditazione famigliare, preceduta dagli atti cristiani, stando lui inginocchioni; e questa sia di materia di vita purgativa. Ma sfugga quelle materie che sono della predica della sera; almeno non faccia gl'istessi punti, e terminerà cogli atti di contrizione, ma senza pigliar Crocifisso. Con tutti gli atti, non duri più di tre quarti.

II. Il giorno poi, si farà la dottrina cristiana, che sarà commessa dal Superiore a quel soggetto che esso stimerà più a proposito. E s'abbia questo in conto di un esercizio il più pregiabile ed importante della santa missione.

III. Si farà l'istruzione sopra i precetti del Decalogo e sopra il modo di confessarsi, nell'ora più comoda al popolo. Onde, se il popolo può convenire alla prima ora della mattina, si farà prima l'istruzione e poi la meditazione; potendosi anche, in caso di scarsezza di soggetti, tralasciare la meditazione, ma non mai l'istruzione.

Ma quando si facesse l'istruzione solamente, si moralizzi


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con terminarsi cogli atti di contrizione ecc. E ne' luoghi non molto grandi e bisognosi, va ben fatta la sola istruzione così. E poi il chierico unirà i figliuoli per istruirli nella confessione e comunione.

IV. Prima della predica, da un Padre si farà dire il rosario di Maria SSma con una breve introduzione al principio o breve esempio, per muovere il popolo a dirlo con divozione; e si enuncieranno i misteri con qualche breve considerazione, avendo la mira di far dire sempre tutta la terza parte del rosario, ch'è il fine principale per cui si è introdotto un tale esercizio, acciò la Vergine SSma concorra al profitto della santa missione.

Quando però l'istruzione si facesse il giorno, è meglio premettere il rosario all'istruzione per avervi più gente, e si tramezzi poi fra l'istruzione e la predica con una canzoncina. Ma queste canzoncine non si dicano mai dal pulpito alto.

V. Si farà poi la predica grande all'ora più comoda, come si è detto, e senza cotta o stola.

La predica durerà al più un'ora e mezza, con tutti gli atti che si faranno all'ultimo col Crocifisso e torcie.

Si avverte il predicatore di far ricorrere il popolo in fine della predica a Maria SSma, per cui fine si procurerà di fare esporre qualche statua di Maria.

Circa le funzioni, si proibiscono il fulminar maledizioni, il pigliar la catena o altro istromento a sangue, il bruciarsi colla torcia e simili. Il pigliar però la fune alcune volte e il capo di morto, quando si faccia con ispirito, prudenza e discrezione, può permettersi dal Superiore.

Sta posto poi nel decreto del Capitolo generale1 (p. 97, n. VIII) che, nelle missioni ed esercizî, si debba far sempre la predica di Maria SSma, come esperimentata la più giovevole.

Procurino i Padri, in tutte le prediche, di far sempre menzione dell'amore a Gesù Cristo e del ricorso a Maria SSma;


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poiché in ciò sta la salute di tutti, in amar davvero Gesù Cristo e in ricorrere spesso alla sua santissima Madre Maria.

L'esposizione però del SS. Sacramento si farà solo nel giorno della benedizione, ut infra.

VI. Dopo la predica, si farà la disciplina per gli uomini, quattro o cinque sere della missione; e l'ultima sera, si farà lo strascino della lingua; ma quando si faranno le discipline, cesseranno i sentimenti di sera.

Per la disciplina, prima un Padre farà un breve sentimento, ricavato dalla predica; e poi in mezzo alla disciplina, a qualche versetto del Miserere, dirà due altre parole di compunzione.

La disciplina durerà solo per quel Miserere. Poi si potranno far dire tre Ave Maria all'Immacolata Concezione colla faccia per terra, e si terminerà con una canzoncina di pentimento.

Nelle ultime due o tre sere, dopo la disciplina, si farà di più il sentimento di pace, e si faranno abbracciare quelli che vengono a riconciliarsi, avanti il Crocifisso.

Ma prima di chiamar l'inimico, un Padre sentirà all'orecchio quello che viene, per sapere la cagione dell'inimicizia e vedere se chi è venuto sia l'offeso che vuol perdonare, e l'inimicizia non sia segreta, o non porti altro inconveniente il rappacificarsi.

VII. Nell'ultimo giorno poi, prima degli esercizî divoti, si farà al giorno la predica della benedizione nel seguente modo:

Prima si comincerà il rosario di Maria, non essendovi istruzione in quel giorno, e tra mezzo al rosario si farà la processione del SS. Sacramento, portato da un Padre che lo porterà solamente al grado della porta della chiesa e benedirà la compagnia tre volte da tre lati: prima in mezzo, poi a destra e poi a sinistra. Indi si tornerà e si esporrà il Sacramento sull'altare; e se non è giunto anche il predicatore, si seguirà il rosario. Salito il predicatore, con cotta e stola in quel giorno, si coprirà il Sacramento, si farà la predica e la benedizione col Crocifisso; poi s'intimeranno cinque Pater ed Ave per guadagnare l'indulgenza per la missione fatta, e dal predicatore s'intonerà il


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Te Deum. Dal sacerdote si dirà la seguente orazione: Deus, cujus misericordiae, etc.

Dopo si dirà il Pange, lingua etc. e Tantum ergo etc.; e prima della benedizione, si dirà un altro sentimento dal predicatore sull'altare, facendo allora promettere al popolo di venire agli esercizî divoti.

Nella mattina di detto giorno, si farà la comunione generale de' grandi; perché la comunione de' figliuoli da quindici anni a basso si farà in altro giorno a parte, o prima o dopo, secondo meglio parerà.

Prima della comunione, salirà il predicatore o altri sulla cattedra, posta in mezzo alla chiesa; e per apparecchiò alla comunione farà l'atto di fede, umiltà, amore e dolore col Crocifisso, e poi farà far la pace. Dopo, farà l'atto di desiderio, e si farà la comunione e terminerà col ringraziamento.

Alla comunione però de' figliuoli, non si farà la pace, ma si faranno lor cantare canzoncine del SS. Sacramento per l'apparecchio e ringraziamento. Fatto il rendimento di grazie nella comunione de' fanciulli, si portano processionalmente per la città o terra, cantando le litanie della Vergine SSma; e ritornati in chiesa, si daranno alcuni avvertimenti adattati all'età loro, e con la benedizione del Crocifisso si rimandino in casa.

VIII. Gli ultimi tre giorni, almeno due ne' luoghi piccioli, si faranno gli esercizî divoti1, che non si lasceranno mai, secondo il decreto del Capitolo; procurando di stabilirveli per sempre. Al giorno, dopo detta la coronella de' dolori di Maria o del bambino Gesù e il rosario, se vi è tempo, l'istesso predicatore, sulla cattedra, farà prima una mezz'ora in circa d'istruzione sopra l'orazione mentale, sopra l'apparecchio e ringraziamento alla comunione e sopra il regolamento per farsi santo. E poi inginocchiato, anche senza cotta, darà la meditazione sopra la Passione di Gesù Cristo e dolori di Maria (procurando di far vestire a bruno la statua di Maria); e terminerà cogli


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atti di fede, speranza, carità, dolore e proposito e protesta di voler morire coi SS. Sacramenti, dicendo qualche divota canzoncina della Passione di Gesù fra l'atto di dolore, e rimanderà il popolo colla benedizione del Crocifisso.

Si avverta a far durare la missione almeno dieci o dodici giorni ne' luoghi piccioli.

Di più si avverta che, trovandosi qualche casale piccolo lontano, potrà il Superiore mandarvi a confessare e predicare per quanto stimerà.

L'officio del chierico poi sarà: il leggere l'orazione; l'avvisare a' Padri il tempo di dir le messe consecutivamente, acciò si trovino sbrigati per l'ora della ritirata; avvisare a' Padri gli esercizî all'ora destinata; suonar la ritirata, avvisandone però prima il Superiore; procurar le cose di chiesa; far la dottrina, colloqui, sentimenti, rosari ecc.

 

Regole da osservarsi da' Padri in missione.

I. Non andranno mai soli, ma almeno a due, quando sono missioni picciole, o almeno con un Fratello, o qualche sacerdote estero in caso di necessità. E vadano sempre uniti con quella carità, qua major esse non potest; ricordevoli che questo è precetto speciale, dato da S. D. Maestà agli Apostoli ed in essi a tutti i missionari, loro seguaci. Hoc est praeceptum meum, ut diligatis invicem, sicut dilexi vos. Mandatum novum do vobis, ut diligatis invicem. - Pater sancte, serva eos ut sint unum, sicut et nos. E parimente si ricordino delle condizioni della carità, numerate dall'Apostolo: Charitas patiens est, benigna est, non aemulatur, non agit perperam, non inflatur etc.

Quando però devono andare per fare invito o altro servizio del Signore, e non si abbia da pernottare, potranno farsi accompagnare da qualche prete o chierico, quando vi sia penuria de' propri compagni.

II. Andranno nelle missioni sempre a piedi, come andò S. D. Maestà ed andavano i santi Apostoli; purché la precisa necessità non li obbligasse di valersi d'alcun vile giumento senza ornamento; e solo in caso di necessità sopra cavalli. Né per


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qualsivoglia istanza o preghiera di chi che sia, ammettano altro comodo di andare, fuorché per mare.

In caso però se, fuori di missioni, possono andare in carrozza o calesso offerto, rispose il Padre [Mgr Falcoia] di sì, sino a tanto non si muti l'abito1; e l'istesso, se alcun personaggio di qualità invitasse nella sua carrozza un Padre.

III. Arrivati che saranno al luogo della missione, facciano l'orario degli esercizî, e si osservi quanto si può.

Si diano sette ore di sonno, l'inverno, e sei e mezza la primavera, perché nell'estate non si ponno far missioni; con un'ora di riposo al giorno, nella primavera.

La ritirata dalla chiesa nella missione potrà essere, regolarmente, verso il mezzo giorno, e il riposo la sera verso due ore prima di mezza notte; e nell'istesso tempo il Superiore assegni il Padre per la chiesa, per le paci e' per l'economia.

IV. Per il luogo della missione non vadano soli, ma almeno accompagnati da un prete o chierico.

V. In chiesa, i Padri non mutino il confessionale, loro assegnato.

VI. Procurino, in detto luogo della missione, sempre di sfuggire la confidenza e i discorsi indifferenti con quelli di fuori.

VII. In casa, facciano l'orazione in comune due volte il giorno per mezz'ora; e quando non vi è tempo, almeno una volta.

VIII. A tavola, vi sarà silenzio colla lezione di vite di Santi, la mattina, e di qualche libro di Maria SSma, almeno per qualche spazio della cena, la sera; eccettoché ne' giorni di comunione generale, o quando lo richiedesse la stracchezza delle confessioni o altro ecc. Allora si leggerà un poco.


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Basterà una mezz'ora di ricreazione, tanto nella mattina, quanto la sera.

IX. Intorno al sostentamento in missione, non cercheranno mai cosa alcuna in dono, se non casa e letti, tali quali saranno loro dati, e qualche utensile di cucina.

Ma se venisse poi donato a' Padri qualche cosa di cibo o vino, oppure tutto il sostentamento da qualche particolare, lo prenderanno con ringraziamento; ma avvertano a rifiutare tutto il soverchio e dilicato e servirsi ordinariamente solo di due pietanze, cioè minestra e bollito; al più di un'altra pietanza frugale: formaggio e frutti, niente toccando del di più, e scusandosi colla Regola; poiché in tal modo si edificazione insieme e si evita il dispendio, ed anche lo scandalo de' prossimi. Avvertendo a non prender mai denari, neppure per messe, né cose dilicate, come polli, uccelli, cose dolci o pizze dolci, o pasticci dilicati e simili, né mai regali da portarsi via, di qualsivoglia genere.

Il mangiare ordinario poi, nelle missioni, sarà la minestra col bollito, formaggio e frutti, la mattina. La sera, un'insalata ed un'altra pietanza, formaggio e frutti, quando si potrà; altrimenti si accomoderanno al meglio che si potrà. Ma siano sempre cauti nel fuggire il lusso, le delicatezze e gravezza per cagione del soverchio cibo.

X. Nelle missioni o altri esercizî divoti al popolo, quando vi sarà la richiesta o l'ordine del vescovo, si daranno gli esercizî alle monache con fare l'estraordinariato; ma fuori di tali tempi ciò è proibito, fuorché alle monache del Santissimo Salvatore, quando ne dimostrassero somma venerazione.

 

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa!

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




1 Questo, diremmo quasi piccolo trattato sulle missioni, fu scritto dal Santo per includerlo nelle Costituzioni dell'Istituto; ma forse per essere troppo lungo, provvedutosi altrimenti all'uopo, ne rimase fuori. Noi lo pubblichiamo volentieri in questa Parte della Corrispondenza, per la ragione della sua materia affatto pastorale, e molto più perché trovasi pubblicato tra le lettere dell'edizione romana, né se n'è fatta prima altrove altra pubblicazione.

1 Del primo Capitolo generale, celebrato nel mese di maggio 1743.

1 Cioè gli esercizî della Vita divota.

1 Nei principi della Congregazione, per qualche tempo, si trattò se si dovesse adottare pei Congregati un abito proprio, diverso da quello del clero secolare. A ciò si allude in questo luogo. Ma finalmente si concluse col ritenere l'abito primitivo, quale si conserva tuttora, che in sostanza è quello usato dal clero napoletano a quei tempi.




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