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S. Alfonso Maria de Liguori
Med. per otto giorni di esercizi spirituali

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MEDITAZIONE VI - Del giudizio

 

Figuratevi di ritrovarvi moribondo1 ed agonizzante, sì che non vi resti più di un'ora o meno di vita. Immaginatevi dunque che tra poco doveste presentarvi avanti a Gesu-Cristo giudice, per render conto di tutta la vostra vita. Oimè allora non avrete cosa, che più v'atterrisca, che la vostra mala coscienza. Bisogna pertanto tenere aggiustati i conti, prima che venga il giorno de' conti.

 

Allora si sta per passare all'eternità. Il rimprovero de' peccati fatti, la diffidenza promossa dal demonio, l'incertezza della sorte che ci ha da toccare, oh Dio, in qual tempesta di confusioni e timori farà trovarci! Stringiamoci da ora con Gesu-Cristo e con Maria, acciocché in quel punto non ci abbandonino.

 

Che spavento apporterà allora il pensiero che tra pochi momenti dovremo esser giudicati da Gesu-Cristo! S. Maria Maddalena de' Pazzi,2 stando inferma, fu interrogata dal confessore, perché così tremasse? rispose: «Ah padre, ch'è una gran cosa il dover comparire avanti di Cristo giudice»!

 

Deh Gesù mio, ricordatevi ch'io sono una di quelle vostre pecorelle, che voi avete redente col vostro sangue: «Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni, quos pretioso sanguine redemisti».3

 

È sentenza comune de' dottori,4 che nello stesso luogo e punto,


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in cui l'anima spira, è giudicata da Gesu-Cristo. Sicché in quel medesimo momento si forma il processo, si fa la sentenza, e si eseguisce.

 

O momento fatale, in cui si decide la sorte felice o infelice, che ciascuno di noi avrà da avere in eterno!

 

Il Ven. P. Luigi da Ponte,5 pensando al giudizio, tremava in modo che facea tremare anche la camera dove stava.

 

Ah Gesù mio, se ora voleste giudicarmi, che ne sarebbe di me? Eterno Padre, «respice in faciem Christi tui».6 Io mi pento di tutte l'offese che v'ho fatte: guardate il sangue, le piaghe del vostro Figlio, e abbiate di me pietà.

 

Spirata ch'è l'anima, forse dagli assistenti ancor si dubita se sia spirata o no; ma ella è già entrata nell'eternità. Quindi il sacerdote accertatosi della morte, asperge il cadavere coll'acqua benedetta, e poi chiama i santi e gli angeli, che vengano in soccorso di quell'anima: «Subvenite, sancti Dei, occurrite, angeli Domini».7 Ma s'ella si è perduta, i santi e gli angeli non possono più soccorrerla.

 

Verrà Gesù a giudicarci, apparendoci colle stesse piaghe, che patì per noi nella sua passione. Queste piaghe saranno di consolazione a' penitenti, che in vita con vero dolore hanno pianti i loro peccati; ma saranno di spavento a' peccatori morti in peccato.

 

Oh Dio, qual pena avrà un'anima, la prima volta che lo vedrà da giudice, nel vederlo sdegnato! Sarà più pena questa, che lo stesso inferno.

 

Vedrà l'anima allora la maestà del giudice: vedrà quanto egli ha patito per suo amore: vedrà le tante misericordie che l'ha8 usate, i gran mezzi che l'ha9 somministrati per salvarsi: vedrà allora la vanità de' beni mondani, e la grandezza de' beni eterni: vedrà in somma queste e tutte le altre verità, ma senza frutto. Allora è finito il tempo di riparare gli errori. Quel ch'è fatto, è fatto.

 

Amato mio Redentore, fate ch'io vi miri placato la prima volta che vi vedrò; e perciò datemi ora luce, datemi forza di riformar la mia vita. Io vi voglio sempre amare. Se per lo passato ho disprezzata la grazia vostra, ora la stimo più di tutti i regni del mondo.


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Qual consolazione avrà nell'ora del suo giudizio chi per amore di Gesu-Cristo si è distaccato da tutte le cose della terra, chi ha amati i disprezzi, ha mortificato il corpo, chi in somma non ha amato altri che Dio!

 

Che allegrezza avrà in sentirsi dire: «Entra, mio buon servo10 e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore.11 Allegramente, già sei salvo,12 e non v'è più timore di perderti

 

All'incontro l'anima, ch'esce da questa vita in peccato, prima che Gesù la condanni, ella si condannerà da se stessa, e si dichiarerà rea dell'inferno.

 

O Maria, o mia grande avvocata, pregate Gesù per me. Aiutatemi ora che potete aiutarmi. Allora mi vedreste perire senza potermi soccorrere.

 

«Quae seminaverit homo, haec et metet» (Gal. 6. 7). Nel giudizio si raccoglie ciò che13 si è seminato in vita. Vediamo che cosa abbiam seminato sinora. E perciò facciamo ora quel che vorressimo14 aver fatto allora.

 

Se oggi tra un'ora dovressimo15 esser presentati al giudizio, quanto pagheressimo16 un altro anno di vita? E noi a che spenderemo gli anni che ci restano?

 

L'abate Agatone,17 dopo molti anni di penitenza, pensando al giudizio dicea: «Che sarà di me, quando sarò giudicato»? Ed il S. Giobbe esclamava: «Quid faciam cum surrexerit ad iudicandum Deus? et cum quaesierit, quid respondebo illi?» (Iob. 31. 14). E noi che risponderemo, quando Gesu-Cristo ci chiederà conto delle grazie, che ci ha fatte, e della nostra mala corrispondenza?

 

Ah mio Dio, «ne tradas bestiis animas confitentes tibi».18 Io non merito perdono, ma voi non volete ch'io diffidi della vostra misericordia. Salvatemi, Signore, cacciatemi dal fango delle mie miserie. Io voglio emendarmi, aiutatemi voi.

 

La causa che si tratterà nel punto di nostra19 morte, è una causa che importa la nostra fortuna, o la nostra ruina eterna. Dunque bisogna


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metter tutta la cura per accertar la vittoria d'una tal causa. Ognuno, ciò considerando, dice: «Così è». Ma giacché così è, perché non lasciamo tutto per darci tutti a Dio? «Quaerite Dominum dum inveniri potest» (Isa. 55. 6). Chi nel giudizio si trova aver perduto Dio, non può ritrovarlo più; ma in vita chi lo cerca lo trova. Gesù mio, se per lo passato ho disprezzato il vostro amore, ora altro non cerco che di amarvi e d'essere amato20 da voi. Fatevi da me trovare, o Dio dell'anima mia.

 

O pazzi del mondo, nella valle di Giosafatte vi aspetto. Ivi muterete sentimenti. Ivi piangerete la vostra pazzia, ma senza speranza di rimedio.

 

E voi, anime tribolate21 in questo mondo, allegramente, allegramente. In quel giorno finale tutte le vostre pene si convertiranno in delizie e gioie di paradiso: «Tristitia vestra vertetur in gaudium».22

 

Che bella comparsa faranno allora i santi, che in questo mondo sono stati così disprezzati! E quale orrenda comparsa faranno tanti miseri principi e re dannati!

 

Gesù mio crocifisso e disprezzato, io mi abbraccio alla vostra croce. Che mondo, che piaceri, che onori! Dio mio, voi solo voglio, e niente più.

 

Quale orrore sarà in quel giorno a' reprobi il vedersi discacciati da Gesu-Cristo con quella pubblica condanna: «Discedite a me maledicti»!23 Ah Gesù mio, io ancora ho meritata un tempo una tal sentenza! Ma ora spero che mi abbiate perdonato.24 Deh! non permettete ch'io mi separi più da voi: «Ne permittas me separari a te».25 V'amo, e spero di sempre amarvi.

 

Qual giubilo all'incontro sarà agli eletti il sentirsi invitare da Gesu-Cristo al paradiso con quel dolce, «venite benedicti»! Amato mio Redentore nel26 sangue vostro spero di essere anch'io annoverato27 nel numero di queste anime fortunate, per amarvi abbracciato28 a' piedi vostri in eterno.


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Ravviviamo la fede, e pensiamo che un giorno abbiamo da trovarci in quella valle, o alla destra tra gli eletti o alla sinistra tra' dannati. Buttiamoci dunque a' piedi del crocifisso, diamo un'occhiata all'anime nostre, e se non le troviamo bene apparecchiate a comparire innanzi a Gesu-Cristo, rimediamo ora che è tempo.29 Distacchiamoci da ogni cosa, che non è Dio, e stringiamoci con Gesu-Cristo, quanto più possiamo, coll'orazione, colle comunioni, colla mortificazione de' sensi, e sopra tutto colle preghiere. Il mettere in esecuzione questi mezzi, che Dio ci porge per la nostra salute, sarà un gran segno della nostra predestinazione.

 

Gesù mio e giudice mio, io non vi voglio perdere, ma vi voglio sempre amare.

 

V'amo, amor mio, io v'amo; e così spero di dirvi la prima volta, che vi vedrò da mio giudice. Ora vi dico: «Signore, se volete castigarmi come io ho meritato, castigatemi; ma non mi private del vostro amore: fate ch'io vi ami sempre, e sempre sia amato30 da voi, e poi fate di me quel che vi piace».

 




1 [9.] moribondo) moribonda ND VR NS.



2 [21.] CEPARI V., Vita della serafica vergine S. Maria Maddalena de' Pazzi, c. 63; Roma 1669, 372.



3 [27.] Hymnus, Te Deum.



4 [28.] Cfr. THEOPH. RAYNAUDUS, De attributis Christi, sectio IV, c. 8, nn. 644 e 648; II, Lugduni 1665, 309 e 313.



5 [6.] PATRIGNANI G., Menologio, I (16 feb.), Venezia 1730, 143.



6 [9.] Ps., 83, 10.



7 [16.] Rituale Romanum, Ordo commend. animae: «Subvenite, sancti Dei, occurrite, angeli Domini, suscipientes animam eius, offerentes eam in conspectu Altissimi».



8 [26.] l'ha) gli ha NM.



9 [27.] l'ha) gli ha NM.



10 [5.] mio buon servo) mia buona serva ND VR NS.



11 [6.] Matth., 25, 21: «Ait illi dominus eius: Euge serve bone et fidelis, quia super pauca fuisti fidelis.... intra in gaudium domini tui».



12 [6.] salvo) salva ND VR NS.



13 [15.] ciò che) ciocché ND VR NM.



14 [16.] Vorremmo.



15 [18.] dovressimo) dovremmo VR.



16 [19.] pagheressimo) pagheremmo VR.



17 [21.] De vitis Patrum, l. III, n. 161; PL 73, 793.



18 [27.] Ps., 73, 19.



19 [31.] nostra) vostra NS.



20 [7.] amato) amata ND VR NS.



21 [12.] tribolate) tribulate NDm NS NM.



22 [14.] Io., 10, 20.



23 [22.] Matth., 25, 41.



24 [24.] perdonato) perdonata ND VR NS.



25 [25.] Oratio: Anima Christi. Per l'autore di questa preghiera, che non è S. Ignazio di Loyola, vedi P. DREVES, Laacher Stimmer, V (1898), 493; P. LETURIA, Libros de Horas, Anima Christi y Ejercicios espirituales de S. Ignacio, in Archiv. historicum Soc. Iesu, XVII (Roma 1948), 3 ss.



26 [29.] nel) al NDm ND NS; per il sangue VR.



27 [29.] annoverato) annoverata ND VR NS.



28 [30.] abbracciato) abbracciata ND VR NS.



29 [5.] tempo.) tempo: NM.



30 [16.] amato) amata ND VR NS.

 






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