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S. Alfonso Maria de Liguori
Novena in onore di S. Michele

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Giorno III.

 

Scrisse il Diacono Pantaleone che l'Arcangelo S. Michele non solo ottiene valore ai suoi divoti per resistere alle tentazioni dell'Inferno, ma egli stesso si mette a combattere, allor che vede qualche suo Divoto fortemente oppresso dal demonio, ed in vicino pericolo di cadere in peccato: Demonum impetum propulsat. Dice di più S. Brunone Vescovo di Segni nel Lazio, ed Abate di Monte Casino, che fiorì nell'XI secolo, che questo S. Arcangelo è così amante degli uomini, che non cessa di giorno, e di notte di combattere contro il dragone infernale e chiama ancora in ajuto gli Angeli suoi, acciocché, noi non restiamo vinti da tal nemico: Michael cum Angelis suis diu, noctuque non cessat proeliari contra dragonem illum.


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Anzi dice Pantaleone che il S. Arcangelo: Semper castra locat in circuitu fidelium; a nostro modo d'intendere egli insieme cogli altri Angeli suoi compagni mette le guardie d'intorno a' Cristiani, acciocché non restino fatti prede dell'Inferno, specialmente se quelli sono a lui ricorsi per ajuto.

 

Narra Giacomo Massi (Part. 2. Cap. 16) parlando de' soccorsi che presta S. Michele a suoi Divoti, che un certo Uberto Salonico Tesoriere del Re di Colonia, essendo vivuto in peccato per molti anni, venne finalmente a morte, e già moriva dannato se S. Michele non l'avesse soccorso. Confessò egli stesso, che stando in quell'estremo già si tenea per perduto, e già i demonj erano venuti a prenderlo, ma che allora gli era comparso S. Michele verso cui in vita era stato divoto, e che il S. Arcangelo discacciò quei demonj, e rivolto ad esso, gli disse, che gli aveva imprestati da Dio otto giorni di tempo per aggiustare gli sconcerti della sua coscienza. Allora egli si fe' chiamare un confessore, si confessò con vero dolore, e prese con divozione gli altri Sagramenti, e morì con grande speranza di salute.

 

Da questo esempio non dobbiamo ricavarne, che sebbene seguitiamo la mala vita, S. Michele ci otterrà la salute in morte, perché queste grazie sono grazie rare; del resto chi ritorna al vomito rimarrà abbandonato da Dio. Deus non irridetur super tribus sceleribus Damasci, et super quatuor non convertam eos. Amos 1. 2.

 




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