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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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353. A TUTTI I SACERDOTI E CHIERICI.

NOTIFICAZIONE VIª.

[FINE DELL'ANNO 1764.]

 

La poca modestia nel vestire è una cosa che molto disconviene agli ecclesiastici, ed opera che i secolari perdano la venerazione che si deve a' ministri di Gesù Cristo.

Pertanto diamo i seguenti ordini:

 

Per , la tonsura dei capelli è il segno di far distinguere gli ecclesiastici dai secolari; onde Alessandro III (cap. Cler. 7, de vita et honest. cler.) dice che i chierici, se portano i capelli troppo cresciuti, debbano esser tosati dagli arcidiaconi: Clerici, qui comam nutriunt, etiam inviti, a suis archidiaconis tondeantur.

Pertanto ordiniamo che niuno porti i capelli ad uso di chioma, e tanto meno inanellati ed adornati con polvere di Cipro, ma tutti avvertano a fare che i loro capelli non giungano a coprire il collo né le orecchie; e specialmente ordiniamo ai chierici che portino i capelli rasi, come li portano i seminaristi; altrimenti non saranno ammessi a prendere alcun ordine.

La rasura poi in mezzo della testa, chiamata chierica, nei sacerdoti sia grande a guisa di un'ostia grande; nei diaconi poi


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sia più piccola, e più piccola proporzionatamente ne' chierici inferiori; ma non minore di un'ostia piccola

E raccomandiamo a tutti, specialmente a' sacerdoti, che facciano rinnovare la loro chierica, almeno ogni quindici giorni.

Per , la veste talare ognuno sa ch'è la veste propria degli ecclesiastici, come si legge in tanti Canoni riferiti da Benedetto XIV, De synodo, lib. XI, c. 8, n. 1.

Pertanto, in quanto a' chierici, ordiniamo che tutti vestano sempre di lungo colla veste talare, la quale non sia zimarra, ma sottana chiusa davanti; e vogliamo che i parrochi, nella fede delle ordinazioni, ci attestino se il chierico ha portato o no sempre la veste talare. In quanto a' sacerdoti, almeno portino la sottana, allorché vanno a celebrare le messe o i divini offici in coro, o fare altra funzione, la quale richiede che siano vestiti di cotta.

Ma perché i paesi della maggior parte della nostra diocesi son freddi e fangosi, tanto più che molti preti vanno a celebrare in luoghi lontani, ci contentiamo che nel tempo d'inverno, cioè dal mese di novembre per tutto il mese di aprile, vestano di corto, purché nel celebrare le messe ed i divini offici usino la sottana senza maniche, ma non già la faldiglia. Dal mese di maggio però in poi, debbono tutti usar la sottana la mattina, come si è detto di sopra; altrimenti incorreranno la sospensione ipso facto, da noi già prima imposta.

 

A tutti poi, sacerdoti e chierici, proibiamo l'andar senza collare ed il portare giamberga o mantello di colore, che solo si permette a' sacerdoti che andassero in campagna o in viaggio, ma senza bottoni o asole guarnite con filo d'oro; come anche affatto proibiamo a tutti i manichetti, attaccati alla camicia, di merletti o di tela increspata, chiamati girandole.

 

Ognuno già vedrà che, nelle sopraddette cose da noi così prescritte, non siamo andati secondo l'antico rigore de' Canoni, mentre abbiamo avuto riguardo alle circostanze de' tempi presenti. Diciamo ciò, affinché ognuno intenda che, quanto più siamo andati in ciò indulgenti e meno rigorosi, tanto più anderemo con rigore co' disubbidienti.

Conforme all'originale che si conserva nel nostro archivio generalizio di Roma.

 




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