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S. Alfonso Maria de Liguori
Traduzione de' Salmi e de' Cantici

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SECONDO NOTTURNO

Salmo 1. (15. del salterio.)

Questo salmo è una preghiera di Gesù Cristo al Padre allorché il suo sacrosanto corpo stava nel sepolcro, siccome attesta l'apostolo s. Pietro (Act. 2. 25.); secondo la quale autorità rettamente dice il Mattei, e vi aderisce il p. Rotigni, che il senso letterale di questo salmo è il solo spirituale di Gesù Cristo che parla nel sepolcro.

Conserva me, Domine, quoniam speravi in te; dixi Domino: Deus meus es tu, quoniam bonorum meorum non eges. Conservatemi, Signore, perché ho confidato in voi. Io gli ho detto: voi siete il mio Dio, perché non avete bisogno de' beni miei. Viene a dire perché Dio è padrone d'ogni cosa.

Sanctis qui sunt in terra eius; mirificavit omnes voluntates meas in eis. Qui vogliono gli espositori che parli Gesù Cristo e dica: Iddio mio padre vuole che io abbia la mia volontà meravigliosamente propensa a beneficare i santi che vivono in terra.

Multiplicatae sunt infirmitates eorum; postea acceleraverunt. Seguita a parlare Gesù Cristo: Le loro antiche infermità sono state molte (parlando de' peccati); ma poi, guariti per li meriti miei, sono divenuti sani, sì che possono correre a Dio.

Non congregabo conventicula eorum de sanguinibus; nec memor ero nominum eorum per labia mea. Io non approverò mai i loro conventicoli che prima faceano allorché erano infermi, per celebrare i sacrificj di sangue (giusta l'ebreo, che legge s. Girolamo così: Non libabo libamina eorum de sanguine), né io farò menzione neppure de' loro nomi.

Dominus pars haereditatis meae et calicis mei; tu es qui restitues haereditatem meam mihi. Dio è la parte della mia eredità e del mio calice (anticamente i prefetti delle mense nei conviti assegnavano a ciascun convitato la porzione del vino che gli spettava): voi siete, mio Dio, quegli che mi restituirete la mia eredità. Ciò diceva Cristo parlando della sua risurrezione.

Funes ceciderunt mihi in praeclaris; etenim haereditas mea praeclara est mihi. Qui bisogna intendere che si misuravano colle funi anticamente i campi e la porzione che toccava a ciascuno; onde si spiega così: Io ho ricevuta una porzione (in praeclaris) ottima; sicché ottima è la mia eredità.

Benedicam Dominum qui tribuit mihi intellectum; insuper et usque ad noctem increpuerunt me renes mei. Io benedirò il Signore, che mi ha dato senno di eleggere Dio per mia eredità in tutti i giorni sino a questa notte della mia morte; e tutti gli affetti miei (renes mei increpuerunt) mi hanno eccitato a soffrire per Dio anche la morte con pazienza.

Providebam Dominum in conspectu meo semper; quoniam a dexteris est mihi ne commovear. Ho avuto sempre il Signore davanti gli occhi, persuadendomi ch'egli mi assiste alla destra acciocché io non sia smosso dal mio desiderio e dalla mia speranza che ho posta in esso.

Propter hoc laetatum est cor meum et exultavit lingua mea; insuper et caro mea requiescet in spe. Perciò il mio cuore si è rallegrato e la mia lingua ha lodato il Signore; poiché il mio corpo diviso dall'anima riposerà nella speranza, cioè nella speranza della risurrezione e della gloria ch'egli mi ha preparata.

Quoniam non derelinques animam meam in inferno; nec dabis sanctum


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tuum videre corruptionem. Poiché, Signore, voi non lascerete che l'anima mia si trattenga lungo tempo nell'inferno, cioè nel limbo de' padri, e non permetterete che il mio s. corpo nel sepolcro resti corrotto.

Notas mihi fecisti vias vitae, adimplebis me laetitia cum vultu tuo; delectationes in dextera tua usque in finem. Voi ben presto mi farete conoscere le vie della vita, cioè della mia risurrezione; e mi colmerete di allegrezza con farmi vedere la vostra faccia; in somma mi farete godere la vostra gloria con collocarmi alla vostra destra in eterno.

Salmo 2. (16. del salterio).

Questo salmo contiene una preghiera che fa a Dio un uomo giusto quando è perseguitato, affinché ne sia liberato.

Exaudi, Domine, iustitiam meam, intende deprecationem meam. Signore, favorite la mia innocenza con esaudirmi, porgete benigno orecchio alla mia preghiera.

Auribus percipe orationem meam; non in labiis dolosis. Ascoltate le mie domande; giacché le espongo a voi non con parole mendaci, ma sincere.

De vultu tuo iudicium meum prodeat; oculi tui videant aequitates. Signore, vi domando che il giudizio della mia causa esca non da altri che dalla vostra bocca; guardate la giustizia e secondo quella giudicatemi.

Probasti cor meum et visitasti nocte; igne me examinasti et non est inventa in me iniquitas. Voi avete fatto prova del mio cuore col visitarmi di notte, cioè nel tempo oscuro della mia desolazione; mi avete esaminato nel fuoco penetrante della tribolazione e non avete in me ritrovata alcuna iniquità.

Ut non loquatur os meum opera hominum; propter verba labiorum tuorum ego custodivi vias duras. Per evitare che la mia bocca non parlasse contra coloro che mi perseguitano, attendendo alle vostre parole che m'impongono di tacere, ho custodite dure vie, cioè dure fatiche, mentre ho dovuto molto patire.

Perfice gressus meos in semitis tuis, ut non moveantur vestigia mea. Perfezionate voi, cioè seguite a dirigere i miei passi nelle vostre vie, per cui volete ch'io cammini, acciocché le mie pedate non si muovano, cioè non mutino strada.

Ego clamavi, quoniam exaudisti me, Deus; inclina aurem tuam mihi et exaudi verba mea. Io ho gridato a voi, mio Dio, e voi mi avete esaudito; non lasciate di tenere inclinate le vostre orecchie verso di me per esaudire tutte le preghiere che vi farò.

Mirifica misericordias tuas, qui salvos facis sperantes in te. Dimostrate le maravigliose vostre misericordie verso di me, voi che salvate tutti coloro che in voi confidano.

A resistentibus dexterae tuae custodi me ut pupillam oculi. Custoditemi come la pupilla dell'occhio (cioè con gran cura) da coloro che resistono alla vostra destra che mi difende.

Sub umbra alarum tuarum protege me; a facie impiorum qui me afflixerunt. Proteggetemi, tenendomi sotto l'ombra delle vostre ali; e nascondetemi dalla faccia, cioè dagli occhi degli empj che cercano di opprimermi.

Inimici mei animam meam circumdederunt, adipem suum concluserunt; os eorum locutum est superbiam. I miei nemici mi han circondato per togliermi la vita: essi adipem suum


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concluserunt, cioè hanno chiuse le loro viscere colla pinguedine (così san Girolamo legge il testo ebreo: adipe suo concluserunt); viene a dire che siccome nel corpo umano il grasso chiude le viscere, così gli empj insuperbendosi per l'abbondanza delle loro ricchezze tengon chiuse le viscere della compassione verso gli altri, e la loro bocca non sa parlare che di superbia.

Proiicientes me nunc circumdederunt me; oculos suos statuerunt declinare in terram. Dopo ch'essi miei nemici mi hanno buttato a terra, ora mi han circondato di nuovo per atterrarmi; miseri! eglino hanno stabilito di non partire gli occhi dalla terra a cui tengono attaccato il cuore.

Susceperunt me sicut leo paratus ad praedam et sicut catulus leonis habitans in abditis. Mi han preso come un lione apparecchiato alla preda e come un lioncello che abita in luoghi nascosti per divorare chi passa. Questo verso dice il p. Rotigni, che più facilmente si applica a G. Cristo, perché Davide non fu mai preso dai suoi nemici.

Exurge, Domine, praeveni eum et supplanta eum; eripe animam meam ab impio, frameam tuam ab inimicis manus tuae. Sorgete, Signore, e prevenitelo, abbattetelo, e così liberate la vita mia dall'empio; e private della spada vostra (cioè della potenza di nuocere da voi ricevuta) questi nemici della vostra mano, cioè che si abusano dei doni della vostra mano.

Domine, a paucis de terra divide eos in vita eorum; de absconditis tuis adimpletus est venter eorum. Signore, separate gli empj, cioè privateli de' pochi beni terreni a cui vivono attaccati1: essi tengono il ventre, o sia l'animo, ripieno de' loro beni di terra, che tengono nascosti, conservati; ma in verità quelli sono tutti vostri. E così si spiegano quelle due oscurissime parole de absconditis tuis.

Saturati sunt filiis; et dimiserunt reliquias suas parvulis suis. Vedonsi essi saziati di figli (cioè con molta prole); ai quali morendo lasciano i beni loro rimasti. Parvulis suis: Bossuet per parvuli intende i nepoti, figli de' figli.

Ego autem in iustitia apparebo conspectui tuo; satiabor cum apparuerit gloria tua. Ma io spero di comparir giusto negli occhi vostri nel giorno del mio giudizio, per essere ammesso in cielo, ove sarò saziato col vedere la vostra gloria.

Salmo 3. (17. del salterio.)

Questo salmo è un ringraziamento che fa Davide a Dio per averlo liberato dalle mani de' suoi nemici e specialmente di Saulle. Ben si applica ad ogni fedele che si vede liberato col divino aiuto da qualche grave persecuzione o tentazione diabolica.

Diligam te, Domine, fortitudo mea; Dominus firmamentum meum et refugium meum et liberator meus.

Deus meus, adiutor meus; et sperabo in eum.

Protector meus et cornu salutis meae et susceptor meus.

Laudans invocabo Dominum, et ab inimicis meis salvus ero.


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Signore, io non amerò mai altri che voi il quale siete la mia fortezza; il Signore è la mia sicurezza, il mio rifugio e il mio liberatore da tutti i mali. Il mio Dio è il mio difensore; in esso collocherò tutte le mie speranze. Egli mi protegge, fortifica la mia salute e mi difende come cosa sua. Pertanto io non farò che lodare ed invocare il Signore in tutti i miei bisogni; e facendo così son certo che sempre sarò salvo da' miei nemici.

Circumdederunt me dolores mortis et torrentes iniquitatis conturbaverunt me. Mi han circondato i dolori della morte; poiché i miei nemici mi hanno atterrito. Da s. Girolamo la parola conturbaverunt si legge secondo l'ebreo terruerunt; e si son gittati sovra di me come un furioso torrente.

Dolores inferni circumdederunt me; praeoccupaverunt me laquei mortis. Mi son veduto tutto afflitto dall'orrore del sepolcro, cioè dalla mestizia che prova chi sa di dover presto esser condotto nel sepolcro; mentre mi han preoccupata o sia riempiuta la mente di terrore i lacci che mi han tesi i miei nemici per darmi la morte.

In tribulatione mea invocavi Dominum et ad Deum meum clamavi. Et exaudivit de templo sancto suo vocem meam; et clamor meus in conspectu eius introivit in aures eius. Nella mia tribolazione ho invocato il Signore ed ho gridato al mio Dio; ed egli dal suo s. tempio ha udita la mia voce, e il mio clamore sparso alla sua presenza ha penetrate le sue orecchie.

Commota est et contremuit terra; fundamenta montium conturbata sunt et commota sunt, quoniam iratus est eis. Iddio, adirato contro de' suoi nemici, ha palesato il suo sdegno con far tremar la terra e scuotere i monti sin dai loro fondamenti.

Ascendit fumus in ira eius et ignis a facie eius exarsit; carbones succensi sunt ab eo. Quando Dio sta adirato esala dalla terra aperta un fumo spaventoso e dal soffio del suo sdegno si accende il fuoco con lampi e fulmini che scendono quai carboni accesi.

Inclinavit coelos et descendit; et caligo sub pedibus eius. Ha inclinati i cieli ed è disceso sovra le nubi; ciò significa che, quando le nubi sono più vicine alla terra, sembra allora che i cieli s'inclinino e che su quelle nuvole Dio stesso discenda.

Et ascendit super cherubim et volavit; volavit super pennas ventorum. Asceso sovra le ale de' cherubini, vola; vola sulle penne de' venti.

Et posuit tenebras latibulum suum; in circuitu eius tabernaculum eius; tenebrosa aqua in nubibus aeris. Iddio si è nascosto sotto le tenebre che lo circondano e compongono il suo tabernacolo, riempiendo le nuvole di acqua tenebrosa. Le nuvole, quando sono più gravide di acque sono più oscure ed allora apportano la pioggia; e dentro di quelle Iddio, come in un tabernacolo chiuso, si nasconde. Ciò si spiega dagli espositori in senso mistico così: Il Signore nella presente vita non ci rende sensibile la sua presenza, ma nasconde la sua maestà come fra nubi oscure e gravide di pioggia tenebrosa; viene a dire che di colma poi le anime sue fedeli di grazie: ciò ben può intendersi di quelle che son giunte alla contemplazione e che quanto più trovansi unite con Dio tanto più trovansi involte in una folta oscurità.


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Prae fulgore in conspectu eius nubes transierunt; grando et carbones ignis. Allo splendore della faccia di Dio le nubi passano sciogliendosi in grandini, lampi e fulmini; per li quali s'intendono i carboni di fuoco.

Et intonuit de coelo Dominus, et Altissimus dedit vocem suam; grando et carbones ignis. Il Signore, tonando dal cielo, fa sentir la sua voce colle grandini e coi fulmini per farsi conoscere ch'egli è l'Altissimo.

Et misit sagittas suas et dissipavit eos; fulgura multiplicavit et conturbavit eos. E così per mezzo delle sue saette dissipa i suoi nemici; e moltiplicando i fulmini li mette in confusione.

Et apparuerunt fontes aquarum, et revelata sunt fundamenta orbis terrarum.

Ab increpatione tua, Domine; ab inspiratione spiritus irae tuae. Così talvolta ancora Dio, mosso dal suo sdegno, ha fatte apparire di fuori le fonti o sia le sorgenti nascoste delle acque e le viscere più profonde della terra.

Misit de summo et accepit me; et assumpsit me de aquis multis. Il Signore dal sommo del cielo ha mandato, cioè ha stesa la mano e mi ha ricevuto nelle sue braccia; e così mi ha sottratto da molti pericoli e tribolazioni che come acque inondavano sovra di me.

Eripuit me de inimicis meis fortissimis et ab iis qui oderunt me; quoniam confortati sunt super me. Mi ha liberato da' miei potentissimi nemici che mi odiavano, mentre avean presa forza sovra di me; più di quello ch'io potessi lor resistere, secondo spiega s. Girolamo: Robustiores me erant.

Praevenerunt me in die afflictionis meae; et factus est Dominus protector meus. Essi han cercato di sorprendermi nel tempo della mia afflizione; ma il Signore è stato il mio protettore.

Et eduxit me in latitudinem; salvum me fecit, quoniam voluit me. E mi ha posto in libertà; egli mi ha salvato dalle loro mani, perché mi ha voluto per sé.

Et retribuet mihi Dominus secundum iustitiam meam; et secundum puritatem manuum mearum retribuet mihi. Il Signore mi ha rimunerato e mi rimunererà secondo la rettitudine del mio cuore e secondo la purità delle mie opere.

Quoniam custodivi vias Domini nec impie gessi a Deo meo. Perché io ho custoditi i precetti del Signore né mi son portato manchevole col mio Dio.

Quoniam omnia iudicia eius in conspectu meo; et iustitias eius non repuli a me. Poiché tutte le sue leggi mi stanno sempre davanti gli occhi ed i suoi giusti precetti non mai li ho ributtati dal mio cuore.

Et ero immaculatus cum eo; et observabo me ab iniquitate mea. E spero col suo aiuto di conservarmi a lui fedele; e mi guarderò da ogni iniquità.

Et retribuet mihi Dominus secundum iustitiam meam et secundum puritatem manuum mearum in conspectu oculorum eius. E il Signore per sua bontà, secondo la mia retta intenzione e azioni esenti da difetti, perché fatte alla sua presenza, mi dispenserà le sue grazie.

Cum sancto sanctus eris; et cum viro innocente innocens eris.

Et cum electo electus eris, et cum perverso perverteris. Voi, Signore, col


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misericordioso sarete misericordioso (la voce sanctus secondo l'ebreo dinota misericors); ed a colui che non fa male agli altri non gli farete male. Coll'eletto, cioè col buono (come spiega la voce ebrea), sarete buono; ed il perverso voi lo tratterete come merita la sua perversità.

Quoniam tu populum humilem salvum facies; et oculos superborum humiliabis. Sicché voi salverete gli umili ed umilierete i superbi. Il testo dice gli occhi de' superbi, perché i superbi specialmente negli occhi dimostrano la loro superbia.

Quoniam tu illuminas lucernam meam, Domine; Deus meus, illumina tenebras meas. Voi, Signore, illuminate la mia lucerna, cioè la mia mente, che senza voi sarebbe sempre priva di luce; Dio mio, rischiarate le mie tenebre colla luce della verità.

Quoniam in te eripiar a tentatione; et in Deo meo transgrediar murum. Poiché nel vostro aiuto io spero di esser liberato dalle tentazioni; ed in voi, mio Dio, avvalorato dalla vostra grazia, salterò le mura, cioè supererò le difficoltà che mi si opporranno nel vostro servizio.

Deus meus, impolluta via eius; eloquia Domini igne examinata; protector est omnium sperantium in se. La via che il mio Dio m'insegna a tenere è libera da ogni difetto o sia inciampo; le sue promesse sono purgate col fuoco, cioè sono vere e sincere; in somma egli è il protettore di tutti coloro che in lui confidano.

Quoniam quis Deus, praeter Dominum? aut quis Deus, praeter Deum nostrum? Poiché dove noi troveremo un Dio così fedele, fuori del nostro Dio? e qual Dio vi è fuori del nostro Dio? Nell'ebreo in vece di quis Deus, sta quis petra, che significa: Dove troveremo un appoggio così fermo, fuori del nostro Dio?

Deus qui praecinxit me virtute et posuit immaculatam viam meam. Questo Dio è quegli che mi ha cinto di fortezza e mi ha data forza di passare i miei giorni senza macchia di peccato.

Qui perfecit pedes meos tamquam cervorum; et super excelsa statuens me. Egli ha perfezionati i miei piedi con renderli veloci come quelli de' cervi; e mi ha collocato sulle cime de' monti per sottrarmi da' miei nemici.

Qui docet manus meas ad praelium; et posuisti ut arcum aereum brachia mea. Egli mi ha istruito a combattere ed ha fortificate le mie braccia, come fossero una balestra di bronzo.

Et dedisti mihi protectionem salutis tuae; et dextera tua suscepit me. Voi colla vostra protezione mi avete salvato; e la vostra mano mi ha sovvenuto.

Et disciplina tua correxit me in finem; disciplina tua ipsa me docebit. La vostra istruzione mi ha diretto finora: ed ella m'insegnerà a così seguitare per l'avvenire.

Dilatasti gressus meos subtus me; et non sunt infirmata vestigia mea. Voi avete dilatati i miei passi sotto di me, cioè le vie per le quali io dovea camminare: ed i miei piedi non si sono infermati, cioè non mi sono mancati di forza, come legge s. Girolamo: et non deficient tali mei.

Persequar inimicos meos et comprehendam illos; et non convertar donec deficiant. Ho detto, Signore, fidato nel vostro aiuto: Io inseguirò i miei nemici e li prenderò in mio potere; e non tornerò dalla pugna finché non siano disfatti.


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Confringam illos, nec poterunt stare, cadent subtus pedes meos. Li farò in pezzi, sì che non possano rialzarsi in piedi; avrò il contento di vederli sotto i miei piedi caduti.

Et praecinxisti me virtute ad bellum; et supplantasti insurgentes in me subtus me. Voi mi avete armato di forza per pugnare ed avete fatto cadere sotto i miei piedi coloro ch'eransi innalzati contra di me.

Et inimicos meos dedisti mihi dorsum; et odientes me disperdidisti. Avete fatto voltar le spalle a' miei nemici con metterli in fuga; ed avete dissipati coloro che mi odiavano.

Clamaverunt, nec erat qui salvos faceret, ad Dominum; nec exaudivit eos. Han cercato soccorso al Signore, ma non si è trovato chi li salvasse; mentre Iddio non ha voluto esaudirli.

Et comminuam eos ut pulverem ante faciem venti; ut lutum platearum delebo eos. Io li dissiperò come la polvere vien dissipata dal vento; e li distruggerò come si distrugge il loto delle vie da chi vi passa.

Eripies me de contradictionibus populi; constitues me in caput gentium. Voi mi libererete dalle contraddizioni del popolo e mi stabilirete per capo delle genti.

Populus quem non cognovi, servivit mihi; in auditu auris obedivit mihi. Così questi versi come i seguenti più propriamente si applicano al Redentore che parla e dice: Un popolo (s'intende de' gentili) che io non ho conosciuto finora per mio mi ha servito con fedeltà ed in sentire la mia voce pronto mi ha ubbidito.

Filii alieni mentiti sunt mihi; filii alieni inveterati sunt; claudicaverunt a semitis suis. I miei sudditi naturali che io chiamava miei figli, si sono da me alienati e mi hanno ingannato, fingendo di servirmi; mi son diventati stranieri e si sono invecchiati (e fatti a guisa di fronde secche, come spiega l'ebreo); e così han declinato dai primi lor retti sentieri. E ciò ben può intendersi di Gesù Cristo che parla degli ebrei divenuti a lui infedeli.

Vivit Dominus, et benedictus Deus meus; et exaltetur Deus salutis meae. Vive il Signore, e sia sempre benedetto il mio Dio; e sia sempre esaltato Iddio ch'è tutta la speranza della mia salute.

Deus, qui das vindictas mihi et subdis populos sub me; liberator meus de inimicis meis iracundis. Siate sempre lodato, voi mio Dio, che vendicate le ingiurie a me fatte e mi soggettate i popoli liberandomi dal furore de' miei nemici.

Et ab insurgentibus in me exaltabis me; a viro iniquo eripies me. Voi mi farete superiore di forze a coloro che insorgeranno contra di me, e mi libererete dagli uomini iniqui.

Propterea confitebor tibi in nationibus, Domine; et nomini tuo psalmum dicam. Per lo che io vi loderò, Signore, in tutte le nazioni e canterò da per tutto il vostro gran nome. Qui è facile vedere che parla Gesù Cristo delle vittorie riportate contro il demonio e il mondo.

Magnificans salutes regis eius, et faciens misericordiam christo suo David et semini eius usque in saeculum. Magnificando sempre le grazie fatte e le misericordie usate a Davide, unto suo re, ed a tutta la sua posterità. E qui si avverta che Gesù Cristo da Ezechiele e da altri profeti è nominato Davide; pertanto il Salmista


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qui termina, ringraziando il Padre di tutte le grazie fatte al Figlio ed a tutti i fedeli suoi seguaci.




1 Questo verso da altri, come Bellarmino, Gordone, Lallemand, si spiega così: Signore, dividete la moltitudine degli empj dai pochi vostri servi che vivono in questa terra. Da altri poi, come Bossuet, Tirino e Mattei, si espone così: Signore, dividete, cioè distaccate gli empj nella loro vita da quella poca porzione di beni terreni che possedono e che li rende così superbi. Questa spiegazione mi sembra più verisimile, poiché s. Girolamo invece di Domine, a paucis de terra divide eos traduce quorum pars in vita; e vuol dire ch'essi in tali beni fondano la felicità della presente vita. Sicché la parola a paucis, secondo la spiegazione di s. Girolamo ed anche secondo il testo ebreo, si riferisce non al poco numero de' buoni, ma ai pochi beni che gli empi hanno in questa vita; del resto il testo è molto oscuro.






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