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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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106. A Maffei Michel'Angelo, sacerdote in Solofra.1

Risoluzione di alcuni dubbii di coscienza.

 

Nocera, 14. 04. [1754/1757].

 

Viva Gesù Maria G. e T.

Nocera 14 Aprile.

Circa il dubbio del toccar l'Ostia, V. S. stia sicuro, e celebri senza scrupolo, perché l'opinione è moralmente certa come dicono tanti Dottori, e vi è la ragione certa, e la contraria è improbabile.

Circa le Messe dieci, ho fatta già l'applicazione, V. S. le celebri almeno per tutto Maggio.

Sporer ho osservato che la detta sentenza anche la tiene senza dubitarne. Mi raccomandi a Gesù-Cristo alla Messa. Viva Gesù, Maria, Giuseppe e Teresa.

La ragione de' contrarii non la so, ma non può esser se non frivola. Roncaglia, avete fatto errore, non tiene la sentenza contraria, ma De Ord. C. I. qu. 5. Resp. 3. par che tenga espressamente l'opposto, mentre dice che ci vuole il fatto fisico, ma non nomina l'Ostia, nomina solamente: Tangere calicem in quo sit: vinum, unaque patenam, in qua sit hostia.

E così quietatevi, e non ci pensate più.

V. Giesù e Maria.

Div.mo ed Obbl.mo servo

Alfonso de Liguoro del SS. Redentore

[Man. al.] M.R.D. Michel'Angelo Maffei

Sacerdote. Solofra.

Ioseph Maria Trama Dei et Apostol. Sedis gratia Senior Calenus et Theanensis Episcopus et sanctae metropolitanae neapolitanae Ecclesiae Canonicus Presbyter universis et singulis has litteras inspecturis in verbo veritatis testamur nos ad maiorem Omnipotentis Dei gloriam, sanctorumque suorum venerationem inclusisse in theca, ut infra, cum facultate publicae fidelium venerationi exponendi reliquias immo integram Epistolam manu S. Alphonsi Mariae de Ligorio conscriptam, quamque in theca lignea quadrangularis formae unica anteriori crystallo munita tabula item lignea ex parte posteriori clausa, funiculis sericis multicoloris obstricta nostroque parvo signo adnotata. Dabamus Neapoli tertio Kalendas Decembris anni R. Salutis MDCCCXLV.

(l. s.) Ioseph Senior Cal. et Thean. Ep.

 

La lettera, a cui manca l'anno ma si presume che sia del 1754-57, appartiene all'Ecc.mo Marchese Maffei, Consigliere di Corte di Appello a Napoli, ove risiede, che si è benignato di farcela arrivare in ottima foto per mezzo del rev. p. Giovanni Toglia.

Il Marchese Maffei discende da una lunga serie di uomini valorosi in lettere ed armi: nel '700 Giuseppe Maffei, fratello di Michelangelo, fu professore nella regia università napoletana, ove tenne prima la cattedra di diritto naturale ed indi quella delle istituzioni civili e delle pandette.

Analisi della lettera fatta dal P. Oreste Gregorio.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 12 (1964) pp. 264-265.




1 Il sacerdote Michelangelo Maffei nato a Solofra (Avellino) l'8 gennaio 1726 da Giacinto ed Isabella De Falco. Era alquanto psicastenico e morì nel paese natio in giovane età, come pare a 33 anni.






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