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Sant'Alfonso Maria de Liguori
Pratica del confessore

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Pratica del confessore

Approccio alla lettura

Scheda

Edizioni contemporanee a S. Alfonso

1755, Napoli De Simone, in calce al 2° tomo della Theologia Moralis (2ªed. ).

1755, Napoli, De Simone, in 12°, p. 192, 36

1760, Napoli, Migliaccio, in 12°, p. 287

1771, Venezia, Vitto, in 12°, p. 298 (1ª ed. veneta)

Traduzione latina: Praxis confessarii ad bene excipiendas confessiones

1757, Roma, Sumptibus Remondinianis, p. 130-193, t. 3,Theol. Mor. (3ª ed.)

1757, Venezia, Remondini, in 12°, p. 216.

1763, Roma-Bologna, Sumptibus Remondinianis, p. 129-169, t. 3,Theol. Mor. (5ª ed.)

1764, Venezia, Remondini, in 12°, p. 243.

1765, Augsburg-Innsbruck, Wolff, in 12°, pp. 259.

1767, Roma, Sumptibus Remondinianis, p. 126, 166, t. 3,Theol. Mor. (6ª ed.)

1768, Laybach, Carinzia, s. n. (dedicata a Sodalibus... sodalitatis B. V. M. In coelos assumptae)

1771, Augsburg-Innsbruck, Wolff.

1772-73, Bassano Remondini, p. 126-166, t. 3,Theol. Mor. (7ª ed.).

1779, Bassano Remondini, p. 126-166, t. 3,Theol. Mor. (8ª ed.).

1781, Bassano Remondini, in 12°, p. 240.

1785, Bassano Remondini, p. 126-166, t. 3,Theol. Mor. (9ª ed.)

Fino al 1912 tutti quelli che hanno parlato della Pratica del Confessore l’hanno datata nel 1748. Essi si basavano su una lettera del 31 maggio di quell’anno, nella quale S. Alfonso parla a un Padre della Compagnia di Gesù di una Pratica che sta per uscire. Questa lettera si trova nella Raccolta di Lettere del venerabile servo di Dio A. M. De Liguori, pubblicata a Roma, presso Bourlié, nel 1815. Siccome l’originale è andato perduto, le altre raccolte l’hanno riprodotta tale e quale all’edizione romana (l’errore rimane ancora nelle Lettere di S. Alfonso 1887, t.1, p. 152).

Il P. G. Blanc C.Ss.R., nella prefazione dell’edizione latina della Pratica (Roma 1912) ha provato che la data del 1748 è certamente erronea.

In effetti S. Alfonso dice al suo corrispondente che questo nuovo trattato è come un riassunto della sua Theologia Moralis pubblicata precedentemente. Ora la grande opera della Morale apparve per la prima volta nel settembre del 1748 con l’imprimatur del 23 luglio di quest’anno. Dunque, bisognerebbe leggere all’intestazione della lettera sulla quale ci si basa per datare la Pratica, non "1748", ma "1758". L’errore della raccolta del 1815 si spiega facilmente sia per una distrazione dei tipografi, sia del fatto che sotto la penna di S. Alfonso le cifre 4 e 5 sono appena differenti: il che può aver dato luogo ad una copia difettosa dell’originale.

La Pratica, di cui parla la lettera del 31 maggio 1758, non è quella esposta qui, ma l’Istruzione e Pratica per un confessore (Homo Apostolicus) apparsa verso la fine del 1757, qualche settimana prima che fosse scritta la summenzionata lettera, che S. Alfonso spesso chiama "la Pratica grande" per distinguerla da questa qui, molto meno estesa.

La Praxis Confessarii, di cui qui si tratta, apparve nel 1755 in appendice alla 2ª edizione della grande Theologia Moralis, come risulta chiaramente dalla lettera dedicatoria del libro a Benedetto XIV e da una lettera del Santo a Remondini il 12 giugno 1756.

Questa ultima lettera ci fa apprendere che S. Alfonso fece stampare questo lavoro anche in opera separata: "L’ho fatta stampare a parte"; egli suggerisce al suo editore veneziano l’idea di farne una tiratura a parte: "Sarebbe una cosa utilissima e stia certo che nell’Italia ne farebbe uno smaltimento grandissimo".

Non sembra che il Remondini abbia dato seguito al suggerimento di questo progetto; ma egli ha pubblicato più tardi parti distinte della traduzione latina che erano nel secondo volume della terza edizione della Theologia Moralis del 1757 sotto il titolo: Praxis confessarii ad bene excipiendas confessiones.

Questa traduzione fu fatta in parte dallo stesso S. Alfonso e in parte dai padri Cajone e Ferrara sotto la guida dell’autore (Cf. lettera del Santo del 25 luglio 1756). Le edizioni separate del trattato si fecero generalmente in italiano. Intanto ve ne furono in latino a Venezia-Bassano nel 1757, 1764 e 1781, a Vienna e Innsbruck nel 1765 e 1771 e a Laybach (Carinzia) nel 1768.

Bisogna segnalare ancora una edizione latina della Pratica a Siracusa nel 1776 ad opera di Mercurio Maria Teresi; ma questo teologo vi fece tanti adattamenti e modifiche che l’opera non è più di S. Alfonso.

Zaccaria, nella sua Storia letteraria d’Italia (Modena 1758, t. 12, p. 332), dà alla Pratica questo apprezzamento molto elogiativo: "Oh che buon contravveleno è questa mai a quella anzi Filippica, che Istruzione dei Confessori o dei Penitenti stampati dall’Occhi nel 1753. Qual diversità. La Pratica del P. Ligorio spira un’unzione di Dio, tutta carità, tutta dolcezza, tutta moderazione; l’Istruzione spira furore, tutta trasporto, tutta fierezza, tutto fanatismo. In quella si vede l’uomo saggio che cerca la salute delle anime; in questo uno Scrittore impetuoso, che alla disperazione precipita i Fedeli. La prima con diritto metodo procede, e con giusta dottrina alla penitenza spiana la strada; la seconda è un zibaldone disordinato e con istravolte opinioni odiosa rende la sacramental confessione... Sia benedetto questo dotto e pio Religioso!"

L’Istruzione dei Confessori, così maltrattata in questa recensione di Zaccaria, è quella del domenicano Concina. I seguaci di questa teologia rigida se ne offesero e ne fecero una replica risentita in Notomia di tutti i tomi della Storia Letteraria (Lucca 1761, t. 4, p.29).

L’Elenchus degli Acta Doctoratus cita in data 1748 due opuscoli: Regolamento per una religiosa che dimanda d’esser guidata per la via di maggiore perfezione, e Avvertimenti generali per la perfezione, i quali non sono che due frammenti della Pratica. Essi pertanto non devono essere numerati tra le opere ascetiche del Santo e la loro data, come quella del libro da cui sono estratti, deve essere ricondotta al 1755.

 

P. Maurice De Meulemeester

Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,

Louvain 1933, pp. 81-83

 




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