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S. Alfonso Maria de Liguori
Riflessioni Devote sopra diversi punti...

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§. 8. Ho da morire un giorno.

 

È un ricordo molto utile per la salute eterna il dire spesso fra noi: Ho da morire un giorno. La chiesa ogni anno nel giorno delle ceneri questo ricordo a' fedeli: Memento, homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris. Ma questa verità della morte ci vien ricordata molto spesso fra l'anno, ora da' cimiteri che incontriamo nelle vie, ora dalle tombe che vediamo nelle chiese, ed ora dai morti che si portano a seppellire.

 

I mobili più preziosi che portavansi gli anacoreti nelle loro grotte erano una croce ed un teschio di morto: la croce per ricordarsi dell'amore portato a noi da Gesù Cristo, e il teschio per ricordarsi del giorno della loro morte. E così perseveravano essi nella penitenza sino alla fine de' loro giorni; e morendo da poveri in quel deserto, morivano più contenti che non muoiono i monarchi nelle loro reggie.

 

Finis venit, venit finis1. In questa terra chi vive più, chi vive meno; ma per ognuno o più presto o più tardi ha da venire la fine; ed in questa fine che sarà il punto di morte, niun'altra cosa ci consolerà, che l'aver amato Gesù Cristo, e l'aver patito con pazienza per amor suo i travagli di questa vita. No che non consolano allora né le ricchezze acquistate né gli onori avuti né i diletti presi. Tutte le grandezze di questo mondo non consolano i moribondi, ma loro dan pena; e quante più se ne son procurate, tanto più crescerà la pena. Dicea suor Margarita di sant'Anna monaca carmelitana scalza e figlia di Ridolfo II. Imperatore: A che servono i regni nell'ora della morte?

 

Oimè a quanti mondani avviene che quando sono più occupati a procurarsi guadagni, poderi e cariche, venga detto loro colla nuova della morte: Dispone domui tuae, quia morieris et non vives2. Signor tale, è tempo che pensiate a far testamento, perché state male! Oh Dio, qual pena avrà colui che sta vicino a guadagnar quella lite, a prender possesso di quel palagio o di quel feudo, in sentirsi dire dal sacerdote ch'è venuto a raccomandargli l'anima: Proficiscere, anima christiana, de hoc mundo! Partiti da questo mondo e va a rendere i conti a Gesù Cristo! Ma ora non mi trovo apparecchiato bene. Ma che importa? ora bisogna partire.

 

Ah mio Dio, datemi luce, datemi forza di spender la vita che mi resta in servirvi ed amarvi! Se ora dovessi morire non morrei contento, morrei inquieto. Dunque che aspetto? che mi colga la morte con gran pericolo della mia salute eterna? Signore, se sono stato pazzo per lo passato non voglio esserlo più. Ora mi do tutto a voi, accettatemi voi e soccorretemi colla vostra grazia.

 

In somma per ognuno ha da venir la fine, e colla fine giungerà quel momento decisivo di avere una felice o infelice eternità: Oh momentum a quo pendet aeternitas! Oh pensassero tutti a questo gran momento ed al conto che in esso deve rendersi al Giudice di tutta la vita! Utinam saperent et intelligerent ac novissima


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providerent1. Certamente che non attenderebbero ad ammassar danari, e faticare per farsi grandi in questa vita che finisce; ma penserebbero a farsi santi e a diventar grandi in quella che non finisce mai.

 

Se dunque abbiamo fede e crediamo che vi è morte, giudizio ed eternità, procuriamo ne' giorni che ci restano di vivere solo a Dio. E perciò procuriamo di vivere da pellegrini in questa terra, pensando che presto avremo a lasciarla. Viviamo sempre a vista della morte, e negli affari di questa vita eleggiamo di fare quel che faremmo in punto di morte. Tutte le cose della terra o ci lasciano o le abbiamo da lasciare. Sentiamo Gesù Cristo che ci dice: Thesaurizate vobis thesauros in coelo, ubi neque aerugo neque tinea demolitur2. Disprezziamo i tesori della terra che non possono contentarci e presto finiscono, e guadagniamoci i tesori del cielo che ci faranno beati e non finiranno mai.

 

Misero me, Signore, che per le cose della terra ho tante volte voltate le spalle a voi bene infinito! Conosco la mia pazzia di aver cercato nel tempo passato di acquistare gran nome e di far fortuna nel mondo. La fortuna mia voglio che non sia altra da ogg'innanzi che l'amarvi e fare in tutto la vostra volontà. Gesù mio, toglietemi voi il desiderio di comparire, fatemi amare i disprezzi e la vita nascosta. Datemi forza di negarmi tutto ciò che a voi non piace. Fate ch'io abbracci con pace le infermità, le persecuzioni, le desolazioni e tutte le croci che m'inviate. Oh! potessi morire per amor vostro abbandonato da tutti, come voi siete morto per me! Vergine santa, le vostre preghiere possono farmi trovare la vera fortuna ch'è d'amare assai il vostro Figlio; deh! pregatelo per me, in voi confido.

 




1 Ez. 7. 2.



2 Is. 38. 1.



1 Deut. 32. 29.



2 Matth. 6. 20.






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