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S. Alfonso Maria de Liguori
Selva di materie predicabili

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AVVERTIMENTI

 


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NECESSARJ A CHI GLI ESERCIZI SPIRITUALI A' SACERDOTI

 

La presente operetta si è intitolata Selva, non già discorsi o esercizj spirituali, perché sebbene siasi procurato di unir la materia propria appartenente a ciascun degli assunti proposti, nulladimeno non si è dato l'ordine che ricerca un discorso formato per ciascuna materia; né i sentimenti si sono distesi; si son notati questi alla rinfusa, ed in breve; ma ciò si è fatto di proposito, affinché il lettore scegliendone quelle autorità, dottrine e pensieri che più gli gradiscono, egli poi li ordini e li stenda come meglio gli piacerà, facendosi con ciò proprio il discorso; essendo che l'esperienza fa vedere che 'l predicatore difficilmente dirà con calore e spirito quei sentimenti, se prima non se gli avrà fatti proprj, almeno con eleggerli tra molti che ne trova notati, o con darvi esso l'ordine e l'estensione nel formare il discorso. A questo fine ancora si son posti più passi di diversi autori, ma che significano lo stesso, acciocché il lettore scelga per sé quelli che più gli piacciono.

 

Ciò sia detto per far intendere il fine dell'opera. Avverta poi chi gli esercizj spirituali a' preti, prima di tutto a proporsi il retto fine delle sue prediche, il quale ha da essere non già di guadagnarsi il nome di dotto, di bell'ingegno e di buon dicitore, ma solo di dar gloria a Dio col profitto degli ascoltanti. Per 2. Avverta a non affaticarsi per addurre nelle prediche cose pellegrine, e pensieri nuovi e sublimi, i quali non servono che per solo occupare la mente degli uditori a riflettere alla speciosità de' concetti, lasciando frattanto la volontà arida e senza frutto, ma procuri di dir quelle cose che stima essere più atte a muovere chi lo sente a far qualche buona risoluzione. Per 3. Avverta a tal fine di spesso ricordare dentro le prediche la verità eterne, colla considerazione delle quali si ottiene la perseveranza, secondo ci avvisa lo Spirito Santo: Memorare novissima tua, et in aeternum non peccabis1. È vero che certi sacerdoti quasi sdegnano le prediche de' novissimi, offendendosi in vedersi trattati da secolari, quasi che non avessero eglino come i secolari a morire, ed ad esser giudicati; pertanto almeno chi loro gli esercizj, non lasci più volte di far memoria della morte, del giudizio, e dell'eternità, che sono le verità più efficaci ad indurre chi le considera a mutar vita.

 

Per 4. Avverta d'insinuare (sempre che può) cose di pratica, per esempio, il modo di far l'orazione mentale, il ringraziamento alla messa, la correzione a' peccatori, e massimamente il modo di prendere le confessioni, specialmente de' recidivi, o di coloro che stanno in occasione prossima;


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nel che errano molti confessori o per troppo rigore, o pure per troppa facilità ad assolvere (e questo errore è più frequente), e con ciò sono la causa della dannazione di tante anime. I passi latini, uditi che si sono, si dimenticano; ma qualche cosa di pratica solamente è quella che resta a memoria.

 

Per 5. Avverta di trattare que' sacerdoti che l'ascoltano, con rispetto e con dolcezza. Con rispetto, dimostrando venerazione verso di essi; e perciò li chiami maestri e santi: e inveendo contro quale vizio, parli sempre in generale, e si protesti di non parlare per coloro che gli stanno presenti. Si guardi specialmente di non mai scendere a rimproverare qualche difetto d'alcuna persona particolare, come anche di parlare con tuono autorevole; ma procuri di predicare alla familiare, ch'è il modo più atto a persuadere e a muovere. Con rispetto e con dolcezza; e a tal fine non si dimostri adirato nel dire, né prorompa mai in parole ingiuriose, che valgono più ad irritare gli animi, che a disporli alla pietà.

 

Per 6. Nelle prediche di spavento non induca gli uditori a disperazione della loro salute, o della loro emenda. Lasci sempre in fine la porta aperta a ciascuno, per rilassato che fosse, onde potersi aiutare a mutar vita: animandolo a confidare nei meriti di Gesù Cristo, e nell'intercessione della divina Madre, ricorrendo coll'orazione a queste due grandi ancore di speranza; e pertanto insinui spesso e fortemente quasi in tutte le prediche l'esercizio della preghiera, ch'è l'unico mezzo di ottenere le grazie necessarie alla salute.

 

Soprattutto finalmente avverta chi predica a' sacerdoti, a non aspettare il frutto dalle sue fatiche, ma dalla divina misericordia, e dalle sue orazioni, pregando Dio che dia forza alle sue parole; mentre già si sa che ordinariamente a' sacerdoti riescono le prediche quasi in tutto inutili; e 'l risolversi un sacerdote nel sentir gli esercizj a mutar vita, s'è peccatore, o a migliorarla s'è tepido, è quasi un miracolo, che di rado avviene; e perciò il convertir sacerdoti ha da esser più forza d'orazione, che di studio; e 'l risolversi un sacerdote nel sentir gli esercizj a mutar vita, s'è peccatore, o migliorarla s'è tepido, è quasi un miracolo, che di rado avviene; e perciò il convertir sacerdoti ha da esser più forza d'orazione, che di studio.

 




1 Eccli. 7. 40.






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