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S. Alfonso Maria de Liguori Selva di materie predicabili IntraText CT - Lettura del testo |
§. 4. Del sentimento di disciplina.
Il sentimento di disciplina dee esser molto più breve del sentimento di notte e dee esser pronunziato con parole più di compunzione che di terrore e con voce flebile, poiché l'unico fine di tal sentimento è per muovere gli ascoltanti a pentimento ed a farne per allora qualche penitenza. Contiene tre parti: riflessione, moralità e mozione. Nella riflessione si espone brevemente qualche proposizione più forte della predica fatta. Nella moralità si dimostra la necessità di far penitenza. Nella mozione si eccita il popolo a questa penitenza.
Esempio del sentimento di disciplina.
Dopo la predica dell'abbandono di Dio. I. Riflessione. Hai inteso, fratello mio, il castigo che meritavi per li peccati tuoi? Meritavi che Dio ti avesse voltate le spalle e non ti perdonasse più. Ma no; il Signore ancora ti aspetta e ti chiama e sta colle braccia aperte per abbracciarti, se vuoi tornare a' piedi suoi. Fratello, non isdegnare più questo Dio che è stato tanto buono con te. Muta vita: che? vuoi aspettare che esso proprio t'abbandoni? II. Moralità. Presto, peccatore mio, datti a Dio. Digli che da oggi in avanti non lo vuoi offendere più. E per lo passato, pregalo che ti perdoni le offese che gli hai fatte. III. Mozione. Piangi, via su, fa penitenza, castiga questo tuo corpo, per lo quale hai disgustato Dio. Via su, alza la mano, alza la voce e cerca perdono a Dio: perdonami, Signore, misericordia; mi pento d'averti offeso, misericordia.
Qui subito il padre intonerà il Miserere, che si dirà dagli ecclesiastici che assistono. In mezzo poi al Miserere farà fermare col campanello a qualche versetto che più si confà colla proposizione del sentimento, e farà un altro ma assai più breve sentimento, colla regola di sopra, v. gr.
Ne proiicias me a facie tua. Davide, pensando alle offese fatte a Dio, tremava e diceva: ne proiicias me a facie tua. Signore, non mi discacciare dalla tua faccia, come merito.
E tu, fratello mio, che dici? Quante volte hai discacciato Dio dall'anima tua! Meriteresti che ora Dio ti cacciasse anche da questa chiesa. 3. Ma no, senti come ti dice Dio stasera: figlio, cercami perdono, ch'io ti voglio perdonare. Alza dunque di nuovo la voce: perdono, Signore, misericordia.
Si avverta a far finire la disciplina sempre con fervore; onde, se il fervore del popolo si va raffreddando, si abbrevii il termine della disciplina e si intoni il Gloria Patri. Indi si dirà al popolo: Orsù rispondete alla canzoncina, ma piangendo, piangendo:
Offesi te, mio Dio, caro Signore,
Mio Dio, mar di bontà, fonte d'amore.
Ingrato offesi a torto, offesi a torto
Chi per donarmi vita in croce è morto.
Mi pento, o sommo ben, bontà infinita;
Mai più ti offenderò, mai più in mia vita.
Tutt'i momenti miei, Signor, sian spesi
In pianger quel momento in cui t'offesi.
Detta la canzoncina, si fan dire dal popolo tre Ave a Maria ss. colla faccia per terra. E poi si termina dicendo: Sia lodato e ringraziato il ss. sacramento; sia benedetta la santa, immacolata e purissima concezione della b. Vergine Maria. Orsù tutti quelli che s'hanno da confessare venite alla casa. - E qui s'avverta esser necessario che i missionarj e specialmente l'istruttore e predicatore, inculchino sempre al popolo e precisamente agli uomini di venire a confessarsi presto, dicendo che appresso, quando verrà la folla, non avranno soddisfazione. Ciò s'inculchi spesso sin dal principio e con gran vigore; perché altrimenti i missionarj per più giorni staranno a spasso e poi si vedranno tutt'in una volta oppressi dalla moltitudine con gran confusione ed angustia.
Sieguono altri esempj di sentimenti di disciplina.
Dopo la predica della morte. Riflessione. Hai inteso, fratello! ha da venire dunque un giorno che hai da morire; ed allora, finito già il mondo per te, hai da trovarti steso sopra d'un letto, abbandonato da tutti. Moralità. Allora non sarà più tempo di far pace con Dio: la coscienza imbrogliata, Dio sdegnato, la testa svanita, il cuore fatto di pietra; va, rimedia allora, se puoi, va! Ora è tempo, peccatore mio caro, d'aggiustare i conti e di placare Dio. A posta esso t'ha aspettato finora. Eccolo colle braccia aperte per accoglierti. Sappi che se tu ora piangi le offese che gli hai fatte, Dio si scorderà di tutti i peccati tuoi. Mozione. Piangi via su, fa penitenza, e castiga ecc.
Dopo la predica del giudizio. Riflessione. Dunque, fratello mio, ha da venire un giorno che t'hai da trovare avanti il tribunale di Gesù Cristo a render conto di tutta la vita tua. Dimmi, se stasera Gesù Cristo ti volesse giudicare, che sentenza ti toccherebbe? Moralità. Senti: in quel giorno non ci sarà più speranza di misericordia; allora Gesù Cristo sarà giudice di giustizia: ma ora è padre e sta colle braccia aperte per riceverti e perdonarti. Mozione. Presto su piangi ecc.
Dopo la predica dell'inferno. Riflessione. Fratello mio, hai inteso questa sera la predica dell'inferno? Hai pensato dove ora avresti da stare per li peccati tuoi? Avresti da trovarti seppellito in quel mare di fuoco, dentro quella fossa oscura, con tanti tormenti. E non ringrazii Dio che ti trovi ora in questa chiesa colla speranza di esser perdonato, se vuoi? Ah, se un dannato si trovasse qui stasera e potesse pentirsi ed esser perdonato; che pianti, che penitenze non farebbe per uscire dall'inferno! Moralità. E tu che tante volte t'hai meritato l'inferno più di tanti altri che si trovano dannati per meno peccati de' tuoi, che fai? non piangi? non cerchi perdono a Dio? Mozione. Via su presto ecc.