290. Ad Ercole de Liguori, suo fratello.

1770, 23 marzo, Arienzo

"Io da voi non voglio nè livello, nè porzione, nè altra cosa mi potesse spettare. Ancorché mi mancasse il Vescovado, pure, per la porzione, che ora godo del Collegio de' Dottori, posso vivere… Statevi allegramente, e non pensate a guai, basta che sappiate, che io non pretendo affatto da voi né livelli passati, né futuri.

Frammento di lettera riportato da Antonio M. Tannoia, Della vita ed istituto del Ven. Servo di Dio Alfonso M. Liguori, Libro III, Cap. 47, p. 248