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S. Alfonso Maria de Liguori Novena del Cuore di Gesù IntraText CT - Lettura del testo |
Approccio alla lettura*
Scheda
Edizioni contemporanee a S. Alfonso
1758, Napoli, Pellecchia, insieme a Novena del S. Natale, pp. 410-450.
1760, Venezia, Remondini, insieme a Novena del S. Natale.
1766, Bassano, Remondini, insieme a Novena del S. Natale.
1773, Napoli, Stasi, insieme a Novena del S. Natale.
1779, Bassano, Remondini, insieme a Novena del S. Natale.
1783, Napoli.
1783, Bassano, Remondini, insieme a Novena di S. Teresa e Settenario di S. Giuseppe.
Nove meditazioni sul Cuore di Gesù, precedute da una lunga prefazione su questa devozione. Qui l’autore ricorda che la domanda del P. de Gallifet per ottenere l’istituzione di una festa speciale si era scontrata con l’opposizione del promotore della fede, il cardinale Lambertini, (il futuro Benedetto XIV) perché "il buon Padre ... nella sua supplica si è poggiato su un punto dubbio, dandolo per certo".
In effetti la supplica supponeva il cuore come organo del sentimento ed essendo un’opinione filosofica discutibile, Lambertini stimava che non era il caso di compromettere la Chiesa accondiscendendo alle domande di devoti gesuiti. Di conseguenza la risposta doveva essere aggiornata.
S. Alfonso approfittò di questa novena per fare una precisazione, sollecitando Clemente XIII, successore di Benedetto XIV, per la concessione della festa tanto desiderata. "La speranza - egli scrive- che noi abbiamo di ottenere un giorno la suddetta concessione ... si fonda sul sentimento comune dei filosofi antichi e moderni di sapere che il cuore, benché non possa essere la sede dell’anima e del principio della vita, è al tempo stesso, come afferma anche il Muratori, una delle prime fonti e uno dei primi organi dell’uomo". Si può dire che rimettendo la questione sul giusto piano, S. Alfonso ha contribuito al successo di questa grande causa.
Il 25 gennaio 1765, la Sacra Congregazione dei Riti approvò la festa e lo stesso anno, il santo, diventato intanto vescovo di Sant’Agata dei Goti, ottenne il permesso di poterla celebrare nella sua cattedrale.
L’apporto considerevole dato da S. Alfonso alla divulgazione della devozione al Cuore di Gesù, gli valse le invettive dell’organo più in vista dei giansenisti italiani, gli Annali Ecclesiastici di Firenze, che scrissero di lui nel 1784: "Attraverso i suoi piccoli e cattivi libri di inetta pietà, e attraverso i membri della sua congregazione, questo vescovo non ha avuto paura di riprendere la fantasiosa, incoerente, farisaica, falsa, superstiziosa e nestoriana devozione al Cuore di Gesù, devozione uscita dal cervello della visionaria Alacoque".
Nel suo lavoro Anweisung zu der hochwichtigen Andacht zum heiligen Herzen Jesu Christi, pubblicato a Saint-Gall nel 1767, il P. Hermann Goldhagen, S. J., si appella all’autorità di S. Alfonso per dimostrare l’eccellenza della devozione al Sacro Cuore. "Tanta jam tunc apud Germanos erat sancti Doctoris in longinquam Italiam degentis auctoritas" (Nilles, De rationibus festorum SS. Cordium, Innsbruck, 1875, volume 2, p. 283).
Si pensa che questa novena fu composta in seguito ad un triduo predicato da S. Alfonso presso le Clarisse di Nola nel 1758.
Essa apparve a Napoli verso la fine di quest’anno come prima appendice alla Novena del S. Natale, che l’autore, in una sua lettera al Remondini, (14 aprile 1758), definisce il libro di Natale e del Cuore di Gesù. Essa riapparve poi regolarmente, alla fine di diverse edizioni della novena di Natale ed anche in una pubblicazione speciale con il Settenario in onore di S. Giuseppe e la Novena di S. Teresa (Bassano, 1783).
P. MauriceDe Meulemeester
Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,
Louvain 1933, pp. 100-101