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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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97. A Margotta Francesco, CSSR, rettore in Materdomini.

Invano si tenta di trattare a Napoli per la fondazione in Rionegro

Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa

 

Pagani, 10 Aprile [1753]1

 

Quanto mi dispiace il sentire che ancora state V. R. afflitto dal dolore di testa. Per carità attendete alla vostra salute e non pensate ad altro, e per carità levate questa malinconia che mi scrive il P. Mazzini. Circa l'andata del P. Mazzini e de Robertis2 a Loreto per più circostanze ho considerato che non è cosa. Onde già ho detto a [de] Robertis che si quieti, e si è quietato, ma con pena.

Circa l'affare di Rionegro3 V. R. già saprà che si avrà l'assenso, ma molto limitato. Ma dico la verità: Monsignore4, e Grazioli5 mi hanno fatto stordire, mentre essi stavano così impegnati in questo affare, che per questo sono venuti a Napoli. Io poi scrissi a Monsignore che per l'affare era assolutamente necessario che parlassimo, onde lo pregai che senza meno al ritorno fosse passato per Ciorani, ma Monsignore mi rispose che non potea, perché aveva affittati i calessi ecc., ma che sarebbe venuto D. Benedetto.

Veniamo ora a D. Benedetto. Per prima appuntassimo in Napoli, che mi sarebbe venuto a trovare all'Ave Maria6; io mi ritirai un quarto prima, e trovai che sen'era andato. Il giorno appresso mi trattenni apposta in Napoli aspettandolo, com'egli stesso par che m'avesse lasciato detto per lo servo, e neppure lo vidi.

Indi poi l'ho aspettato tanto tempo a Ciorani, com'egli aveva promesso e Monsignore m'aveva scritto. Finalmente ho mandato un fratello in Napoli e lo trovò partito il giorno avanti. Dico la verità, che mi ha dato gran meraviglia. È segno che D. Benedetto o è uomo franco d'appuntamenti, come sogliono essere alcuni, o pure è segno che l'è passato il desiderio della fondazione. Io l'avea da dire cose necessarie per la fondazione, per vedere specialmente di costituire il fondo della fondazione sopra la parrocchia di Rionegro nel modo che abbiamo consultato con Mons. Sanseverino7 ecc. Ma non occorre a dire più su ciò, perché Grazioli ne avrà poca più intenzione, avendo trattato di questo bel modo, e s'è sparito senza neppure scrivermi un verso. Prego V. R. a farl'intendere con bel modo quello che qui le ho scritto.

La prego a far intonacar le celle subito ch'è tempo. -Resto ecc.

V. Gesù Maria G. T.

Aff.mo Frat. in G. M.8

Alfonso del SS. Red.re

[PS] Saprete già il timore che ci è per la Casa di Iliceto di perdere quell'eredità, ma per ora non vi è ricorso, ed han promesso di non farlo. Non è cosa di pensare più forse alla Cappellania di Iliceti; bisogna aspettare ch'il Vescovo la voglia ordinare per patrimonio.

 

Trascrizione secondo una copia fatta verso il 1900 sull'originale allora conservato presso la famiglia De Stefano, Amalfi. Alla fine della copia è notato: «Per la verità che la presente sia stata trascritta dall'originale, che giace su di un piccolo e vecchio foglio di carta. -Il Parroco di Ravello, Luigi M. a Mansi».

Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 12 (1964) pp. 240-242.




1 La data della lettera è desunta dal fatto che nel 1753 si fecero tentativi, non approdati al successo, di una fondazione in Rionero. Cf. la lettera di S. Alfonso a Mons. Basta, pubblicata in Lettere Volume III, n. 381.



2 Celestino DE ROBERTIS CSSR (1719-1807).



3 Rionero in Vulture, prov. Basilicata, oggi prov. Potenza, dioc. de Melfi e Rapolla.



4 L'Ecc.mo Pasquale Teodoro BASTA, nato a Monteparano, battezzato il 26-IV-1711, vescovo di Melfi e Rapolla dal 29-I-1748, morto il 27-XII-1765 Melfi.



5 Benedetto Grazioli; cf. Lettere Volume III 381, nota 1.



6 All'Ave Maria; cioè, al tramonto del sole, quando le campane invitano i fedeli alla recita della preghiera mariana «Angelus Domini».



7 Probabilmente L'Ecc.mo Innocenzo Sanseverino (1696-1762), vescovo di Montemarano negli anni 1746-1753.



8 Il Parroco L. Mansi, che fece la copia, aggiunse alla fine: “Notiamo che l'ultima parola «Aff.mo Frat.» non si capisce tanto bene, ci è sembrato che dica così, come l'abbiamo trascritto -tutto il resto però è stato copiato parola per parola -potrebbe anche dire: «Di R. V. Fr. in G. M.»”.






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