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S. Alfonso Maria de Liguori
Opera dogmatica...eretici pretesi riformati

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§. 4. Opposizioni che si fanno da' contrarj a' libri deuterocanonici.

24. Contra il libro di Baruch si oppone che non si ritrova nel canone di alcuni padri. Ma si risponde che ciò avvenne (come avverte il Bellarmino12 perché questi tali credettero che il libro di Baruch fosse di Geremia, mentre Baruch fu scrivano di Geremia, come si ha in Geremia nel capo 36. Del resto tutti poi l'han ricevuto per divino e ne han citati i testi sotto il nome di Geremia, siccome può vedersi nel luogo citato di Bellarmino.

25. Contra il libro di Tobia si oppone che non si ritrova nel canone de' giudei fatto da Esdra. Ma si risponde che dalla chiesa cattolica sempre è stato riconosciuto per divino, come apparisce da' concilj d'Ippona e Cartagine e dal canone di Gelasio.

26. Contra il libro di Giuditta Lutero e Grozio dubitano che l'istoria ivi narrata sia favola, ma da' santi padri è stata ricevuta per vera istoria, come si ha anche dal concilio ipponese dell'anno 393 e dal cartaginese 397 e da Innocenzo I.13, ed anche dal concilio romano sotto Gelasio I. Contra il libro di Esdra dicono gli anabattisti esser falso. Ma errano, perché questo libro in quanto a' primi nove capi anche dagli ebrei fu ricevuto per divino. È vero che in quanto agli altri sette capi da alcuni si è dubitato della loro veracità, ma da' santi padri comunemente l'istoria di Esdra è stata avuta per vera. Finalmente questo libro si ritrova nella volgata, la quale è stata approvata dal Tridentino. Oppongono che gli ultimi sette capi non convengono coi primi. Ma si risponde che tali sette capi che nella nostra volgata sono gli ultimi, in verità non sono gli ultimi, ma alcuni appartengono al principio del libro, come i capi 11. e 12.; alcuni altri al mezzo, come li capi 13. 14. 15. e 16.; ed altri alla fine, come il capo 10. E s. Girolamo questi sette capi li pose alla fine perché non li ritrovò nel codice ebreo ma solo nella volgata.

27. Contra il libro di Tobia si oppone per I. che non si ritrova nel canone degli ebrei. Ma si risponde che Esdra nel suo canone non vi pose tutt'i libri divini, ma dalla chiesa cattolica questo libro sempre è stato ricevuto per divino come consta da' concilj d'Ippona e di Cartagine e dal canone di Gelasio. Si oppone per 2. che in detto libro di Tobia dicesi che Sara futura moglie del giovane Tobia abitò in Rages, ove narrasi nel capo 4 che vi abitò anche Gabele. Ma nel capo 6 si dice che, essendo giunto lo stesso Tobia


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dove stava Sara, di mandò l'angelo a Gabele in Rages. Si risponde che in quel regno della Media o vi furono due città chiamate Rages, o pure che Rages del capo 3 non era la stessa città, ma territorio di quella, come si dice abitare in Roma chi abita nel territorio romano.

28. Contra il libro di Giobbe ha dubitato alcuno che non fosse vera istoria. Ma la chiesa così greca come latina per vera l'han tenuta ed han venerato Giobbe come uomo santo; ed in Ezechiele 14. 14. si numera Giobbe fra i santi Noè e Daniele: Etsi fuerint tres viri isti in medio eius, Noe, Daniel et Iob. Nel nostro martirologio si pose la sua festa sexto idus maii.

29. Circa il libro de' salmi non vi sono opposizioni, ma vi sono due sentenze, ambedue gravi e probabili: una che il libro fosse tutto di Davide, l'altra che fosse anche di altri scrittori, i quali stan nominati già nei titoli de' salmi.

30. Contro il libro della sapienza si è dubitato da alcuni se fosse di Salomone. Ma senza ragione, poiché nello stesso libro Salomone si a conoscer per autore di quello.

31. Contra l'ecclesiastico si oppone che non si ritrova nel canone di Esdra. Ma già si è detto di sopra che non tutti i libri divini furono posti da Esdra nel suo canone. Del resto i maggiori della chiesa ed i principali padri l'hanno annoverato nel numero de' libri divini.

32. Circa il libro di Daniele han dubitato alcuni del cantico de' fanciulli e delle istorie di Susanna, di Belo e del dragone, perché non si leggono nel canone ebreo. Ma la chiesa cattolica col consenso de' padri le ha ricevute tutte per vere. Si oppone che nel capo 6. dicesi che Daniele fu nel lago de' leoni per una sola notte, ma nel capo 14. narrasi, esservi stato per sei giorni. Si risponde che due volte Daniele fu messo nel lago: la prima volta in Babilonia, quando uccise il dragone ivi adorato, ed allora ben vi fu per sei giorni, come si dice nel capo 14. La seconda volta vi fu posto sotto Dario, perché avea pregato Dio contra l'editto di Dario, ed allora vi fu per una sola notte, come si ha nel capo 6.

33. Contra il primo libro de' maccabei si oppone al capo I. che Alessandro magno dicesi ivi essere stato il primo a regnar in Grecia, quando all'incontro innanzi vi erano stati più dominanti. Si risponde che la scrittura ivi non parla di qualunque dominio, ma della monarchia de' greci, che Alessandro fu il primo a tenere. Si oppone di più che al capo 8, si dice che i romani in ogni anno davano il magistrato ad uno, a cui tutti ubbidivano; quando all'incontro in tal tempo si creavano i due consoli che governavano. Si risponde che la scrittura parla così perché in ogni mese o giorno (come altri vogliono) i consoli presedevano a vicenda, o vero perché uno di essi avea l'autorità principale.

34. Contra il secondo libro de' maccabei si oppone che nel capo I. dicesi che Antioco morì nel tempio di Nanea, quando che nel libro I, capo 6 si dice, morto nel suo letto. Si risponde che la scrittura nel libro 2, capo I non parla di Antioco Epifane, ma di Antioco Sotere, come si nomina da Giuseppe, il quale in verità nel detto tempio di Nanea fu lapidato. Ma nel detto libro I, capo 6 la scrittura parla di Antioco Epifane, che morì in Babilonia.

35. Si oppone di più che nel libro secondo, capo 2 narrasi che Geremia nascose l'arca in una spelonca; quando che Geremia stette carcerato per tutto il tempo, finché non fu distrutto il tempio. Si risponde che Geremia, presago del futuro, occultò l'arca a tempo di Gioachimo, nel quale tempo era libero e non carcerato.

36. Contra l'epistola di s. Paolo agli ebrei si oppone che non porta il nome di Paolo, e di più che differisce nello stile dalle altre sue epistole. Si risponde che l'apostolo omise di apporvi il suo nome perché sapea non esser quello grato agli ebrei, benché fedeli, mentre esso più degli altri predicava l'abolizione della vecchia legge. In quanto poi allo stile diverso, ciò nacque perché s. Paolo, scrivendo quella epistola nel suo idioma ebraico, la scrisse elegantemente; ma non così scrisse le altre epistole, poiché le scrisse in greco linguaggio, del quale non era molto perito, come avverte s. Girolamo.

37. Contra l'epistola di s. Giuda si oppone che in quella si cita come profetico il libro di Enoch, il quale è apocrifo. Si risponde che non si cita tutto il libro, ma solo una profezia fatta da Enoch, che forse in quell'apocrifo libro fu scritta ma che all'apostolo per rivelazion particolare fu accertata per vera.




12 - Cap. 8



13 - Epist. ad Exsuper.






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