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S. Alfonso Maria de Liguori
Traduzione de' Salmi e de' Cantici

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FERIA III. - A MATTUTINO

Salmo 1. (38. del salterio.)

Qui espone Davide la sua sofferenza e il silenzio tenuto nelle ingiurie fattegli da Semei; ed insieme si espongono le sue riflessioni sovra i suoi peccati e sovra le vane cure degli uomini. Indi il profeta si considera come pellegrino su questa terra ed istruisce i penitenti ne' sentimenti che debbono conservare.

Dixi: Custodiam vias meas; ut non delinquam in lingua mea. Ho detto, cioè ho stabilito fra di me, di custodire le mie vie, cioè di far bene le mie azioni; e perciò ho deliberato di stare attento onde non peccar colla mia lingua.

Posui ori meo custodiam, cum consisteret peccator adversum me. Ho posta alla mia bocca una guardia, acciocché non parli quando alcuno insolente si mette a provocarmi con parole ingiuriose.

Obmutui et humiliatus sum et silui a bonis; et dolor meus renovatus est. Signore, io ho taciuto e mi sono umiliato, lasciando di rimproverare a' miei nemici il bene che loro ho fatto; e il mio dolore si è rinnovato, cioè rinnovato pensando che quelle ingiurie erano ben meritate da me per li miei peccati.

Concaluit cor meum intra me; et in meditatione mea exardescet ignis. A tal memoria si è riscaldato il mio cuore dentro di me per la confusione; ed in tal meditazione più è cresciuto il fuoco della mia pena.

Locutus sum in lingua mea; notum fac mihi, Domine, finem meum.

Et numerum dierum meorum quis est; ut sciam quid desit mihi. Ho detto: Signore, fatemi sapere quando avrà fine la vostra collera verso di me; o pure (come altri spiegano) fatemi sapere quanto sia vicino il mio fine; fatemi intendere il numero de' miei giorni, acciocché io sappia quel che manca alla mia penitenza; o pure (secondo altri) quanto mi resta a vivere.

Ecce mensurabiles posuit dies meos; et substantia mea tamquam nihilum ante te. Ecco che il Signore ha determinati i miei giorni misurabili, cioè così brevi che facilmente possono numerarsi. S. Girolamo mensurabiles legge breves. Anzi la mia sussistenza, cioè la mia vita, è un nulla davanti a voi.

Verumtamen universa vanitas; omnis homo vivens. È ben vero che ogni uomo che vive su questa terra, con tutte le ricchezze ed onori che possiede, è una mera vanità.

Verumtamen in imagine pertransit homo; sed et frustra conturbatur. Giacché l'uomo passa la vita nell'immagine, cioè tutte le felicità che figurasi di trovar sulla terra gli riescon vane; onde indarno si conturba e si affatica a procurarsi tai beni, che non contentano il cuore.

Thesaurizat et ignorat cui congregabit ea. Ammassa tesori senza sapere


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per chi li avrà ammassati dopo che sarà morto.

Et nunc quae est expectatio mea? nonne Dominus? et substantia mea apud te est. Ed ora che cosa io aspetto, se non voi, mio Signore? giacché tutto quello che ho, tutto il mio bene sussiste in voi e dipende da voi, in cui sono tutte le mie speranze, come legge il testo ebreo: Spes mea apud te est.

Ab omnibus iniquitatibus meis erue me; opprobrium insipienti dedisti me. Voi mi avete dato in obbrobrio, cioè mi avete fatto l'obbrobrio d'uno stolto (costui si suppone Semei, che trattò Davide da usurpatore del regno).

Obmutui et non aperui os meum, quoniam tu fecisti; amove a me plagas tuas. Io ho taciuto e non ho aperta la mia bocca per lagnarmi, poiché voi l'avete fatto, cioè l'avete permesso, per giusto mio castigo; vi prego ora ad allontanare da me le altre piaghe, cioè gli altri flagelli ch'io meriterei.

A fortitudine manus tuae ego defeci in increpationibus; propter iniquitatem corripuisti hominem. Io, sperimentando sovra di me i castighi della vostra forte mano, son venuto meno: voi giustamente così punite l'uomo che vi offende colla sua vita iniqua.

Et tabescere fecisti sicut araneam animam eius; verumtamen vane conturbatur omnis homo. E voi gli fate consumare la vita, come si consuma il ragno per fare la sua fragil rete; perciò vanamente ogni uomo si agita per l'acquisto de' beni di questa terra.

Exaudi orationem meam, Domine, et deprecationem meam; auribus percipe lacrymas meas. Deh Signore, esaudite la mia preghiera e la mia supplica; ascoltate le mie lagrime.

Ne sileas; quoniam advena ego sum apud te et peregrinus, sicut omnes patres mei. Mio Dio, non fate meco il sordo; poiché già sapete ch'io su questa terra sono straniero e pellegrino, come lo sono stati tutti i miei progenitori.

Remitte mihi, ut refrigerer priusquam abeam; et amplius non ero. Prima dunque ch'io parta da questo mondo, dove un giorno più non vi sarò, vi prego a rimetter la giusta collera verso di me, acciocché io trovi qualche refrigerio e sollievo.

Salmo 2. (39. del salterio.)

S. Ambrogio, s. Girolamo, s. Agostino ed Eutimio espongono tutto questo salmo direttamente di Gesù Cristo e della chiesa o sia del capo e del corpo mistico, in modo che parli sempre Cristo prima del corpo e poi della persona propria. Ed in fatti s. Paolo (Hebr. 10. 5. et seqq.) espone già di Gesù Cristo alcuni versi di questo salmo, i quali per niente convengono a Davide; e vi sono altre cose che difficilmente se gli possono adattare. Egli il nostro Salvatore parla qui secondo la sua umanità, pieno di umiltà e riconoscenza verso Dio: parla ancora come capo de' predestinati e si veste delle nostre obbligazioni come uomo verso Dio: e perciò prega, si umilia e trema come carico de' nostri peccati e mediatore tra noi e Dio.

Expectans expectavi Dominum; et intendit mihi. Io per lungo tempo ho aspettato il Signore qual liberatore e redentor del suo popolo; et intendit mihi, cioè egli ha applicate le sue orecchie ad ascoltarmi. Secondo l'ebreo quell'intendit mihi propriamente significa inclinavit se, ossia se extendit ad me audiendum.

Et exaudivit preces meas; et eduxit me de lacu miseriae et de luto faecis. Egli ha esaudite le mie preghiere; ed in effetto mi ha cavato fuori del lago della miseria e del loto della feccia, cioè da una fossa piena di putrido fango; de luto faecis, che propriamente, secondo la frase ebrea


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(come scrive il Bellarmino), significa il tumulto e la confusione in cui trovansi gli uomini caduti nel limo degli appetiti carnali.

Et statuit super petram pedes meos; et direxit gressus meos. Ed ha fermati i miei piedi sopra la pietra, cioè sovra di me, che son la pietra fondamentale della chiesa; Petra autem erat Christus1. Et direxit etc., cioè non solo ha stabiliti i miei piedi su di una via soda, ma anche su di una via retta, e così ha guidati i miei passi.

Et immisit in os meum canticum novum; carmen Deo nostro. E mi ha posto in bocca un cantico nuovo, cantico di amore, di ringraziamento e di lode. Carmen Deo nostro, legge l'ebreo laudem Deo nostro.

Videbunt multi et timebunt; et sperabunt in Domino. Molti vedranno, cioè conosceranno la miseria del lago e ne temeranno; vedranno poi il lor liberatore e confideranno nel Signore.

Beatus vir cuius est nomen Domini spes eius; et non respexit in vanitates et insanias falsas. Felice l'uomo che ripone tutta la sua speranza nel Signore e non riguarda le vanità, cioè gli appoggi umani, che son tutti vani; né riguarda le pazzie false, cioè i beni terreni, da' quali è pazzia sperare la felicità.

Multa fecisti tu, Domine Deus meus, mirabilia tua; et cogitationibus tuis non est qui similis sit tibi. Mio Signore e Dio, voi avete operate molte maraviglie a nostro bene; e chi mai può assomigliarsi a voi nei pensieri, cioè nelle vostre invenzioni amorose che avete pensate e poste in effetto per nostro bene?

Annuntiavi et locutus sum; multiplicati sunt super numerum. Io ho predicate le vostre meraviglie e beneficj fatti agli uomini. Multiplicati sunt, il Bellarmino dice qui esservi errore e doversi dire multiplicatae sunt, cioè le cogitationes, o pure multiplicata mirabilia. Ma s. Ambrogio, s. Girolamo e s. Agostino dicono che dee leggersi come sta, multiplicati sunt, cioè si sono moltiplicati gli uomini nel seguir Gesù Cristo, convertiti dalla infedeltà.

Sacrificium et oblationem noluisti; aures autem perfecisti mihi.

Holocaustum et pro peccato non postulasti; tunc dixi: Ecce venio. Voi avete rifiutati i sacrificj e le offerte della legge che non giungeano a purificar le coscienze. Onde s'intende che Dio non accettava quei sacrificj come espiativi del peccato, sì che lo togliessero dall'anima, ma li accettava solo come figure del sacrificio della morte di Gesù Cristo. E perciò diceva il Redentore: Aures autem perfecisti mihi; scrive s. Paolo, e volta: Corpus autem aptasti mihi2. Né dobbiamo noi scostarci da questo testo dell'apostolo che spiega quello di Davide; onde spiegasi il verso del salmista: Voi mi avete adattato un corpo atto a patire e morire. Indi seguita: Tunc dixi: Ecce venio; allora, cioè udendo il vostro decreto, ch'io assumessi carne umana e mi sacrificassi sulla croce per pagare i peccati degli uomini, dissi: Ecco, io vengo ad ubbidirvi.

In capite libri scriptum est de me ut facerem voluntatem tuam; Deus meus, volui, et legem tuam in medio cordis mei. Nel capo del libro, in capite libri (legge l'ebreo in volumine libri) cioè nel volume della legge.


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S. Ambrogio intende nel capo del libro della Genesi, dove si dice: Quamobrem relinquet homo patrem suum et matrem, et adhaerebit uxori suae; et erunt duo in carne una1. Il quale testo si espone poi da s. Paolo così; Sacramentum hoc magnum est; ego autem dico in Christo et in ecclesia2. S. Girolamo poi intende per capo il primo capo del vangelo di s. Giovanni, che comincia: In principio erat Verbum, ed indi; et Verbum caro factum est. Ma il Bellarmino in volumine libri l'intende in tutto il volume della Bibbia, ove da per tutto parlasi del Messia venturo; come dicono s. Gio. Grisostomo e Teodoreto; poiché Gesù Cristo è il fine della legge. Indi il Salvatore si volge al Padre e gli dice: Nel capo del libro sta scritto di me ch'io eseguisca la vostra volontà. Deus meus volui, ecco accetto, mio Dio, quanto da me volete; et legem tuam in medio cordis mei, ed ho collocata la vostra legge in mezzo del mio cuore, cioè della mia volontà. S. Paolo, dopo aver detto che Iddio non accettava i sacrificj antichi che offerivansi per lo peccato, mette il testo: Tunc dixi: Ecce venio, etc., e poi soggiunge; Aufert primum, ut sequens statuat; in qua voluntate sanctificati sumus per oblationem corporis Iesu Christi semel3. E così ci fa intendere che coll'unico sacrificio della croce, con cui Gesù Cristo ci liberò da' peccati e ci santificò, furono aboliti tutti gli antichi sacrificj.

Annuntiavi iustitiam tuam in ecclesia magna; ecce labia mea non prohibebo; Domine, tu scisti. Io ho manifestato la vostra giusta legge nella chiesa grande, cioè ad un gran popolo; e voi sapete ch'io l'ho fatto, e seguirò a farlo per me sino alla morte, e dopo quella per mezzo de' miei discepoli.

Iustitiam tuam non abscondi in corde meo; veritatem tuam et salutare tuum dixi.

Non abscondi misericordiam tuam et veritatem tuam a concilio multo. Io non ho nascosta nel mio cuore, ma ho predicata in pubblico ad un gran popolo la vostra giustizia e la vostra verità, con cui rendete a ciascuno secondo le sue opere, ed insieme la salute che avete promessa a chi spera in voi. Dice in corde meo, a differenza di coloro che tengono chiusa nel cuore la verità e non la predicano per qualche rispetto umano.

Tu autem, Domine, ne longe facias miserationes tuas a me; misericordia tua et veritas tua semper susceperunt me. Deh, Signore, non allontanate da me le vostre misericordie; la vostra misericordia e fedeltà mi han sempre sostenuto.

Quoniam circumdederunt me mala quorum non est numerus; comprehenderunt me iniquitates meae, et non potui ut viderem. Poiché mi vedo circondato da mali che sono senza numero; le mie iniquità mi han preso ad affliggere coi loro rimorsi, in modo che non ho potuto mirarle per l'orrore.

Multiplicati sunt super capillos capitis mei; et cor meum dereliquit me. Il loro numero supera quello de' miei capelli; e il mio cuore mi ha abbandonato per lo dolore.

Complaceat tibi, Domine, ut eruas me; Domine, ad adiuvandum me respice. Deh vi piaccia, Signore, di liberarmi da tante pene; Signore, guardatemi con occhio pietoso e soccorretemi.


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Confundantur et revereantur simul qui quaerunt animam meam, ut auferant eam. Restino confusi ed insieme coperti di vergogna quei che cercano di togliermi la vita.

Convertantur retrorsum et revereantur qui volunt mala mihi. Se ne ritornino in dietro ed abbiano rossore di più perseguitarmi quei che mi desiderano male.

Ferant confestim confusionem suam qui dicunt mihi: Euge, euge. Presto portino seco la loro confusione quei che mi dicono: Allegramente, allegramente! l'abbiamo perduto.

Exultent et laetentur super te omnes quaerentes te; et dicant semper; Magnificetur Dominus, qui diligunt salutare tuum. Esultino pure e si rallegrino in voi quei che vi cercano ed amano la salute, che sperano da voi; e dicano sempre: Sia glorificato il Signore che ci difende.

Ego autem mendicus sum et pauper; Dominus sollicitus est mei. Ma io, benché mi veda miserabile e povero, mi consolo in pensare che il Signore è sollecito di me, cioè della mia salute.

Adiutor meus et protector meus tu es; Deus meus, ne tardaveris. Voi siete il mio salvatore e protettore; mio Dio, non tardate a soccorrermi quando mi vedete in qualche pericolo.

Salmo 3. (40. del salterio.)

Questo salmo parimente come l'antecedente appartiene alla passione di Gesù Cristo; così l'interpretano s. Girolamo, s. Ambrogio, s. Agostino e singolarmente s. Gio. Grisostomo, il quale dice esser temerità volerlo spiegare altrimenti; poiché Gesù Cristo medesimo (come abbiamo in s. Giovanni c. 13.) citò un verso di questo salmo per significare che il tradimento di Giuda molto prima era stato predetto dal profeta. Nel salmo si parla ancora del corpo mistico della chiesa.

Beatus qui intelligit super egenum et pauperem; in die mala liberabit eum Dominus. Felice chi attende a soccorrere il povero o altro bisognoso di aiuto; nel giorno malo (s'intende nel giorno della sua morte) il Signore lo libererà da tutte le sue angustie.

Dominus conservet eum et vivificet eum et beatum faciat eum in terra; et non tradat eum in animam inimicorum eius. Il Signore lo conserverà ne' pericoli e lo fortificherà a non restarvi perduto; lo renderà insomma felice in questa terra. Et non tradat eum in animam inimicorum eius: in alcuni codici in vece di in animam, si legge in manus, come legge s. Ambrogio; ma saggiamente dice il Bellarmino esser lo stesso tradi in animam, cioè in voluntatem o sia in arbitrium inimicorum, che tradi in manus, cioè in potestatem; ma in animam è più espressivo.

Dominus opem ferat illi super lectum doloris eius; universum statum eius versasti in infirmitate eius. Nel tempo della sua ultima infermità il Signore gli porterà il suo aiuto sopra il letto del suo dolore, cioè dove patirà; voi stesso, o buon Dio, gli rifarete il letto per meglio adagiarvelo in quell'estremo.

Ego dixi: Domine, miserere mei; sana animam meam, quia peccavi tibi. Ho detto: Signore, abbiate pietà di me; e sanate l'anima mia, che si trova inferma per le offese che vi ha fatte.

Inimici mei dixerunt mala mihi: Quando morietur et peribit nomen eius? I miei nemici m'imprecano male, dicendo: Quando se lo prende la morte e perisce con lui anche la sua memoria?

Et si ingrediebatur ut videret, vana loquebatur; cor eius congregavit iniquitatem sibi. Se alcuno di loro


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entrava a vedermi, mi dicea parole vane, cioè finte di cordial compassione; ma il suo animo si consolava, congregando (cioè raddoppiando) in sé le speranze inique di vedermi morto.

Egrediebatur foras et loquebatur in idipsum. Usciva poi fuori per fare gli altri partecipi della sua iniquità.

Adversum me susurrabant omnes inimici mei, adversum me cogitabant mala mihi. Quindi i miei nemici si univano a mormorare di me ed a tramarmi e desiderarmi tutti i mali che poteano accadermi.

Verbum iniquum constituerunt adversum me: Numquid qui dormit non adiiciet ut resurgat? Han confermato il lor disegno contra di me di vedermi morto, dicendo: E che? forse chi muore penserà di tornare in vita?

Etenim homo pacis meae, in quo speravi; qui edebat panes meos, magnificavit super me supplantationem. Questo verso allude al tradimento di Giuda, come sta scritto in s. Giovanni così: Ut impleatur scriptura: Qui manducat meum panem levabit contra me calcaneum suum1. Onde il verso si spiega così: Etenim homo pacis meae, poiché quell'uomo col quale io stava in pace; in quo speravi, in cui ho confidato; qui edebat panes meos, colui che cibavasi meco dello stesso pane ch'io mangiava; magnificavit super me supplantationem, si ha fatto gloria di macchinare la mia rovina, offerendosi a consegnarmi in mano de' miei nemici.

Tu autem, Domine, miserere mei, et resuscita me; et retribuam eis. Ma voi, Signore, abbiate pietà di me (qui Gesù predice la sua risurrezione); dopo che sarò morto nella croce, fatemi risorgere; ed allora io come giudice giustamente renderò loro il castigo che si meritano. Qui il Figlio prega il Padre a risuscitarlo, perché qui prega come servo; del resto egli ben potea risuscitare il suo corpo per propria virtù, come Verbo del Padre e vero Dio eguale al Padre; secondo già avvenne, com'egli stesso dichiarò in s. Giovanni: Potestatem habeo ponendi animam meam et iterum sumendi eam2.

In hoc cognovi quoniam voluisti me; quoniam non gaudebit inimicus meus super me. In ciò conosco che voi mi amate; poiché il mio nemico non godrà sopra di me per la mia morte.

Me autem propter innocentiam suscepisti; et confirmasti me in conspectu tuo in aeternum. Voi per la mia innocenza mi avete difeso dalle mani de' miei nemici e mi avete collocato in cielo alla vostra destra in eterno; come già avvenne nell'ascensione di Gesù Cristo.

Benedictus Dominus Deus Israel a saeculo et usque in saeculum, fiat, fiat. Siane dunque benedetto per tutti i secoli il Signore Dio d'Israele; fiat, fiat (nell'ebreo sta amen, amen), ciò tutto avvenga, affinché tutto sia a lode e gloria sua.

Salmo 4. (41. del salterio.)

Davide fuggendo da Saulle, si vede afflitto essendo lontano dal tabernacolo, e si consola colla speranza di rivederlo: e con ciò nutriva il desiderio di godere la vista di Dio nel tempio del cielo dopo il suo esilio su questa terra. Questo deve essere il desiderio di ogni cristiano che vive quaggiù lontano dalla patria celeste; deve in somma sempre sospirare di lasciar la terra per andare a vedere Iddio da faccia a faccia.

Quemadmodum desiderat cervus ad fontes aquarum, ita desiderat


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anima mea ad te, Deus. Siccome il cervo anela di trovar fonti di acque; così l'anima mia o Dio, sospira di unirsi con voi.

Sitivit anima mea ad Deum fortem, vivum; quando veniam et apparebo ante faciem Dei? L'anima mia ha sete di voi, mio Dio, che siete onnipotente e siete Dio vivo, a differenza degli dei de' gentili, che sono dei morti: quando verrò a vedervi e mi troverò a godere la vista della vostra faccia?

Fuerunt mihi lacrymae meae panes die ac nocte; dum dicitur mihi quotidie: Ubi est Deus tuus? Le mie lagrime sono state il mio cibo di giorno e di notte; sentendomi dire continuamente da' miei nemici nel vedermi afflitto: E dov'è ora il tuo Dio che ti consoli?

Haec recordatus sum et effudi in me animam meam; quoniam transibo in locum tabernaculi admirabilis, usque ad domum Dei. Mi son ricordato di tali rimproveri ed io ho diffusa l'anima mia, cioè l'ho evacuata o sia spogliata di tutti gli affetti terreni col dolce pensiero che un giorno passerò da questo esilio a quell'ammirabile tabernacolo della casa di Dio.

In voce exultationis et confessionis; sonus epulantis. Io andrò colà e con voci di allegrezza loderò il Signore; ed in mezzo a quel convito mi unirò co' beati, le voci de' quali non risuonano che cantici di giubilo.

Quare tristis es, anima mea? et quare conturbas me? E tu, anima mia, perché stai mesta? e perché mi affliggi?

Spera in Deo, quoniam adhuc confitebor illi: salutare vultus mei et Deus meus. Confida in Dio, poiché col suo aiuto ben io spero di andare in cielo a lodarlo e dirgli: Voi siete il mio Dio e la salute della mia faccia, cioè voi fate che la mia faccia veda la faccia vostra.

Ad meipsum anima mea conturbata est; propterea memor ero tui de terra Iordanis et Hermoniim a monte modico. Tuttavia l'anima mia sta turbata in me; e pertanto per consolarmi io penserò sempre a voi, in qualunque luogo mi troverò, o nella terra del Giordano o nel piccol monte di Hermon.

Abyssus abyssum invocat, in voce cataractarum tuarum. Un abisso di mali ne chiama un altro, che si scarica sopra di me con fragore. Qui parla Davide delle tribolazioni o tentazioni che l'infestavano come una tempesta di acque che spaventano col loro strepito.

Omnia excelsa tua et fluctus tui super me transierunt. Oimè! tutte le acque del cielo e i flutti de' mali, con cui voi esercitate i vostri servi, par che sieno passati sopra di me.

In die mandavit Dominus misericordiam suam, et nocte canticum eius. Nel giorno delle mie consolazioni il Signore dispose che la sua misericordia mi consolasse; ma ora in questa notte di tribolazioni vuole ch'io rassegnato non lasci di cantar le sue lodi e lo benedica.

Apud me oratio Deo vitae meae: dicam Deo: Susceptor meus es. Ma in me sarà continua la mia preghiera al Dio della mia vita; dicendogli sempre: Signore, voi siete il mio protettore; non mi abbandonate.

Quare oblitus es mei, et quare contristatus incedo dum affligit me inimicus? Ma perché ora vi dimostrate come dimenticato di me? perché permettete ch'io cammini afflitto


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in tempo che il nemico mi perseguita?

Dum confringuntur ossa mea, exprobraverunt mihi qui tribulant me inimici mei. Le mie ossa si spezzano, mentre i miei nemici mi tribulano con rimproveri.

Dum dicunt mihi per singulos dies: Ubi est Deus tuus? Quare tristis es, anima mea, et quare conturbas me? Essi mi dicono in tutti i giorni: Dov'è il tuo Dio in cui tanto speravi? Ma tu, anima mia, perché ti affliggi e mi conturbi?

Spera in Deo, quoniam adhuc confitebor illi; salutare vultus mei et Deus meus. Confida in Dio, poiché spero di andare un giorno a confessar le sue misericordie, dicendogli: Voi siete il mio Dio e la salute della mia faccia, cioè il mio salvatore, sempre presente agli occhi miei.

Salmo 5. (43. del salterio.)

Questo salmo allude (generalmente parlando) ai sentimenti che hanno i giusti nelle afflizioni della loro vita; quindi il salmista suggerisce loro l'orazione che han da fare a Dio nel tempo in cui sono tribolati.

Deus, auribus nostris audivimus; patres nostri annuntiaverunt nobis.

Opus quod operatus es in diebus eorum; et in diebus antiquis. O grande Iddio, abbiamo inteso colle nostre orecchie da' nostri padri che ce le han narrate le vostre opere maravigliose, fatte anticamente nella lor vita.

Manus tua gentes disperdidit, et plantasti eos; afflixisti populos et expulisti eos. La vostra potente mano ha disperse le genti idolatre della terra promessa, ed in luogo loro vi avete stabiliti i nostri padri; dissipando e discacciandone quei popoli che vi stavano.

Nec enim in gladio suo possederunt terram; et brachium eorum non salvavit eos. Poiché non giunsero essi per lo valore della loro spada a posseder quella terra; né il loro braccio li salvò da' nemici.

Sed dextera tua et brachium tuum et illuminatio vultus tui; quoniam complacuisti in eis. Ma tutta è stata forza della vostra potenza; mentre li avete mirati con occhio benigno e vi siete compiaciuto di beneficarli.

Tu es ipse rex meus et Deus meus; qui mandas salutem Iacob. Voi stesso siete il mio re e il mio Dio, che avete provveduto alla salute di Giacobbe, cioè del vostro popolo che da Giacobbe discende.

In te inimicos nostros ventilabimus cornu; et in nomine tuo spernemus insurgentes in nobis. In voi, cioè colle forze che da voi otterremo, coi dissiperemo i nostri nemici; ed in virtù del vostro nome disprezzeremo tutti coloro che contro di noi insorgeranno.

Non enim in arcu meo sperabo; et gladius meus non salvabit me. Poiché io non ispero la vittoria dal mio arco, né la mia spada sarà quella che mi salverà.

Salvasti enim nos de affligentibus nos; et odientes nos confudisti. Voi ci avete liberati da' nostri persecutori; ed avete confusi coloro che ci odiavano.

In Deo laudabimur tota die; et in nomine tuo confitebimur in saeculum. Noi, liberati dalla vostra mano, ci glorieremo in Dio tutto giorno; e sempre confesseremo il vostro nome.

Nunc autem repulisti, et confudisti nos; et non egredieris Deus in virtutibus nostris. Ma ora voi ci avete ributtati e confusi; né vi miriamo come nostro Dio, che uscite insieme


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colle nostre armate a combattere per noi.

Avertisti nos retrorsum post inimicos nostros; et qui oderunt nos diripiebant sibi. Anzi ci avete fatte voltare le spalle a' nostri nemici; sicché, renduti loro prigionieri, siamo obbligati a seguitarli; e quei che ci odiavano si hanno usurpate le nostre spoglie.

Dedisti nos tamquam oves escarum; et in gentibus dispersisti nos. Ci avete dato ad essi come pecore a servir loro di cibo; e ci avete dispersi fra le nazioni.

Vendidisti populum tuum sine pretio; et non fuit multitudo in commutationibus eorum. Avete permesso che il vostro popolo fosse venduto per niente; né vi è stato fra la moltitudine di tanti chi avesse cercato di comprare con qualche prezzo gli uomini del vostro popolo, mentre li disprezzavano come indegni di prezzo.

Posuisti nos opprobrium vicinis nostris; subsannationem et derisum his qui sunt in circuitu nostro. Ci avete fatti l'obbrobrio a' nostri vicini; ed il ludibrio e la derisione a costoro che ci circondano per insultarci.

Posuisti nos in similitudinem gentibus; commotionem capitis in populis. Ci avete posti in esempio di terrore presso le genti; in modo che i popoli muovono il capo sovra di noi per deriderci.

Tota die verecundia mea contra me est, et confusio faciei meae cooperuit me.

A voce exprobrantis et obloquentis; a facie inimici et persequentis. Continuamente la vergogna mi affligge e la confusione copre la mia faccia; in sentir le voci de' nemici e persecutori che mi rimproverano e dicono male di me.

Haec omnia venerunt super nos, nec obliti sumus te et inique non egimus in testamento tuo. Tutti questi mali sono venuti sovra di noi; ma non ci siamo dimenticati di voi, Signore; né ci siam portati iniquamente contra le leggi dell'alleanza.

Et non recessit retro cor nostrum; et declinasti semitas nostras a via tua. E il nostro cuore non ha retroceduto, cioè non vi ha voltate le spalle. Et declinasti etc. S. Girolamo volta: non declinaverunt semitae nostrae a via tua; onde si spiega: Voi non avete permesso che i nostri passi si scostassero dalla vostra via. Comunemente vogliono che prima della parola declinasti manchi la particola non, posta già nella prima parte del verso.

Quoniam humiliasti nos in loco afflictionis; et cooperuit nos umbra mortis. Poiché voi ci avete umiliati nel luogo dell'afflizione, cioè abbandonati nel profondo delle miserie (s. Girolamo legge dall'ebreo in locum draconum, che significa in un luogo orrendo); onde ci siam veduti coperti da una grande oscurità, la quale vien significata per l'ombra della morte, dopo cui non restano che tenebre.

Si obliti sumus nomen Dei nostri, et si expandimus manus nostras ad Deum alienum.

Nonne Deus requiret ista? ipse enim novit abscondita cordis. Se abbiamo posto in oblio il nome del nostro Dio e se abbiamo alzate le mani a qualche straniera deità; forse non ne avrebbe cercato da noi conto il Signore, che ben conosce anche i pensieri più segreti del nostro cuore?

Quoniam propter te mortificamur tota die; aestimati sumus sicut


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oves occisionis. Per amor vostro tutto giorno noi soffriamo tali pene che siamo stimati come pecore (o siano vittime) destinate alla morte.

Exurge; quare obdormis, Domine? exurge et ne repellas in finem. Signore, sorgete; perché dimostrate di dormire e di non aver più cura di noi? sorgete e non ci ributtate sino all'estremo.

Quare faciem tuam avertis, oblivisceris inopiae nostrae et tribulationis nostrae? Perché voltate la vostra faccia, quasi dimenticato della nostra miseria ed afflizione?

Quoniam humiliata est in pulvere anima nostra; conglutinatus est in terra venter noster. Poiché le nostre anime vedonsi umiliate e disprezzate come la polvere che si calpesta, perciò, prostrati di faccia a terra, stiamo ad implorare la vostra misericordia.

Exurge, Domine, adiuva nos; et redime nos propter nomen tuum. Sorgete, Signore, e soccorreteci; e liberateci da tanti mali per gloria del vostro nome.

Salmo 6. (44. del salterio.)

Questo salmo è un cantico di lode a Gesù Cristo ed alla chiesa sua sposa. Qui apertamente si predice il mistero dell'incarnazione del Verbo e la vittoria del Redentore riportata sul mondo.

Eructavit cor meum verbum bonum; dico ego opera mea regi. Il cuor mio, ripieno di lumi divini, prorompe in sante parole; e pronunzia questo carme, dedicandolo ad onore del mio re e messia.

Lingua mea calamus scribae velociter scribentis. La mia lingua è come la penna in mano di un veloce scrittore, il quale scrive tutto ciò che gli viene dettato dallo Spirito santo.

Speciosus forma prae filiis hominum, diffusa est gratia in labiis tuis; propterea benedixit te Deus in aeternum. Voi, mio re e salvatore, siete il più bello tra i figliuoli degli uomini; le vostre labbra sono sparse di grazia; onde Iddio vi ha benedetto in eterno.

Accingere gladio tuo super femur tuum, potentissime. Cingetevi colla vostra spada sul fianco, o re potentissimo.

Specie tua et pulchritudine tua intende, prospere procede et regna. Col vostro splendore e bellezza (s. Girolamo legge gloria tua, decore tuo) intende, indirizzate i passi e seguite prosperamente a camminare innanzi e regnate nel mondo.

Propter veritatem et mansuetudinem et iustitiam; et deducet te mirabiliter dextera tua. Regnate colla verità, cioè colla fedeltà delle vostre promesse, colla mansuetudine che usate co' peccatori e colla giustizia ch'esercitate nel giudicare gli ostinati; così la vostra potenza vi condurrà mirabilmente ad ingrandire il vostro regno.

Sagittae tuae acutae, populi sub te cadent; in corda inimicorum regis. Alla saetta della vostra luce, che ha la virtù di penetrare i cuori, cadranno vinti i popoli, in modo che i cuori de' vostri nemici, che pria vi disprezzavano, verranno ad adorarvi.

Sedes tua, Deus, in saeculum saeculi; virga directionis virga regni tui. E così la vostra sede o sia regno, o Dio salvatore del mondo, a differenza de' regni temporali degli altri re, sarà eterna nella chiesa; e la verga, cioè lo scettro vostro o sia governo sarà sempre giustissimo: virga directionis è lo stesso che virga rectissima.

Dilexisti iustitiam et odisti iniquitatem; propterea unxit te Deus,


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Deus tuus oleo laetitiae prae consortibus tuis. Voi amate la giustizia e odiate l'iniquità; perciò Iddio vi ha unto coll'olio dell'allegrezza, esaltandovi sino a sedere alla sua destra, ch'è una gloria la quale supera tutta quella degli uomini e degli angeli, che saranno vostri consorti nel cielo. Gesù Cristo intendesi poi unto re del mondo da Dio, a riguardo non della divinità, ma dell'umanità. Prae consortibus, s'intende ancora unto come capo colla unzione della grazia a riguardo dei fedeli, che per i di lui meriti riceveranno le grazie da Dio.

Myrrha et gutta et casia a vestimentis tuis, a domibus eburneis; ex quibus delectaverunt te filiae regum in honore tuo. Qui per le vesti e case di avorio s'intende la santissima umanità del Redentore; onde si spiega così: Da questa umanità esce l'odore della mirra, dell'aloe e della cassia; da' quali aromi, che spirano odore, le figlie dei re (cioè le anime grandi) vi diletteranno, correndo ad onorarvi.

Astitit regina a dextris tuis in vestitu deaurato, circumdata varietate. Vedrassi poi alla vostra destra seder la regina con veste d'oro, ornata di varj colori. Per la regina s'intende la Chiesa e può intendersi anche la divina Madre ed ogni anima santa, ch'è sposa di Gesù Cristo e perciò regina, come scrive s. Bernardo: Singulae animae, singulae sponsae.

Audi, filia, et vide et inclina aurem tuam; et obliviscere populum tuum et domum patris tui. Quindi viene detto a questa regina: Odi, figlia, e vedi l'onore al quale sei innalzata ed ascolta quello che hai da fare: scordati del tuo popolo, cioè de' tuoi compatriotti e della casa di tuo padre.

Et concupiscet rex decorem tuum; quoniam ipse est Dominus Deus tuus, et adorabunt eum. E così amerà la tua bellezza il re tuo sposo, che sola tu devi amare; mentr'egli è il tuo Signore e Dio ed è quegli che finalmente tutti dovranno adorare.

Et filiae Tyri in muneribus, vultum tuum deprecabuntur omnes divites plebis. E le figlie di Tiro, cioè le nazioni de' gentili, ti onoreranno coi doni e colle offerte, s'intende della chiesa; e tra quelle vi saranno anche tutti i potenti del popolo, che si vedranno umiliati alla vostra presenza ad implorare la vostra protezione.

Omnis gloria eius, filias regis ab intus; in fimbriis aureis circumamicta varietatibus. Tutta la gloria della figlia del re dev'essere da dentro, cioè nelle virtù interne dell'animo, più che in fimbriis aureis circumamicta varietatibus, viene a dire, più che in varj ornamenti esterni che appariscono di fuori.

Adducentur regi virgines post eam; proximae eius afferentur tibi.

Afferentur in laetitia et exultatione; adducentur in templum regis. Appresso la sposa saranno addotte al re nel suo tempio più vergini; ma queste saranno quelle che sono prossime, cioè unite alla regina sposa, ch'è la chiesa, come spiegano s. Basilio e s. Agostino.

Pro patribus tuis nati sunt tibi filii; constitues eos principes super omnem terram. Qui vogliono s. Basilio, s. Girolamo, s. Gio. Grisostomo e s. Agostino che si parli alla chiesa e si dica: A voi, sposa del Salvatore, essendo mancati gli antichi padri, patriarchi e profeti, son nati altri figli, cioè i santi apostoli, i discepoli e successori, che voi avete


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costituiti principi sovra tutta la terra; mentre colla loro predicazione del vangelo avete sottoposte alla vostra ubbidienza tutte le nazioni.

Memores erunt nominis tui in omni generatione et generatione. Or questi apostoli e discepoli e loro successori, succedendo gli uni agli altri, memori (molti leggono memor, secondo il testo ebreo presente; ma s. Girolamo e s. Agostino leggono memores) predicheranno sempre per tutte le generazioni il vostro nome, cioè la vostra potenza e la vostra misericordia per la grazia fatta agli uomini.

Propterea populi confitebuntur tibi in aeternum et in saeculum saeculi. E perciò i popoli convertiti alla fede vi adoreranno per sempre e per tutti i secoli.

Salmo 7. (45. del salterio.)

S. Ambrogio, s. Girolamo, s. Agostino, s. Gio. Grisostomo, Teodoreto, ed Eutimio vogliono concordemente che questo salmo s'intenda della chiesa cattolica rispetto alle vittorie dalla medesima riportate contra i suoi persecutori, ed alla sua stabilità in Dio che la protegge.

Deus noster refugium et virtus, adiutor in tribulationibus quae invenerunt nos nimis. Il nostro Dio è nostro rifugio e fortezza; mentr'egli ci ha protetti nelle tribolazioni che molto ci hanno afflitto.

Propterea non timebimus, dum turbabitur terra et transferentur montes in cor maris. Perciò non ci atterriremo quando vedremo tutta la terra agitata e turbata; e quantunque vedessimo i monti sbalzati in mezzo al mare.

Sonuerunt, et turbatae sunt aquae eorum; conturbati sunt montes in fortitudine eius. Neppure ci perderemo d'animo, quando anche tutte le acque del mare (aquae eorum, legge Bossuet con s. Girolamo dall'ebreo aqua eius) si commovessero con tal empito che ne restassero smossi gli scogli alti come monti.

Fluminis impetus laetificat civitatem Dei; sanctificavit tabernaculum suum Altissimus. Ma in mezzo a tali tempeste il Signore farà scendere un fiume di pace che rallegrerà la città di Dio (cioè la santa chiesa), che l'Altissimo ha eletta per suo tempio, santificandola colla sua grazia.

Deus in medio eius non commovebitur; adiuvabit eam Deus mane diluculo. Dio non si partirà mai dal mezzo di essa; assistendola sin dal principio del giorno, cioè dal suo nascimento.

Conturbatae sunt gentes, et inclinata sunt regna; dedit vocem suam, mota est terra. Nello stabilir questa chiesa le nazioni si son conturbate ed i regni si sono scossi (s. Girolamo in vece di inclinata volta concussa), il Signore ha fatta sentir la sua voce e la terra si è commossa.

Dominus virtutum nobiscum; susceptor noster Deus Iacob. Ma noi non dobbiamo temere, avendo in nostro favore il Dio degli eserciti, il quale è il Dio di Giacobbe ed è il nostro protettore.

Venite et videte opera Domini, qui posuit prodigia super terram, auferens bella usque ad finem terrae. Venite, o popoli tutti, ed ammirate le opere del Signore ed i prodigj che ha fatti sulla terra, estinguendo le guerre sino agli ultimi confini di quella.

Arcum conteret, et confringet arma; et scuta comburet igni. Indi farà in pezzi gli archi de' nemici e frangerà tutte le loro armi; e i loro scudi li ridurrà in cenere.

Vacate et videte, quoniam ego sum Deus; exaltabor in gentibus et


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exultabor in terra. Pertanto voi, servi miei (vacate, l'ebreo legge cessate) occupatevi, sciolti dalle cure terrene, in considerare ch'io solo son Dio, per cui son tutte le cose e da cui ogni cosa dipende; ed un giorno ben sarò esaltato, cioè sarò riconosciuto per quel supremo Signore che sono dalle genti e da tutta la terra.

Dominus virtutum nobiscum, susceptor noster Deus Iacob. Rallegriamoci intanto noi, fedeli, pensando che con noi è il Signore degli eserciti e che il Dio di Giacobbe è quello che ci protegge.

Salmo 8. (46. del salterio.)

Questo salmo può esporsi in due sensi letterali: il primo allude al trionfo dell'arca quando fu portata al monte Sion. Ma nel secondo senso meglio si applica da più s. Padri a Gesù Cristo allorché ascese glorioso al cielo.

Omnes gentes, plaudite manibus; iubilate Deo in voce exultationis. Popoli tutti della terra, fate festa e battete le mani per la gioia; e giubilando lodate Dio con voce di allegrezza.

Quoniam Dominus excelsus, terribilis; rex magnus super omnem terram. Poiché egli è il Signore, supremo per la sua maestà e terribile per la sua potenza; egli è il grande monarca che ha l'imperio sopra tutta la terra.

Subiecit populos nobis, et gentes sub pedibus nostris. Egli ha soggettati a noi i popoli; ed ha poste sotto i nostri piedi le nazioni.

Elegit nobis haereditatem suam; speciem Iacob, quam dilexit. Egli ha eletto in noi la sua particolare eredità (cioè fra tutte le nazioni ci ha scelti per esser la sua eredità); ha eletto noi, perché siamo germi di Giacobbe, tanto da esso amato.

Ascendit Deus in iubilo, et Dominus in voce tubae. Ecco come in giubilo ed a suono di trombe ascende al cielo il nostro Salvatore per sua propria virtù, poiché egli è Dio.

Psallite Deo nostro, psallite; psallite regi nostro, psallite. Popoli, su, cantate le lodi al nostro Dio e re.

Quoniam rex omnis terrae Deus; psallite sapienter. Giacché egli è il re di tutta la terra e sommo Dio; psallite sapienter, cantate a lui le lodi che si merita.

Regnabit Deus super gentes; Deus sedet super sedem sanctam suam. Egli regnerà da Dio sovra tutte le nazioni: e sederà qual Dio sovra la sua santa sede alla destra del Padre.

Principes populorum congregati sunt cum Deo Abraham. I principi de' popoli gentili si uniranno al popolo del Dio di Abramo; poiché legge l'ebreo; Congregati sunt populo Dei Abraham. Quoniam dii fortes terrae vehementer elevati sunt. Questo passo è molto oscuro. Altri, come il Mattei con Genebrardo, dicono che le parole dii fortes terrae in ebreo sta Elohim in plurale, ma si prende pro Deo in singolare; onde spiegano: Deus victoria elevatus est. All'incontro s. Cirillo, Teodoreto e Didimo per Deos fortes terrae intendono i principi terreni: ed in ciò conviene s. Girolamo, che legge, quoniam dii scuta terrae, vehementer elevati sunt. Scuta terrae, cioè i protettori o siano i superiori dei sudditi, elevati sunt, sono stati sollevati col venire al culto del vero Dio. Questa spiegazione più mi piace, per essere più conforme alla volgata ed alla versione de' settanta. Onde il passo si spiega così: Poiché i principi protettori, o siano i magistrati della terra, molto sono stati sollevati col venire al culto del vero Dio.


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Salmo 9. (47. del salterio.)

Questo salmo nel senso letterale s'intende della protezione che ha Dio sovra la Gerusalemme locale; e nel senso figurato della protezione che ha sovra la Gerusalemme spirituale, cioè sovra la sua chiesa.

Magnus Dominus et laudabilis nimis; in civitate Dei nostri, in monte sancto eius. Grande è il Signore e degno d'infinita lode; egli nella sua città di Gerusalemme e specialmente nel santo monte di Sionne fa risplendere la sua gloria.

Fundatur exultatione universae terrae mons Sion; latera aquilonis, civitas regis magni. Sta fondato il monte Sion e la città del gran re nel fianco aquilonare, coll'applauso di tutta la terra.

Deus in domibus eius cognoscetur cum suscipiet eam. Allora si conoscerà Iddio nelle case degli abitanti di questa città, quando egli ne prenderà la difesa contro gli sforzi de' nemici.

Quoniam ecce reges terrae congregati sunt; convenerunt in unum. Poiché i re della terra già si son congregati ed uniti insieme col disegno di devastarla.

Ipsi videntes sic admirati sunt; conturbati sunt, commoti sunt, tremor apprehendit eos. Essi nemici, nel vedere la mano dell'onnipotente che la protegge, son restati ammirati, si son conturbati e confusi e sono stati presi da un gran timore.

Ibi dolores ut parturientis; in spiritu vehementi conteres naves Tharsis. Ivi patiranno dolori simili a quelli che patisce una donna la quale sta per partorire; voi, Signore, con venti strepitosi ridurrete in pezzi le navi di Tarso, cioè le navi più grandi, quali eran quelle che andavano a Tarso.

Sicut audivimus, sic vidimus in civitate Domini virtutum, in civitate Dei nostri; Deus fundavit eam in aeternum. Ecco quel che diranno gli abitanti di Gerusalemme: ciò che ci è stato promesso l'abbiam già veduto avverato nella città del nostro Signore e Dio degli eserciti, che l'ha fondata stabilmente. Ciò ben si verifica della Chiesa di cui sta detto: Et portae inferi non praevalebunt adversus eam1.

Suscepimus, Deus, misericordiam tuam in medio templi tui. O grande Iddio, noi abbiam ricevuta la vostra misericordia in mezzo del vostro tempio, cioè nella vostra chiesa, a vista di tutti.

Secundum nomen tuum, Deus, sic et laus tua in fines terrae: iustitia plena est dextera tua. Siccome il vostro gran nome, o nostro Dio, è stato conosciuto per tutta la terra, così da per tutto si è sparsa la vostra gloria; e così ancora è stata lodata la vostra potenza, ch'è piena di giustizia, premiando i buoni e castigando i cattivi.

Laetetur mons Sion, et exultent filiae Iudae, propter iudicia tua, Domine. Si rallegri dunque il monte di Sionne ed esultino le figlie di Giuda per i giusti giudizj che voi, Signore, esercitate sulla terra.

Circumdate Sion, et complectimini eam; narrate in turribus eius. Venite, o nazioni tutte, ad abitare d'intorno a Sionne e racchiudetela fra di voi; quindi predicate sovra le sue torri (cioè pubblicamente) il vangelo. L'ebreo legge: numerate turres eius, cioè numerate le eccelse torri che la difendono.

Ponite corda vestra in virtute eius; et distribuite domos eius, ut enarretis in progenie altera. Applicatevi


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a considerare la sua fortezza; et distribuite etc., assegnate a diversi cittadini (cioè a diversi operai) le aie per fabbricare le loro case (cioè le loro chiese particolari), acciocché, edificata che poi sarà la città e piena del popolo fedele, possiamo tramandare ai posteri la notizia del vero Dio.

Quoniam hic est Deus, Deus noster in aeternum et in saeculum saeculi; ipse reget nos in saecula. Poiché questi è il vero Dio, ed egli sarà il nostro Dio in eterno, che ci reggerà per sempre e per tutti i secoli.

Salmo 10. (48. del salterio.)

Questo salmo è un'istruzione a' fedeli affinché sappiano disprezzare i beni di questa terra, e temano solamente una mala morte e un severo giudizio dopo di quella; inoltre ci propone a considerare che solo in Dio possiamo trovare la vera felicità. Le cose son proposte oscuramente, ma la luce del vangelo fa poi vedere la mente del profeta.

Audite haec, omnes gentes; auribus percipite, omnes qui habitatis orbem. Ascoltate, o nazioni tutte, le cose che vi dico; o abitatori della terra, trattate di capire quanto ascoltate.

Quique terrigenae et filii hominum; simul in unum dives et pauper. E voi tutti, uomini che in questo mondo vivete, ricchi e poveri, unitevi a sentirmi.

Os meum loquetur sapientiam; et meditatio cordis mei prudentiam. La mia bocca non vi parlerà che di cose necessarie a sapersi; io vi dirò quel che ha meditato il mio cuore, per vivere con prudenza circa le umane azioni.

Inclinabo in parabolam aurem meam; aperiam in psalterio propositionem meam. Io starò attento a udire le verità che mi saran dette in parabola, cioè in enigma; e questo enigma (propositionem meam, legge l'ebreo enigma meum) io lo dichiarerò a suono del salterio.

Cur timebo in die mala? iniquitas calcanei mei circumdabit me. Perché temerò io nel giorno malo, cioè nel giorno del mio giudizio? L'iniquità mia solo mi fa temere, e specialmente quella del mio calcagno, cioè quella che mi accompagnasse sino alla morte, ch'è l'ultima parte della vita.

Qui confidunt in virtute sua; et in multitudine divitiarum suarum gloriantur. I grandi del mondo confidano nella loro potenza, ed i ricchi si gloriano nelle loro molte ricchezze.
Frater non redimit, redimet homo; non dabit Deo placationem suam. Ma in morte il fratello non li potrà liberare dal pericolo, e tanto meno alcun altro uomo; qui s'intende replicata la particola non, secondo l'uso delle scritture, come nota il Bellarmino: non dabit Deo etc., poiché niun uomo potrà mai placare Dio per essi.

Et pretium redemptionis animae suae; et laborabit in aeternum, et vivet adhuc in finem. E niuno potrà dare il prezzo sufficiente a redimere l'anima sua; onde la sua fatica (cioè la sua pena) sarà eterna, e così vivrà per sempre infelice.

Non videbit interitum, cum viderit sapientes morientes; simul insipiens et stultus peribunt. Monsignor Bossuet dice che le parole non videbit interitum s'intendono dette ironicamente, come dicesse: An putabit non visurum interitum? Altri poi spiegano: non vedrà la sua morte, cioè non morirà, finché non termini tutto il corso naturale di sua vita, ancorché veda morire gli uomini savj. O pure si può spiegare, come dice il Bellarmino, che non vedrà la morte, cioè che trascurerà di prevedere la morte che l'aspetta a tempo suo; giacché i malvagi fuggono di pensare alla loro morte:


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ma così pel savio come per lo stolto ha da venire il giorno in cui avran da morire.

Et relinquet alienis divitias suas; et sepulcra eorum domus illorum in aeternum. In somma avranno da lasciare agli altri le loro ricchezze; e la loro casa perpetua sarà il sepolcro.

Tabernacula eorum in progenie et progenie; vocaverunt nomina sua in terris suis. Queste saranno le loro abitazioni dopo molte generazioni; sicché altro loro non resterà che i loro nomi scritti nei proprj paesi sovra dei marmi o sulle mura delle case.

Et homo, cum in honore esset, non intellexit: comparatus est iumentis insipientibus et similis factus est illis. E così l'uomo quando è nella sua gloria non intende quel che dovrebbe intendere come uomo; diventa simile a' giumenti che non hanno uso di ragione.

Haec via illorum scandalum ipsis; et postea in ore suo complacebunt. Questo è il lor cammino (cioè la loro vita) dove trovano molti inciampi che li conducono alla ruina; e di questo lor cammino essi poi se ne compiacciono e ne parlano con vanto.

Sicut oves in inferno positi sunt; mors depascet eos. Miseri! vivendo eglino come pecore prive di senno, si troveranno un giorno, come pecore, vittime della divina giustizia, gittati nell'inferno, dove la morte li pascerà; viene a dire che la loro morte sarà eterna. Siccome le pecore pascolano le frondi dell'erba, ma lasciano la radice che torni a germogliare; così la morte uccide col dolore ogni momento i reprobi, ma lascia loro la vita per seguitare a patire eternamente.

Et dominabuntur eorum iusti in matutino; et auxilium eorum veterascet in inferno a gloria eorum. Nel mattutino, cioè nella comune risurrezione (ch'è il mattutino o sia il principio del secolo futuro) vedranno gli empj che i giusti saranno loro dominanti e giudici; et auxilium etc. (l'ebreo legge robur), ed allora la loro potenza avuta in questo mondo si vedrà mancata e distrutta nell'inferno, dopo la gloria vana che han vantata vivendo.

Verumtamen Deus redimet animam meam de manu inferi, cum acceperit me. Ma io spero che Dio libererà l'anima mia dalle fauci dell'inferno; cum acceperit me, quando mi riceverà tra' suoi servi, dopo che avrà consumata l'opera della redenzione.

Ne timueris, cum dives factus fuerit homo; et cum multiplicata fuerit gloria domus eius. Anima fedele, non temere dell'uomo peccatore, se lo vedrai divenuto ricco e vedrai ingrandita la sua casa di gloria mondana.

Quoniam, cum introierit, non sumet omnia; neque descendet cum eo gloria eius. Poiché quando entrerà morto nel sepolcro, nulla seco prenderà; né la sua gloria scenderà seco nella sepoltura.

Quia anima eius in vita ipsius benedicetur; confitebitur tibi, cum benefeceris ei. L'anima del peccatore sarà benedetta, cioè applaudita da' mondani nella sua vita su questa terra; ed egli non vi loderà, se non quando lo colmerete di beni terreni.

Introibit usque in progenies patrum suorum; et usque in aeternum non videbit lumen. Ed ecco che dopo la sua vita malvagia entrerà il misero nel luogo de' suoi antenati, dei quali ha seguito il mal esempio; ed


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ivi resterà in eterno senza veder mai luce.

Homo, cum in honore esset, non intellexit; comparatus est iumentis insipientibus et similis factus est illis. Ed ecco la fine di colui che, essendo uomo, ha voluto farsi simile alle bestie che vivono ed operano senza ragione; siccome egli ha vivuto.

Salmo 11. (49. del salterio.)

In questo salmo si descrive la prima venuta di Gesù Cristo, la quale fu occulta ed umile; a differenza della seconda che sarà palese e maestosa.

Deus deorum Dominus locutus est; et vocavit terram. Il Dio Signore degli dei, cioè di tutte le potenze create, ha parlato ed ha chiamati tutti gli uomini della terra a render conto della loro vita nel suo divin tribunale.

A solis ortu usque ad occasum; ex Sion species decoris eius. Egli farà sentir la sua voce dall'una sino all'altra estremità del mondo; e scenderà dalla celeste Sionne ornato della sua gloria e maestà.

Deus manifeste veniet; Deus noster, et non silebit. Verrà il nostro Dio palese a tutti, ed allora si farà conoscere per quel gran Dio ch'egli è; né allora tacerà, come ha taciuto sino a quel tempo, vedendo i peccati degli empj e dissimulandone l'ingiurie.

Ignis in conspectu eius exardescet; et in circuitu eius tempestas valida. Il fuoco alla sua presenza arderà con forza maggiore, riducendo il mondo in cenere (secondo quel che scrisse s. Pietro: Terra autem et quae in ipsa sunt opera exurentur1); ed intorno a lui vi sarà una tempesta grande ed universale, che metterà il tutto in confusione nella terra, nel mare e nell'aria.

Advocabit coelum desursum et terram discernere populum suum. Chiamerà allora il cielo da sopra e la terra di sotto, cioè gli angeli e gli uomini tutti per esser testimonj del giudizio che farà del suo popolo, separando gli eletti dai reprobi.

Congregate illi sanctos eius; qui ordinant testamentum eius super sacrificia. Angeli, voi unite d'intorno al giudice i suoi santi, cioè gli eletti, i quali sovra i sacrifizj (cioè oltre il culto esterno) hanno osservato il patto con ubbidire alla sua legge.

Et annuntiabunt coeli iustitiam eius; quoniam Deus iudex est. I cieli manifesteranno la di lui giustizia; poiché questo giudice è insieme Dio, che non può fallire.

Audi, populus meus, et loquar; Israel, et testificabor tibi; Deus Deus tuus ego sum. Qui il profeta induce a parlare Gesù Cristo, che dice: Ascolta, popolo mio, quel che ti dirò; ascolta, Israello (per cui s'intendono tutti i veri fedeli), quanto io ti testificherò, cioè ti farò sapere per mezzo delle mie inspirazioni e de' miei ministri; e credimi, perché io sono il tuo vero Dio, che tutto so e t'amo.

Non in sacrificiis tuis arguam te; holocausta autem tua in conspectu meo sunt semper. Popolo mio, io non ti riprenderò per li sacrifizj non offerti; poiché quelli che mi offeristi mi bastano e sono sempre davanti agli occhi miei.

Non accipiam de domo tua vitulos; neque de gregibus tuis hircos. Io non vado cercando i vitelli della tua casa né gl'irci del tuo gregge.

Quoniam meae sunt omnes ferae silvarum; iumenta in montibus et boves. Poiché anche le fiere delle selve, gli animali che si pascolano nei monti, ed i bovi, tutti son miei.


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Cognovi omnia volatilia coeli; et pulcritudo agri mecum est. So bene che tutti gli uccelli son miei; e ciò che fa ricche e belle le campagne tutto è mio.

Si esuriero, non dicam tibi; meus est enim orbis terrae et plenitudo eius. Se avessi fame o sete, non ti dirò che tu mi sovvenga, poiché tutta la terra e quanto in essa si contiene è mio.

Numquid manducabo carnes taurorum? aut sanguinem hircorum potabo? E che? forse io per sostentarmi ho bisogno di cibarmi delle carni dei tori o bere del sangue degl'irci?

Immola Deo sacrificium laudis; et redde Altissimo vota tua. Se vuoi piacermi, sacrifica a me tuo Dio un sacrificio di lode, che non solo sia di bocca, ma di un cuore che mi ama; e rendi all'Altissimo le promesse che gli hai fatte.

Et invoca me in die tribulationis; eruam te, et honorificabis me. E chiamami nel giorno della tua afflizione; perché io te ne libererò, e così tu m'onorerai rendendomene le grazie.

Peccatori autem dixit Deus: quare tu enarras iustitias meas et assumis testamentum meum per os tuum! S. Girolamo legge così: Quid tibi est cum enarratione praeceptorum meorum, ut assumas pactum meum in ore tuo? onde questo verso spiegasi così: all'incontro il Signore dice al peccatore: Che ti giova il parlare de' miei precetti, quando tu non li osservi? e del mio patto, quando tu manchi dalla parte tua?

Tu vero odisti disciplinam; et proiecisti sermones meos retrorsum. Tu poi hai odiati i miei insegnamenti e ti hai buttati dietro le spalle i miei precetti.

Si videbas furem, currebas cum eo; et cum adulteris portionem tuam ponebas. Se vedevi un ladro, correvi per unirti seco; ed hai fatta lega cogli adulteri.

Os tuum abundavit malitia; et lingua tua concinnabat dolos. La tua bocca è piena di parole cattive, ed hai impiegata la tua lingua in concertare inganni.

Sedens adversus fratrem tuum loquebaris, et adversus filium matris tuae ponebas scandalum; haec fecisti, et tacui. Sedendo in compagnia degli altri, hai mormorato del tuo prossimo; hai cercato di toglier l'onore allo stesso tuo fratello (ponebas scandalum, s. Girolamo legge fabricabaris opprobrium); tutte queste cose hai fatte, ed io ho taciuto.

Existimasti, inique, quod ero tui similis? arguam te et statuam contra faciem tuam. Hai pensato, o iniquo, ch'io fossi simile a te? e che non tenessi conto delle offese a me fatte! A suo tempo io ti rinfaccerò la tua mala vita e farò che le tue colpe ti stiano sempre davanti gli occhi, acciocché la loro bruttezza ti stia sempre a tormentare.

Intelligite haec, qui obliviscimini Deum; ne quando rapiat, et non sit qui eripiat. Intendete queste cose, voi che vivete dimenticati di Dio; affinché possiate evitare di esser fatti un giorno prede de' demonj e non vi sia chi vi liberi dalle loro mani.

Sacrificium laudis honorificabit me; et illic iter, quo ostendam illi salutare Dei. Ricordatevi che solamente il sacrificio di lode (cioè la buona vita) è quello che mi onora; e questa è la via per cui vi fo intendere che acquisterete la salute: la quale consiste nel godere la vista di Dio ed in amarlo in eterno.


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Salmo 12. (51. del salterio.)

Il senso letterale di questo salmo è una riprensione di Davide fatta a Doeg idumeo che avea irritato Saulle contra di lui e contra il sacerdote Achimelech, e con ciò era stato cagione della ruina di molti. Nella persona di Doeg s'intendono tutti gl'iniqui che perseguitano gli uomini dabbene.

Quid gloriaris in malitia, qui potens es in iniquitate? Misero, perché ti glorii della tua malizia, di essere valente nella tua iniquità in far del male agli altri?

Tota die iniustitiam cogitavit lingua tua; sicut novacula acuta fecisti dolum. Tutto giorno ad altro non hai impiegata la lingua che per offendere altri ingiustamente; ti sei servito di quella, come di un bene affilato rasoio per ingannare.

Dilexisti malitiam super benignitatem; iniquitatem magis quam loqui aequitatem. Hai amato più di far male al prossimo, che di fagli bene; hai procurato di parlare più presto in suo danno che in suo vantaggio.

Dilexisti omnia verba praecipitationis, lingua dolosa. Lingua maledica, hai procurato di parlar sempre affin di precipitare e mandare in ruina il prossimo tuo.

Propterea Deus destruet te in finem; evellet te et emigrabit te de tabernaculo tuo et radicem tuam de terra viventium. Perciò Iddio ti distruggerà all'intutto; ti svellerà dal luogo ove ti ritrovi, ti sbandirà dalla sua casa e ti spianterà dalla terra de' viventi con tutta la tua stirpe, come si spianta un albero con tutta la sua radice.

Videbunt iusti et timebunt et super eum ridebunt et dicent: ecce homo qui non posuit Deum adiutorem suum. Vedranno tutto ciò i giusti e ne avranno orrore ed insieme rideranno sovra la sua rovina e diranno: ecco quell'uomo che non ha voluto confidare in Dio, come non ne avesse bisogno.

Sed speravit in multitudine divitiarum suarum et praevaluit in vanitate sua. Ma ha sperato nelle sue molte ricchezze e si è prevaluto de' suoi vani appoggi che gli prometteano la sua felicità.

Ego autem, sicut oliva fructifera in domo Dei, speravi in misericordia Dei in aeternum et in saeculum saeculi. Ma io, come un olivo fruttifero piantato nella casa del Signore, ho riposto sempre e sempre riporrò tutta la mia confidenza nella misericordia di Dio.

Confitebor tibi in saeculum, quia fecisti; et expectabo nomen tuum, quoniam bonum est in conspectu sanctorum tuorum. Signore, io per sempre vi ringrazierò delle grazie che mi avete fatte; ed in tutte le mie tribolazioni aspetterò il soccorso dalla vostra benignità, che non lascia di soccorrere i suoi servi.




1 1. Cor. 10. 4.



2 Hebr. 10. 5.



1 2. 24.



2 Eph. 5. 32.



3 Hebr. 10. 9. et 10.



1 13. 18.



2 10. 18.



1 Matth. 16. 18.



1 2. ep. 3. 10.






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