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S. Alfonso Maria de Liguori
Opera dogmatica...eretici pretesi riformati

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Introduzione

È l'opera di cui il 13 marzo 1769 S. Alfonso fa cenno al pio operaio P. Stefano Longobardi: "Io sto stampando un'opera molto utile, il Compendio dell'Istoria del Concilio di Trento del Cardinal Pallavicino, la quale è confusissima.

Già so che vi è un'altro compendio di ciò, del P. Morelli Camaldolese, ma quello pure è confuso; oltreché Pallavicino e Morelli parlano di tutti i fatti, anche temporali, avvenuti nel tempo del Concilio. Io parlo solamente delli punti dogmatici di Fede che furono definiti dal Concilio; onde il mio libro contiene una buona Dogmatica... Già se ne sono stampati molti fogli...

Io seguito co' miei dolori a star confinato in letto, ma sto senza febbre e colla testa fresca, ed ora ho più tempo di fare qualche opera per la gloria di Dio e per bene della Chiesa, a beneficio della quale ora poco si stampa, ma solo in contrario per vederla abbattuta ".

A questa Opera dommatica i censori (Don Giulio Selvaggi per l'arcivescovo e il canonico Giuseppe Simioli per il re) diedero un lasciapassare franco e pieno di lodi, confermato dalla Real Camera il 2 settembre 1769.

La notizia arrivò anche alle orecchie di Tanucci, che, sebbene amico di Simioli, sapeva troppo bene l'influenza di Alfonso per non temerla... Tanucci spedì un dispaccio segreto al suo uomo di fiducia, il cavaliere Francesco Vargas Maciucca (ma qualcuno riuscì ad averne copia e inviarla al Nunzio): "Essendo Mons.r Liguoro troppo sospetto di attaccamento alla setta Gesuitica, e perciò sospetta qualunque sua opera di essere infetta di sentimenti erronei e contrari al vero spirito della Chiesa ed alla sovranità, vuole il Re che V. S. Ill.ma con riserva ed attenzione veda un libro da lui ultimamente composto sul Concilio di Trento... e riferisca col suo parere, procurando intanto con prudenza l'impedirne e sospenderne la pubblicazione e la vendita. Glielo prevengo nel Real nome per l'adempimento. - Procida 17 settembre 1769 - Bernardo Tanucci".

Ma la corte non ebbe niente da ridire sulla teologia del vescovo e il volume apparve nel 1769, dedicato al nuovo papa, il francescano Ganganelli, diventato Clemente XIV.

Cf. Th. ReyMermet,

Il Santo del secolo dei lumi

Città Nuova 1982, pp. 716-717

 

 




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