346. AL CLERO DELLA SUA DIOCESI.

Vieta sotto grave pena alcune specie di giuochi.

SANT'AGATA DE GOTI, DAL PALAZZO VESCOVILE, 2 NOVEMBRE 1764.

ALFONSO MARIA DE LIGUORI, PER LA GRAZIA DI DIO, ECC.

Poiché non vi è cosa che più tenacemente impedisca nel popolo la riforma de' costumi e degli abusi introdotti quanto il mal esempio degli ecclesiastici: Clerici vita (dice il Concilio Sardicense) omnium oculis exposita est, unde bene vel male vivendi exempla duci solent; quindi, considerando noi l'obbligazione che abbiamo di svellere dal nostro clero e tener lontano da esso (per quanto è possibile dal canto nostro) tutte quelle azioni che possano essere occasione a' laici di scandalo e mal esempio, e per non dover noi rendere conto a S. D. M. delle colpe degli ecclesiastici dissimulate e neglette, riflettendo ai gravi infiniti mali e peccati che derivano da alcune specie di giuochi che, non senza veduta ragione, sono da' sacri Canoni vietati; desiderando darvi un pronto ed efficace riparo, proibiamo

a tutti e qualsisiano ecclesiastici di questa nostra città e diocesi, sotto pena di sospensione a divinis a noi riservata, da incorrersi ipso facto, ed altre a nostro arbitrio, tutti e qualsisiano giuochi di fortuna che si facciano con cartole e farinole e specialmente la bassetta, primiera, il quanto inviti, parasipinto o con qualunque altro nome si appellino. Assicurando tutti che non saremo oziosi ad indagare coloro che contravverranno, né indolenti a procedere contro de' medesimi rigorosamente.

A qual effetto vogliamo che il presente editto sia pubblicato ed affisso ne' luoghi soliti e consueti, acciò non possa addursi scusa d'ignoranza.

Conforme all'edizione romana.