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S. Alfonso Maria de Liguori
Lettere

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436. A Ferdinando IV, Re di Napoli.

(relazione presentata da Matteo Gennaro Testa a favore di S. Alfonso)

1779, 30 giugno, Napoli

S. R. M.

Monsignor D. Alfonso de Liguoro fu Vescovo di S. Agata de' Goti, supplicando espone a V. M. come da Roma have ottenuto le annesse Bolle, supplica V. M. per lo Regio Exequatur ut Deus. S. R. M. Avendo Monsignor P. Alfonso de' Liguori supplicata V. M. per l'exequatur al transunto delle Bolle di Roma per una pensione annua di ottocento ducati, che si è riservata sul Vescovado di S. Agata de' Goti da Lui rinunciato per le sue indisposizioni. Si è degnata la M. V. con Regal Carta per la prima Segreteria di Stato e degli Affari Esteri de' 3 del corrente, farlo rimettere a questa Curia, perché ne faccia l'uso che convenga, nell'intelligenza, che la M. V. non dà alcun riparo a tale exequatur, eseguendo dunque il Regal Comando debbo umilmente presentare a V. M. che avendo riconosciuto il menzionato transunto, ho rilevato, che avendo Monsignor D. Alfonso di Liguori rinunciata la Chiesa Vescovile di S. Agata de' Goti, e conferitasi questa a Monsignor D. Onofrio Rossi per potersi decentemente mantenersi il proprio Stato si è riservata allo stesso Monsignor di Liguori un'annua pensione di ducati ottocento sopra li frutti e rendite della medesima chiesa, colla proibizione, però di trasferirla in tutto o in parte in virtù di qualunque indulto; libera tal pensione, immune ed esente dal Catasto e da qualunque altro peso imposto ed imponendo o per la riparazione e fabbrica della Basilica di S. Pietro o di detta Chiesa Vescovile, o per la Crociata e spedizione contro gli Infedeli, o per il mantenimento del seminario e della Squadra delle Galee o finalmente a petizione dell'Imperatore, Regi, Regine, Repubbliche ed altri qualsivogliano Principi, ed ancorché nell'imposizione di tai pesi espressamente si gravassero le pensioni quanto si voglia esenti, libera ancora non ostante qualunque disgrazia, che potesse accadere; come da detta Bolle spedite in Roma XVI K. Augusti 1775. Sopra del quale si è supplicata V. M. per lo Regio Exequatur.

Pertanto devo anche rappresentare a V. M., che sebbene le Bolle spedite a' favore di Monsignor Rossi per la provista della suddetta chiesa non siano ancora state munite di Regio Exequatur, pure perché è troppo consentaneo alla Disciplina Canonica darsi gli alimenti ad un Vescovo, che dopo di aver lodevolmente governato la sua Chiesa, si è poi per l'età o per l'indisposizione, inabilitato, precedente il parere del Regio Cons. D. Domenico Potenza mio Ordinario Consultore; son di voto che possa V. M. degnarsi concedere su dette Bolle il Regio Exequatur, per avermi il suddetto Monsignor de Liguori fatto costare esser nativo Napoletano, e per non costare da' libri di questo Uffizio esser la detta Chiesa Vescovile di quelle, la nomina delle quali spetta a V. M. come Re di questo Regno, con restar salva ed illesa la Suprema Regalia della M. V. e salva ancora le ragioni all'Unità contro il Titolare per la rata de' pesi reali accagion del Catasto, con che debba il suddetto Prelato de' Liguori risedere ed abitare nel Regno a tenore del Real Dispaccio de' 5 Settembre 1769. E questo è quanto.

Napoli lì 8ottobre 1775.

Di V. M. V.mo Vassallo e Cap.no Matteo Gennaro, Arcivescovo di Cartagine. - Domenico Potenza. - Francesco Albarelli

[Segue l'Exequatur in latino (la lettura è incerta)]

Exequatur accurata forma Retroscripate Relationis – Salomonius = Patritius = V.et Fiscus Regalis Coronae = Praevisum per Regalem Camerae Sanctae Clarae Neapoli die 14 M(ensis) Junii 1779 = Pro Mag(nifi)co Mastellone = Pisanus Ill.mis Marc. Citus P. S. R. C. et coeteris Spirituales Aularum Praefecti tempore sub.nis impediti.

Concordat cum suo originale sistente in fasciculo Appuntamentorum Regalis Camerae S. Clarae quam meliori rend. semper salva et infirmanda.

Datum Neapoli die 30 mensis Junii 1779.

Martius Pisanus




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