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S. Alfonso Maria de Liguori Meditaz. per l'ottava di Natale IntraText CT - Lettura del testo |
MEDITAZIONE VIII. - Del nome di Gesù.
Il nome di Gesù è nome divino annunziato a Maria per parte di Dio da S. Gabriele: Et vocabis nomen eius Iesum (Luc. I, 31). Che perciò fu chiamato Nomen super omne nomen (Phil. II, 9).1 E fu chiamato nome in cui solamente si trova la salute: In quo oportet nos salvos fieri (Act. IV).2 Questo gran nome dallo Spirito Santo è assomigliato all'olio: Oleum effusum nomen tuum (Cant. I, 2). Per ragione, dice S. Bernardo, che siccome l'olio è luce, è cibo ed è medicina; così il nome di Gesù è luce alla mente, è cibo al cuore ed è medicina all'anima.3 È luce alla mente. Con questo nome si convertì il mondo dalle tenebre dell'idolatria alla luce della fede. Noi che siam nati in queste regioni, dove prima della venuta di Gesù Cristo tutti i nostri antenati erano gentili, tutti saressimo ancora tali,
se non fosse venuto il Messia ad illuminarci. Quanto dobbiamo dunque ringraziare Gesù Cristo del dono della fede! E che sarebbe di noi, se fossimo nati nell'Asia, nell'Africa o nell'America, in mezzo agli eretici o scismatici? Chi non crede è perduto: Qui... non crediderit condemnabitur (Marc. XVI, 16). E così verisimilmente saressimo perduti noi ancora.- In oltre il nome di Gesù è cibo che pasce i nostri cuori; sì, perché questo nome ci ricorda quel che ha fatto Gesù per salvarci. Onde questo nome ci consola nelle tribolazioni, ci dà forza a camminare per la via della salute, ci dà animo nelle diffidenze, c'infiamma ad amare, ricordandoci quel che ha patito il nostro Redentore per salvarci.-Questo nome finalmente è medicina all'anima, mentre la rende forte contro le tentazioni de' nostri nemici. Trema l'inferno e fugge all'invocazione di questo santo nome, secondo quel che disse l'Apostolo: In nomine eius omne genuflectatur caelestium, terrestrium et infernorum (Philipp. II, 10).4 Chi è tentato e chiama Gesù, non cade; e sempre che l'invocherà, non caderà e sarà salvo: Laudans invocabo Dominum, et ab inimicis meis salvus ero (Ps. XVII, 4). E chi mai s'è perduto, ch'essendo tentato ha invocato Gesù? Si perde chi non l'invoca in suo aiuto o chi persistendo la tentazione lascia d'invocarlo.