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S. Alfonso Maria de Liguori Selva di materie predicabili IntraText CT - Lettura del testo |
§. 8. Dell'ultima predica sulla perseveranza colla benedizione papale.
Dopo le sere dell'esercizio divoto si farà l'ultima predica colla benedizione papale. So che altre congregazioni soglion fare la predica della benedizione prima dell'esercizio divoto; e così un tempo praticammo ancora noi; ma si è conosciuto poi colla sperienza essere spediente che la predica
della benedizione si faccia all'ultimo; perché quando il popolo ha ricevuta già la benedizione papale facilmente lascia di concorrere all'esercizio divoto, stimando che quasi sia finita la missione. All'incontro, aspettando tutti la benedizione, facilmente concorrono anche alle meditazioni dell'esercizio divoto. Nel giorno dunque della benedizione non si farà istruzione, ma si terrà applicato il popolo col rosario, tirato a lungo dal padre che lo fa, con esempi e moralità. Indi prima di cominciar la predica, si farà una breve processione del venerabile, accompagnato solamente da' preti. Dico breve, perché non uscirà se non pochi passi fuor della porta della chiesa, dove si daranno col sacramento tre benedizioni, una in mezzo e due da' lati verso la campagna, cantandosi dai sacerdoti in ciascuna benedizione la preghiera della Chiesa: Ut fructus terrae dare et conservare digneris, te rogamus, audi nos.
Dopo, entrando la processione, si collocherà il venerabile sull'altare: si coprirà, ed uscirà la predica. In questa predica si parlerà della necessità della perseveranza per salvarsi, e si daranno i mezzi da mettere in pratica per vincere i nemici della nostra salute, mondo, demonio e carne. Il mondo si vince col non far conto de' rispetti umani; e qui bisogna stendersi a parlare contro il rispetto umano, mentre molte anime che nella missione si convertono e cominciano a far buona vita, poi per questo maledetto rispetto, per non esser derise dagli altri, lasciano la buona via e ritornano all'antica. E con ciò s'inculchi contro quegli empi che, non facendo essi del bene, non possono vederlo negli altri, e perciò li burlano e mettono in canzone. Il demonio colle sue tentazioni si vince col raccomandarsi a Dio; e qui di nuovo s'inculcherà ciò che si sarà replicato più volte nelle prediche, che in tempo di tentazioni si ricorra subito per aiuto a Gesù ed a Maria, invocando a questo fine i loro ss. nomi. La carne, cioè il vizio disonesto, si vince anche coll'orazione, ma insieme col fuggir l'occasione. E qui si parlerà a lungo della ruina che in questa materia apporta l'occasione delle persone di diverso sesso e dei mali compagni.
I ricordi che poi si lascieranno sono principalmente il frequentare i sacramenti, il far la meditazione ogni giorno, la visita al Venerabile ed alla ss. Vergine; raccomandando di più il rosario in comune a tutte le famiglie, e a ciascuno in particolare le tre Ave alla purità di Maria in levarsi ed in andare al letto la sera, con cercar la santa perseveranza; il digiuno nel sabbato, il confessarsi e comunicarsi specialmente in tutte le sette festività della Madonna. Si raccomanderà ancora che alle vent'una ore, dandosi i tocchi, ognuno dica tre Pater ed Ave all'agonia di Gesù Cristo. Si raccomandi ancora la bella divozione, che quando alcuno sta agonizzando, si diano cinque o sette tocchi colla campana grande, ed allora ognuno dirà similmente tre Pater ed Ave per lo buon passaggio di quel povero moribondo: il che gioverà non solo ai moribondi, ma a ciascuno, ricordandosi con ciò della morte che un giorno anche a lui toccherà. Si raccomandi anche l'atto di dolore in ogni sera.
Dati finalmente che saranno i ricordi,
il predicatore farà inginocchiar tutti e poi dirà: Orsù è finita la missione; prima di partirmi, voglio lasciarvi, figli miei, sotto il manto di Maria. Perciò dica ognuno appresso a me: Regina mia, avvocata, speranza e mamma mia, io meriterei che voi mi discacciaste; ma sapendo che voi siete la madre della misericordia, e perciò non discacciate niuno che ricorre a' piedi vostri; pertanto, signora mia, mi metto sotto del vostro manto. Io vi prometto da oggi avanti di volervi servire ed amare e di far quanto posso acciocché siate amata ancora dagli altri. Vi prometto ancora che, quando sarò tentato ad offendere Dio, voglio sempre a voi ricorrere dicendo: mamma mia, aiutatemi. E voi, regina mia, soccorretemi in tutte le tentazioni e pericoli ne' quali mi troverò di perdere Dio. Specialmente nel punto della mia morte, mamma mia cara, non m'abbandonate; assistetemi allora voi colla vostra protezione e salvatemi. Mentre io mi protesto che voglio vivere e morire sotto il manto vostro.
Modo della licenziata.
Fatta la mentovata preghiera alla divina Madre, il predicatore prima di dare la benedizione si licenzierà dal popolo nel seguente modo: Or via, figli miei, è finita la missione. Prima che mi parta, voglio che mi perdoniate, se mai col parlare ho dato qualche dispiacere ad alcuno. Io per altro ho parlato sempre in generale, e non ho inteso mai di offendere alcuno in particolare. Tutte le parole aspre e rimproveri li ho detti e fatti non contro di voi, ma contro i vizj, perché voglio vedervi tutti salvi. Del resto, se mai ho ecceduto, se v'ho dato troppo tedio, se sono stato troppo indiscreto nello sgridarvi, e specialmente di tutti gl'impedimenti che ho posti al vostro profitto coi difetti miei, ve ne cerco perdono, e voi pregate Gesù Cristo che mi perdoni.
Io poi vi ringrazio dell'assistenza che mi avete fatta in questi giorni e dell'ubbidienza che mi avete usata. Benedico tutti i miei sudori e le fatiche che ho fatte per voi in questi giorni, e tutte le offerisco a Dio per la vostra salute eterna; e mi protesto ch'io sono pronto a dar la vita per ognuno di voi, acciocché tutti quanti siamo qui ci salviamo e ci abbiamo a rivedere un giorno tutti uniti in paradiso.
Io mi parto contento del gran bene che si è fatto in questa missione. Un solo pensiero m'affligge il cuore, pensando chi sa se alcuno di voi con tutta la missione resti in disgrazia di Dio. Ma, peccatore mio, se ci stai qui, sappi, che se la missione è finita, non è finita ancora per te la misericordia di Dio. Non ti disperare; se vuoi far pace con Dio, ancora è tempo; cercagli perdono, ed esso ti perdona. Eccolo qua (si mostri il crocifisso). Gesù Cristo ancora ti chiama e sta colle braccia aperte per accoglierti e perdonarti. Gli dica ognuno così: Signore, io spero che già m'abbi perdonato; ma se mai per colpa mia non mi avessi perdonato ancora, perdonami in questa ultima sera della missione, mentre, Dio mio, bontà infinita, mi pento d'averti offeso ec. Ma allegramente, figli miei, io spero che Dio v'abbia tutti perdonati: quel che bisogna fare ora per salvarvi si è che seguitiate a stare in grazia di Dio; perché se tornate a tradirlo dopo la missione, ho gran timore che Dio vi volti le spalle e v'abbandoni. Via su, fa una bella risoluzione, se
non l'hai fatta ancora, cristiano mio, falla stasera: volta le spalle al mondo; che te ne trovi di tanti peccati fatti? Su, datti ora a Dio, comincia ad amare questo Dio che ti ha usate tante misericordie ed ora tanto t'ama, come spero; e non perdere tutto il bene che t'hai guadagnato in questi giorni.
Figli miei, io mi parto; ma vedete chi vi lascio (si mostri il crocifisso); vi lascio questo bello Dio: sappiatelo amare. Buon uomo mio, io mi parto, ma ti lascio questo buon amico, che t'ama più d'ogni altro amico, più d'ogni tuo parente o fratello, più di tuo padre, più di tutti. Donna, zitella o maritata che sii, io mi parto, ma ti lascio dentro il cuore tuo questo Dio innamorato, ch'è morto per te: abbraccialo e sappigli voler bene. E a tutti poi dico: anime redente da Gesù Cristo, non mi offendete più questo buon Signore. Che dite? Lo volete offendere più? Mai più. Oimè, come lo dite freddo! Alzate la voce: Dio mio, mai più, prima morire mille volte che perdere la grazia tua. Orsù alzate la mano e date la parola a Gesù Cristo di non offenderlo più. Or via vi voglio benedire. Ma prima facciamo un patto: voi avete da pregare per me, ed io per voi; io vi raccomanderò ogni giorno alla messa, e voi ogni giorno ditemi tre Ave Maria, dopo che avete detto il rosario; e quando sentirete che son morto, vi prego a fare una comunione per l'anima mia.
Modo di dar la benedizione.
Io in questa sera, come ministro benché indegno di Gesù Cristo, in nome della ss. Trinità, in nome del Padre che v'ha creati, in nome del Figlio che v'ha redenti, in nome dello Spirito santo che v'ha illuminati, in nome di Maria Vergine immacolata, in nome di s. Giuseppe, di s. Michele arcangelo, degli angeli custodi, in nome del santo vostro protettore (S. N.) e di tutti i santi vostri avvocati e di tutti gli angeli e santi del paradiso, benedico tutti. Non ardisco già di benedire il vostro s. vescovo, monsignor illustrissimo; esso ha da benedire me: prego Dio che lo benedica e lo faccia più santo di quello che è. E voi, fratelli miei, raccomandatelo sempre a Dio; esso tanto pensa al bene vostro, e voi siete obbligati a pregare per esso. Così anche non ho ardire di benedire il reverendissimo signor vicario, i reverendissimi signori canonici, il vostro reverendo parroco ed i vostri ss. sacerdoti: prego Gesù Cristo che li benedica. Eh, signor parroco, ecco qua le vostre pecorelle; ve le lasciamo tutte unite con Dio: seguite a conservarle, per poterle poi presentare tutte salve a Gesù Cristo nel giorno del giudizio. Benedico sì, come sacerdote, il vostro eccellentissimo barone, il signor governatore, li signori sindaco ed eletti: benedico tutti gli ufficiali dell'università, tutti i maestri della chiesa e delle cappelle, i superiori delle congregazioni e tutti coloro che in questi giorni si sono incomodati per noi e ci hanno usate tante carità.
Orsù ora voglio benedire voi, figli miei. Da parte di Gesù Cristo vi benedico l'anima e il corpo. Vi benedico il corpo e tutti i sensi del corpo. Vi benedico gli occhi, acciocché li teniate modesti a non guardare alcun oggetto che possa esservi di tentazione; vi benedico con modo speciale gli occhi (qui col crocifisso farà il segno
della benedizione). Vi benedico le orecchie, acciocché non istiate a sentire cose di offesa a Dio. Vi benedico la bocca. acciocché non diciate più bestemmie, imprecazioni, parole disoneste e canzoni cattive (qui farà un altro segno di benedizione).Vi benedico i piedi, acciocché, quando potete, veniate alla chiesa a far l'orazione mentale e la visita al Venerabile ed a Maria ss. Vi benedico le mani: giovine, alza queste mani, te le voglio benedire (si fa un altro segno di benedizione verso gli uomini). Benedico poi tutti i vostri figli: e voi attendete a farli santi, acciocchè un giorno vi troviate tutti insieme poi in paradiso. Benedico tutti i vostri parenti insieme che non hanno potuto venire alla chiesa. Benedico tutti i vostri territorj, acciocché vi rendano frutti abbondanti (qui si dà un altro segno di benedizione verso la campagna, dall'uno e dall'altro lato). Benedico ancora tutti i vostri negozi, le vostre robe, i vostri animali, le vostre speranze. Figli miei, portatevi voi bene con Dio, ch'esso vi colmerà di beni spirituali e temporali. Vi benedico in somma tutto il pane che mangiate, la terra che calpestate, l'aria che respirate, tutto intendo di benedirvi.
Ma sovra tutto benedico ad ognuno l'anima, quell'anima che costa sangue a Gesù Cristo. Vi benedico l'anima e tutte le potenze dell'anima, memoria, intelletto e volontà. Vi benedico la memoria, acciocché vi ricordiate per sempre di tutte le grazie che v'ha fatte Dio in questa missione, e specialmente in questa chiesa. Quando vedete questo pulpito dove il signore v'ha parlato, quest'altare dove vi siete comunicati, questi confessionarj dove Gesù Cristo v'ha perdonati; ricordatevi di tutte le grazie ricevute, e sappiate essergli grati. Vi benedico l'intelletto, acciocché facciate ogni giorno l'orazione e pensiate spesso a quel Dio che sempre pensa a voi ed al vostro bene. Specialmente vi benedico la volontà, acciocché amiate questo Dio che tanto merita d'esser amato e che tanto v'ama. Vi benedico poi tutti i passi che avete dati per venir alla chiesa a sentire la parola di Dio, tutte le confessioni e comunioni che avete fatte, tutte le lagrime che avete sparso in questi giorni e tutte le belle risoluzioni e promesse che avete fatte a Gesù Cristo, acciocché gli siate fedeli.
Or, prima che vi dia l'ultima benedizione, pregate Maria Vergine che vi benedica dal cielo, e pregatela che vi faccia benedire stasera dal Figlio suo. Via su ricevete ora la benedizione papale. Signor mio Gesù Cristo, com'io li benedico da questa terra, così voi benediteli dal cielo e perdonate a questo popolo tutti i loro peccati. E voi, figli miei, rinnovate il dolore di tutte le vostre colpe mortali e veniali, acciocché possiate ricevere, nella benedizione che ora vi do, l'indulgenza plenaria di tutti i vostri peccati. Alzate la voce mentr'io vi benedico: Signore, mi pento di quante offese v'ho fatte; da oggi innanzi vi voglio amare. Qui si darà la benedizione papale col crocifisso, pronunziando a voce alta e posatamente le parole: Benedictio Dei omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus sancti descendat super vos et maneat semper. Indi il predicatore dirà: Orsù, mentre si canta il Te Deum, dite cinque Pater noster, Ave Maria, e Gloria Patri, per l'obbligo dell'indulgenza,
secondo l'intenzione del sommo pontefice. Ora si canta il Te Deum. Sappiate che questo si canta in ringraziamento a Dio di tutte le grazie che vi ha fatte in questi giorni; e perciò voi, mentre cantano i sacerdoti, ringraziate Dio con lagrime d'amore di tutte le grazie ricevute. Scoprite su il ss. sacramento. Scoperto il venerabile, il predicatore dal pulpito intonerà il Te Deum, che seguirà a cantarsi dal clero unito già intorno all'altare, e poi rivolto al popolo dirà: Ecco là Gesù Cristo; via su piangendo piangendo ringraziatelo e promettetegli di farvi santi.
Terminato il Te Deum, il sacerdote celebrante (che sarà uno de' nostri padri) dirà cinque orazioni, dopo le solite preci notate nel rituale: la prima sarà l'orazione dell'azione di grazie: Deus, cuius misericordiae non est numerus etc.: la seconda della b. Vergine: Concede nos famolus tuos etc.: la terza del santo titolare: la quarta pel sommo pontefice: la quinta pel nostro monarca. Dappoi si canteranno le strofe del Pange, lingua, e s'incenserà de more. Indi si diranno i versetti: Panem de coelo etc. e poi l'orazione: Deus, qui nobis sub sacramento etc. Il diacono prenderà il Venerabile e lo darà al sacerdote inginocchiato sull'ultimo gradino, cioè il più vicino all'altare. Il sacerdote poi si volterà col sacramento verso il popolo, ed allora il predicatore dall'altare, intimando il silenzio, dirà: Figli miei, io v'ho benedetti col crocifisso, ma Gesù Cristo ora vi vuol benedire esso stesso nel ss. sacramento. Eccolo qua: ravvivate la fede e pregatelo che siccome stiamo qui uniti stasera in questa chiesa, così un giorno abbiamo da trovarci tutti uniti in paradiso. Ma chi va in paradiso? chi ama Dio. Su dite a Gesù Cristo, mentre vi benedice: Gesù Cristo mio, t'amo e non voglio lasciar più d'amarti. Via, Signore, benediteli: sonate l'organo, sonate le campane, e voi piangendo alzate la voce: Gesù mio ec.