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S. Alfonso Maria de Liguori
Regole... Seminario di S. Agata

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III. - I Prefetti particulari.

 

Per 1.o. Debbono essi attendere a fare eseguire le regole e tutti gli ordini particulari del vescovo e del rettore ed ||17|| a far ubbidire a' segni comuni.

 

Sia pertanto egli il primo a levarsi e l'ultimo ad andar a letto. Sia pronto ad accompagnare i seminaristi, quando vanno alla cappella o alla scuola o alla mensa. In tempo dello studio camerale avvertono a non disturbare i seminaristi colle parole o passegiare. Se mai lor bisognasse di uscire dal seminario per qualche affare, non escano senza licenza del rettore e procurino di andarvi quando i giovani stanno alla scuola, e di ritornare prima che quelli n'escano. Se poi andassero a qualche luogo dello stesso seminario, ne avvisino il prefetto generale, acciò che fratanto egli stia attento alla camerata.

 

Per 2.o. Stiano attenti che nella notte il lume stia sempre acceso, con procurare che lo stoppino sia bene accomodato e l'olio della lampa sia puro e bastante, e tengasi vicino il fucile, se mai il [lume] si smorzasse. Di più che il lume nel tempo di riposo sia levato in altro [=alto], affinché da niuno possa essere spento. Di più in questo tempo del riposo della notte attendano a servire [=serrare] il comune colla chiave, con porsela sotto del coscino. Nel riposo poi del giorno non si chiudano le finestre, ma si tengano alquanto socchiuse in modo ||18|| che possa vedersi quel che si fa.

 

Per 3.o. Stiano attenti la mattina e la sera che i seminaristi osservino la modestia nel vestirsi e spogliarsi, quando si levano o vanno a letto. Già s'è detto di sopra che il seminarista, postasi la sottana, debba subito scendere da letto e vestirsi (come anche spogliarsi) seduto


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alla sua sedia, rivolto allo stipo. Solamente ne' tempi più freddi possono vestirsi e spogliarsi sopra del letto, ma con porsi le calzette sotto la coverta.

 

Quando i seminaristi la mattina vanno all'orazione, stanno accorti a vedere se resta alcuno nel camerino, e se resta, procuri di non farlo restar solo, e perciò ne avvisi il prefetto generale. E così anche, se alcun seminarista è chiamato alla porta, non permetta che vada mai solo: o l'accompagni, o procuri che l'accompagni il prefetto de' corridori, o almeno lo facci accompagnare da persona di cui può fidarsi.

 

Per 4.o. Se mai il rettore non avesse assegnato ad alcuno figliuolo il luogo a sedere nella mensa o nella ricreazione o nella scuola, ce l'assegnino essi prefetti, sino che lo facciano assegnare dal rettore. Procurino che la ricreazione, come si ||19|| disse di sopra, si faccia nella sera sempre secondo la regola, sedendo tutti in giro, stando ciascuno con qualche distanza lontano dall'altro.

 

Per 5.o. Nelle ricreazioni, che si fanno così nella camerata la mattina, come nelle uscite in campagna, procurino che tutti i figliuoli non si mettano a parlare da solo a solo con compagni, ma stiano sempre sotto i su[o]i occhi e vicini, accioché essi prefetti possono vedere e sentire quello che si fa e si dice. E correggano e mortifichino con imponer silenzio ad alcuno che facesse qualche insolenza in queste ricreazioni o dicesse a' compagni qualche parola pungitiva o poco modesta.

 

Per 6.o. Correggano con fortezza chi non ubbidisce alle regole, a' segni comuni o agli ordini del vescovo e del rettore. Il prefetto non può dar castighi, ma ben può imponere ad alcuno il silenzio, con riferir poi tutto al rettore. Se mai trova armi o libri che non convengono, li prenda e li porti al rettore.

 

Per 7.o. I prefetti debbono invigilare che i ||20|| seminaristi pratichino la modestia degli occhi, e specialmente nella chiesa, nelle strade e nel refettorio. Né permettano mai a' medesimi di entrare nel refettorio o nelle officine per qualunque pretesto, né di conversare co' serventi.

 

Per 8.o. Sopra tutto i prefetti siano fedeli in referire al rettore i difetti di ciascuno, specialmente se sono frequenti e più specialmente poi se fossero contro l'onestà. Perciò ogni prefetto tenga una nota de' difetti che possono accadere più facilmente nel seminario, per notarvi di sotto i nomi di coloro che li commettono. Questa nota servirà per tener la memoria de' difetti che han veduti, per riferirli al rettore. La nota si farà così:

1. - Si è levato tardi (qui si lascia il largo per notarvi i nomi degl'inosservanti, e così anche si lascia il largo per li seguenti punti).


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2. - Non è stato modesto in cappella o alla mensa o per le strade.

3. - Ha parlato da solo a solo o in segreto con un compagno; o pure ha parlato con altri d'altra camerata.

||21|| 4. - Ha stese le mani sopra un altro; o pure ha detto parole immodeste o ingiuriose.

5. - È andato alla porta o ad altro luogo senza licenza.

6. - Da due settimane non si è confessato.

7. - È poco divoto. Non osserva il silenzio. Non ubbidisce al tal ordine ecc.

 

Avendo [= Avvertano] in somma i prefetti che il profitto o rilasciamento del seminario per la maggior parte da essi dipende. Onde dovran rendere gran conto a Dio, se mancheranno d'usar rigore per rispetti umani o per negligenza.

 

È vero che facendo il loro uffizio come debbono, si concilieranno contro l'animosità di alcuni. Ma bisogna o che si licenziino dal seminario o che facciano quel che debbono, se non vogliano rendersi rei avanti a Dio della ruina della comunità; giacché il vescovo ed il rettore non possono sempre assistere a' seminaristi come assistono i prefetti, e perciò non possono rimediare a' disordini e scandali che accadono, se i prefetti lasciano di riferire le mancanze che ||22|| vedono. E così, mancando essi di riferire a' superiori i disordini, è certa la ruina del seminario.

Regole del Seminario di S. Agata de' Goti, riformate dall'Ill.mo e Rev.mo Sig. D. Alfonso di Liguori, Vescovo di detta Città di S. Agata.




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