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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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377. Alle monache del monastero di S. Chiara in Solofra.

Promette preghiere per il bene spirituale del monastero e dà utili consigli per ripristinare lo spirito religioso.

 

Nocera, 05. 03. 1776.

 

V. Gesù M. e Gius.e.

Madri e Sorelle stimatissime

Io nello stato in cui mi trovo, cionco ed attratto sopra una sedia, ho pregato più volte e prego la pace del vostro monastero. E questo è quello che ha da fare al presente ognuna di voi, pregare più volte al giorno davanti al Sagramento ed a M. SS. per la pace comune; e perciò ognuna deve affaticarsi non già per vincere il proprio punto, ma acciocché si stabilisca la pace nel miglior modo, come si può.

Ecco che al presente il vostro monastero, come penso, è un ridotto di contrasti e di mormorazioni; povere comunioni, povere orazioni e povere forse ancora confessioni. Dov'è più il vostro raccoglimento? Ogni cosa è disturbo ed inquiete. Io penso così, perché a cotesto monastero vi ho faticato più volte, e più volte il vostro fervore mi ha consolato. Ma questo fervore dov'è più? Se n'è fuggito via da molto tempo.

Pregate; ed ognuna si adoperi con le compagne e coi parenti a metter pace. Se alcuna di voi dicesse: «Ma io non ci voglio restar di sotto», io avrei gran paura che costei non si trovi un tempo sotto i piedi dei demoni, onde ognuna tremi di metter impedimento alla pace per qualche fine suo particolare. Iddio maledice chi è causa di disturbare una comunità.

Vi prego di non metter in deriso queste mie parole, perché molto temo, che chi le mette in deriso farà una morte molto inquieta. Sorelle mie, siete forse venute al monastero ed avete lasciato il mondo per dannarvi? Che pensate forse che non vene sono Monache all'inferno? E specialmente ripeto: deve tremare chi mantiene nell'inquiete una comunità.

Resto rassegnandomi

Delle RR. VV.

Umilissimo Servo

Alfonso M.a de Liguori Vescovo

Nocera, li 5 Marzo 1776

 

Trascrizione secondo la copia conservata in A G, che in calce riporta annotato: «Lettera il cui originale si trova al monastero di S. Chiara a Solofra»

Analisi della lettera fatta dal P. Andreas Sampers.

Pubblicata in Spicilegium Historicum, Roma, 11 (1963), pp. 6-7.




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