Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
S. Alfonso Maria de Liguori
Riflessioni Devote sopra diversi punti...

IntraText CT - Lettura del testo
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 273 -


§. 16. Della misericordia di Dio.

 

È tanto il desiderio che ha Dio di dispensarci le sue grazie, che (come dice s. Agostino) più desidera egli di darle a noi, che noi non bramiamo di riceverle da lui: Plus vult ille tibi largiri bona, quam tu accipere concupiscas. E la ragione si è, perché la bontà, come dicono i filosofi, di sua natura est sui diffusiva, da sé stessa è spinta a diffondersi in beneficio degli altri; Iddio perciò, essendo una bontà infinita, ha un infinito desiderio di comunicarsi a noi sue creature e farci parte de' suoi beni.

 

Da ciò nasce poi la gran misericordia che ha il Signore delle nostre miserie. Dice Davide che la terra è piena della divina misericordia; non è piena della divina giustizia, perché Dio non esercita la sua giustizia in punire i malfattori, se non quando conviene ed è quasi costretto ad usarla; all'incontro egli è facile e liberale in esercitar la sua misericordia con tutti ed in ogni tempo; onde scrisse s. Giacomo: Superexaltat autem misericordia iudicium2. La misericordia spesso strappa di mano alla giustizia i flagelli apparecchiati a' peccatori e loro ottiene il perdono. Pertanto il profeta chiamava Dio collo stesso nome di misericordia: Deus meus misericordia mea3. E quindi dicea: Propter nomen tuum, Domine, propitiaberis peccato meo4. Signore, perdonami per lo nome tuo, giacché sei la stessa misericordia.


- 274 -


Dicea Isaia che il castigare è un'opera che non è secondo il cuore di Dio, ma aliena e peregrina (come dicesse, lontana dalla sua inclinazione): Dominus irascetur, ut faciat opus suum, alienum opus eius... peregrinum est opus eius ab eo1. La sua gran misericordia in somma l'indusse a mandare in terra il suo medesimo Figlio a farsi uomo ed a morire su d'una croce per liberare noi dalla morte eterna. Quindi cantò s. Zaccaria: Per viscera misericordiae Dei nostri in quibus visitavit nos oriens ex alto2. Per viscera misericordiae, s'intende una misericordia che proceda dal fondo del cuore di Dio; mentre si contentò che più presto morisse il suo Figlio fatt'uomo, che noi restassimo perduti.

 

Per vedere quanta sia la pietà di Dio verso di noi e il desiderio che ha di farci del bene basta leggere quelle poche parole ch'ei dice nel vangelo: Petite et dabitur vobis3. Che può dir di più un amico ad un altro per dimostrargli il suo affetto: Cercami quello che vuoi ed io te lo darò? Questo dice Dio ad ognuno di noi.

 

Egli vedendo le nostre miserie ci invita ad andare a lui e promette di sollevarci: Venite ad me omnes qui laboratis et onerati estis et reficiam vos4. Gli ebrei una volta lagnavansi di Dio e diceano di non volere più andare a cercargli grazie; ond'egli disse a Geremia: Perché il popolo mio non vuol venire più a me? forse son io qualche terra deserta o tardiva che non rende frutto o lo rende tardi? Numquid solitudo factus sum Israeli aut terra serotina? quare ergo dixit populus meus: Recessimus, non veniemus ultra ad te5? Con ciò volle il Signore spiegare il torto che gli faceano gli ebrei, mentr'egli sempre e subito consola ognuno che a lui ricorre; come già disse per Isaia: Statim ut audierit respondebit tibi6.

 

Sei peccatore, vuoi il perdono? non dubitare, dice s. Gio. Grisostomo, perché Dio ha più desiderio egli di perdonarti che tu brami d'esser perdonato: Non adeo cupis dimitti peccata tua, sicut ille dimittere7. Se poi Dio vede alcuno ostinato nel suo peccato egli l'aspetta per usargli misericordia: Expectat Deus ut misereatur vestri8. E frattanto gli dimostra il castigo che gli spetta acciocché si ravveda: Dedisti metuentibus te significationem ut fugiant a facie arcus, ut liberentur dilecti tui9. Ora si pone a bussargli la porta del cuore acciocché l'apra: Ecce sto ad ostium et pulso10. Ora gli va appresso dicendo: Et quare moriemini, domus Israel11? Come gli dicesse per compassione: Figlio, e perché ti vuoi perdere? Scrive s. Dionigi Aeropagita, che giunge a pregarlo acciocché non si perda: Deus etiam a se aversos amatorie sequitur et deprecatur ne pereant. E ciò lo scrisse anche l'apostolo pregando i peccatori da parte di Gesù Cristo a far pace con Cristo: Obsecramus pro Christo, reconciliamini Deo12. Commenta il Grisostomo: Ipse Christus vos obsecrat, quid obsecrat? reconciliamini Deo, riconciliatevi con Dio.

 

Se poi alcuni vogliono seguire ad essere ostinati che più ha da fare il Signore? Del resto egli farà sentire a tutti che non discaccerà quello che verrà pentito: Eum qui venit ad me,


- 275 -


non eiiciam foras1. Dice che è pronto ad abbracciare ognuno che a lui si converte: Convertimini ad me… et convertar ad vos2. Promette ad ogni empio che si pente di perdonarlo e di scordarsi de' suoi peccati: Si autem impius egerit poenitentiam... vita vivet omnium iniquitatum eius quas operatus est non recordabor3. Arriva a dire: Venite et arguite me: si fuerint peccata vestra ut coccinum, quasi nix dealbabuntur4. Dice arguite, come dicesse: Venite a me pentiti e se io non vi abbraccio riprendetemi come mancator di parola.

 

Ma no che il Signore non sa disprezzare un cuor contrito: Cor contritum et humiliatum Deus non despicies5. Leggesi in s. Luca con quanta festa egli abbracciò la pecorella perduta6. E con quanto amore accolse il figlio prodigo quando tornò a' piedi suoi7. E Dio stesso ivi dice che si fa più festa in cielo per un peccator che si pente, che per novantanove giusti innocenti: Dico vobis, quod ita gaudium erit in coelo super uno peccatore poenitentiam agente, quam super nonagintanovem iustis8. Spiega s. Gregorio la ragione di ciò; perché i peccatori compunti per lo più sogliono essere più fervorosi in amar Dio che i tepidi innocenti: Plerumque gratior est Deo fervens post culpam vita, quam securitate torpens innocentia9.

 

Gesù mio, giacché avete avuta tanta pazienza con me in aspettarmi e tanto amore in perdonarmi come spero, io voglio amarvi assai; ma quest'amore voi avete da darmelo. Datemelo, Signor mio: è poco onor vostro che v'ami poco un peccatore tanto da voi favorito. Gesù mio, quando comincerò ad esser grato con voi come voi siete stato buono con me? Per lo passato in vece di esser grato vi ho offeso e disprezzato. Dovrò forse viver sempre così verso di voi che nulla avete risparmiato per acquistarvi il mio amore? No, mio Salvatore, io voglio amarvi con tutto il mio cuore e non voglio darvi più disgusti. Voi mi comandate ch'io v'ami ed io altro non desidero che amarvi. Voi cercate me ed io non cerco altro che voi. Datemi il vostro aiuto senza cui non posso niente. O Maria, o madre di misericordia, voi tiratemi tutto a Dio.

 




2 Iac. 2. 13.



3 Ps. 58. 18.



4 Ps. 24. 11.



1 Is. 28. 21.



2 Luc. 1. 78.



3 Matth. 7. 7.



4 Matth. 11. 28.



5 Ier. 2. 31.



6 Is. 30. 19.



7 Hom. 23. in Matth.



8 Is. 30. 18.



9 Ps. 59. 6.



10 Ap. 3. 20.



11 Ez. 18. 31.



12 2. Cor. 5. 20.



1 Io. 6. 37.



2 Zacch. 1. 3.



3 Ez. 18. 21. et 22.



4 Is. 1. 18.



5 Ps. 50. 19.



6 Luc. 15. 5.



7 Ibid. 20.



8 Luc. 15. 7.



9 Ap. Corn. a Lap. in 1. c.






Precedente - Successivo

Copertina | Indice: Generale - Opera | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) © 1996-2006 EuloTech