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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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344. Al Cappellano Maggiore.

6 agosto 1774

Ill.mo Signore,

Viva Gesù Maria e Giuseppe

Monsignor mio veneratissimo,

V. S. Ill.ma già sa quanto noi altri poveri vescovi stiamo angustiati circa le Ordinazioni degli Ecclesiastici, per causa de' tre Dispacci di non ordinare alcuno se non quando gli altri F.lli e Sorelle dell'Ordinando hanno la posizione uguale a lui. Per 2. di non ordinare, se vi sono nella Famiglia altri Fratelli o zij Preti. Per 3. di non ordinare se non secondo il computo di un Sacerdote per cento Anime del Paese.

Attesi questi Dispacci, specialmente il terzo, rarissimi son quelli che possiamo più ordinare; e frattanto la Diocesi patisce, perché in più Paesi vi è bene il numero de' Preti, ma rimangono quelli che sono abili ad ajutare le Anime, o perché non sono abili a confessare e predicare, o sono infermi o svogliati, o di tali costumi, che non si può loro confidare le Anime.

In altri Paesi poi vi manca il numero de' Preti che vi bisognerebbero, ma non vi sono altri atti a poterli ordinare.

Io ho fatte cento Rappresentanze a Re, ma come vedo, noi poveri vescovi non siamo intesi. Mi dirà V. S. Ill.ma, come posso io rimediarvi? Già lo so, che il rimedio, pende da' Superiori, ma trovandosi Ella in cotesta carica per volontà di Dio, può parlare a questi Superiori e rappresentar loro l'inconvenienti che ne vengono pe 'l danno delle Anime per mancanza dell'ajuto spirituale.

Potrebbe ancora, se Dio ce lo ispira, farne una Rappresentanza al Consiglio di stato con metter davanti i loro occhi tutte queste cose; tanto più che il Re ed i Ministri han molto concetto della persona vostra e la sentono; dove all'incontro noi altri vescovi, credendoci appassionati a volere ordinare, per quanto gridiamo e cerchiamo misericordia, non ci sentono.

Ma la persona di V. S. Ill.ma, che sta in cotesta Carica, e che non può esser tenuto per appassionato, ben sarà intesa. A V. S. Ill.ma non manca zelo per la salute delle Anime, onde non mi occorre di dirle altro. La prego a raccomandarmi a Gesù Cristo nella Messa, come io fo specialmente per la sua persona, acciocché le dia forza di promuovere la gloria di Dio, e mi confermo con tutto l'ossequio

Di V. S. Ill.ma e Rev.ma

Arienzo a' 6 agosto 1774

Mi sono scordato il meglio. Se durasse il rigore di questi dispacci, fra poco tempo si dismetteranno tutti i Seminarj del Regno. Nella mia Diocesi già si va dicendo che si dismette il Seminario, perché il Re non vuole che si ordinino più Preti. I miei Seminaristi mi hanno mandato a dire: Noi che ci facciamo più al Seminario, giacché non possiamo essere ordinati? E dismessi che saranno i Seminari, noi poveri Vescovi come faremo? Ciò l'ho rappresentato più volte al Re ma non ho avuta risposta.

umiliss.mo e Divotiss.mo Servitor Vero

Alfonso M. Vescovo di S. Agata

Conservata nell'Archivio di Stato di Napoli, fondo Cappellano Maggiore, volume 1143, inc. 1774, f. 1r. - Fotocopia nell'Archivio Generale Redentorista, Roma - Trascrizione a cura di Demetrio Cafarelli.




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