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S. Alfonso Maria de Liguori
Meditazioni...giorni della novena

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MEDITAZIONE V.

Oblatus est, quia ipse voluit (Is. LIII [7]).

Il Verbo divino nel primo istante che si vide fatt'uomo e bambino nell'utero di Maria, tutto si offerì da se stesso alle pene ed alla morte per lo riscatto del mondo: Oblatus est quia ipse voluit. Sapeva egli che tutti i sacrifici degl'irci e de' tori offerti a Dio per lo passato, non avean potuto soddisfare per le colpe degli uomini, ma vi bisognava una persona divina che per essi pagasse il prezzo della loro Redenzione; onde disse, come ci fa sapere l'Apostolo: Ingrediens mundum dicit: Hostiam


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et oblationem noluisti; corpus autem aptasti mihi... Tunc dixi: Ecce venio (Ps. XXXIX, 7).1 Padre mio, disse Gesù, tutte le vittime a voi sinora offerte non sono bastate né potevano bastare a soddisfar la vostra giustizia; avete dato a me questo corpo passibile acciocché collo sborso del mio sangue vi plachi e salvi gli uomini; ecce venio, eccomi pronto, tutto accetto ed in tutto mi sottometto al vostro volere. - Ripugnava la parte inferiore che naturalmente ricusava quella vita e quella morte così piena di pene e di obbrobri. Ma vinse la parte ragionevole ch'era tutta subordinata alla volontà del Padre, e tutto accettò; cominciando Gesù a patire da quel punto tutte le angosce e i dolori che dovea soffrire negli anni del suo vivere. Cosi si portò il nostro Redentore sin da' primi momenti della sua entrata nel mondo. Ma oh Dio, come ci siam portati noi con Gesù da che cominciammo adulti a conoscere col lume della fede i sagri misteri della sua Redenzione? Quali pensieri, quali disegni, quali beni abbiamo amati? piaceri, spassi, superbie, vendette, sensualità; ecco i beni che si han presi gli affetti del nostro cuore. Ma se abbiam fede, bisogna finalmente mutar vita e amore. Amiamo un Dio che tanto ha patito per noi. Mettiamoci innanzi le pene del Cuore di Gesù sofferte per noi sin da bambino, che cosi non potremo amare altro che questo Cuore che tanto ci ha amato.




1 Hebr. X, 5, 6, 7.




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