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S. Alfonso Maria de Liguori
Traduzione de' Salmi e de' Cantici

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FERIA VI. - ALLE LAUDI

Salmo 1. Miserere mei, Deus V. p. 699.

Salmo 2. (142. del salterio.)

Davide, stando fuori di Gerusalemme scacciato da Assalonne, prende questa persecuzione come giusta pena delle sue colpe; onde esprime in questo salmo sentimenti di penitenza e di preghiere a Dio.

Domine, exaudi orationem meam; auribus percipe obsecrationem meam in veritate tua; exaudi me in tua iustitia.


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Signore, udite la mia preghiera; uditela e secondo la vostra fedele promessa esauditemi; giusta la vostra benignità, che usate coi veri penitenti, come l'intende san Giovanni Grisostomo spiegando le parole in tua iustitia.

Et non intres in iudicium cum servo tuo; quia non iustificabitur in conspectu tuo omnis vivens. E non entrate a giudicare il vostro servo; poiché non vi è tra chi vive sulla terra chi possa chiamarsi giusto alla vostra presenza.

Quia persecutus est inimicus animam meam; humiliavit in terra vitam meam. Poiché il nemico (cioè il demonio) ha perseguitata l'anima mia, sollecitandomi alle offese che vi ho fatte; e così ha umiliata la mia vita in questa terra, rendendomi vile innanzi agli occhi vostri.

Collocavit me in obscuris sicut mortuos saeculi; et anxiatus est super me spiritus meus; in me turbatum est cor meum. Mi ha collocato nelle tenebre, facendomi diventare come un uomo del secolo, che più non vede la luce per ben camminar come deve. Et anxiatus est etc., e lo spirito mio è rimasto affannato, guardando la mia miseria; e il mio cuore sta dentro di me afflitto e turbato.

Memor fui dierum antiquorum; meditatus sum in omnibus operibus tuis, et in factis manuum tuarum meditabar. Mi son ricordato de' giorni antichi ed ho considerate tutte le opere prodigiose fatte dalla vostra potente mano a nostro favore.

Expandi manus meas ad te; anima mea sicut terra sine aqua tibi. Ho stese le mani verso di voi per ottener pietà; mentre l'anima mia è divenuta come una terra arida ed inabile a servirvi, vedendosi priva dell'acqua della vostra grazia.

Velociter exaudi me, Domine; defecit spiritus meus. Presto, esauditemi, Signore, e colla vostra grazia confortatemi, poiché mi sento venir meno lo spirito.

Non avertas faciem tuam a me; et similis ero descendentibus in lacum. Non mi togliete gli occhi da sopra; altrimenti io diventerò simile a coloro che son buttati nella fossa dei morti.

Auditam fac mihi mane misericordiam tuam; quia in te speravi. Fatemi presto sentire la voce della vostra misericordia che mi abbiate perdonato; poiché in voi solo ho risposta tutta la speranza della mia salute.

Notam fac mihi viam in qua ambulem; quia ad te levavi animam meam. Fatemi conoscere la via per cui debbo camminare; mentre a voi ho sollevata l'anima mia, cioè ho proposto di staccarmi da tutti gli affetti di terra per piacere solamente a voi.

Eripe me de inimicis meis, Domine, ad te confugi; doce me facere voluntatem tuam, quia Deus meus es tu. Liberatemi da' miei nemici, o Signore: io sono ricorso a voi; deh insegnatemi a fare in tutto la vostra volontà, perché voi siete il mio Dio e perciò meritate che altro non si faccia se non quello che volete voi.

Spiritus tuus bonus deducet me in terram rectam; propter nomen tuum, Domine, vivificabis in aequitate tua. Il vostro buono spirito, cioè lo Spirito santo, mi condurrà per la terra, cioè per la retta via; io spero che per la gloria del vostro nome mi darete vigore e forza di vivere secondo la vostra giustizia, cioè di vivere da giusto; in aequitate tua, legge l'ebreo in iustitia tua.


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Educes de tribulatione animam meam; et in misericordia tua disperdes inimicos meos. Spero che libererete l'anima mia dalla tribolazione eterna: e per la vostra misericordia dissiperete i miei nemici.

Et perdes omnes qui tribulant animam meam; quoniam ego servus tuus sum. E farete perire tutti coloro che mi perseguitano, avendo mira ch'io son vostro servo.

Seguitano i salmi Deus, Deus meus, etc. e Deus misereatur etc., già spiegati alle pag. 651. e 652.

Cantico del profeta Abacuc, c. 3.

Abacuc, essendogli stato rivelato il castigo preparato al suo popolo della schiavitù in Babilonia, prega per esso e ne predice la liberazione per mezzo di Ciro re della Persia. Vogliono poi s. Girolamo, Teodoreto, Teofilatto, Ruperto, Eutimio, Giansenio gandavense, a Lapide ed altri comunemente che in questo cantico sia chiaramente figurato il genere umano che da Gesù Cristo dovea esser liberato dalla schiavitù del demonio.

Domine, audivi auditionem tuam; et timui. Signore, ho inteso quanto mi avete rivelato, e ne son rimasto atterrito.

Domine, opus tuum; in medio annorum vivifica illud. Signore, perfezionate (vivifica, cioè perfice, Du-Hamel) l'opera vostra, la liberazione da' giudei dalla cattività di Babilonia, ed accorciate per pietà il tempo del castigo; così Lallemand. Ma meglio si spiega il passo, parlando del figurato: Signore, perfezionate l'opera della redenzione umana per mezzo del messia. In medio annorum vivifica illud; fra lo spazio degli anni da voi stabilito (cum venerit plenitudo temporis, come scrive Du-Hamel) fate ch'ella abbia il suo vigore, cioè il suo effetto.

In medio annorum notum facies; cum iratus fueris, misericordiae recordaberis. In mezzo a quegli anni determinati (viene a dire, anticipando il tempo stabilito) farete palese l'opera vostra della liberazione dalla cattività babilonica, come sopra; ma nel senso mistico s'intende della redenzione: e benché adirato per li peccati degli uomini, pure vi ricorderete della vostra misericordia e non ce ne farete restar privi: Licet peccatis hominum iratus, misericordiam tuam non subtrahes, così lo stesso Du-Hamel.

Deus ab austro veniet; et Sanctus de monte Pharan. Verrà Iddio dall'austro e il Santo d'Israello dal monte Faran a liberare il suo popolo, come intende Lallemand, poiché dall'austro vennero poi Ciro e Dario (partendo dalla Persia e dalla Media, che sono al mezzogiorno) a liberare i giudei da Babilonia. Nel senso poi figurato, come sentono s. Girolamo, Teodoreto, Teofilatto ed altri presso Tirino, s'intende il verso del messia, che dovea nascere in Betlemme, che sta al mezzogiorno di Gerusalemme. Et Sanctus de monte Pharan, scrive Tirino intendersi dello Spirito santo, che discese nel monte Faran, ed infuse lo spirito di profezia a' settanta giudici del popolo ebreo1.

Operuit coelos gloria eius; et laudis eius plena est terra. La sua gloria coprì lo splendore de' cieli, e tutta la terra si riempì delle sue lodi. Ma nel senso figurato spiega Du-Hamel che il futuro messia riempirà il cielo di gloria e gli angeli lo loderanno in terra, come poi scrisse s. Luca2: Gloria in altissimis Deo.

Splendor eius ut lux erit; cornua in manibus eius. Comparirà risplendente come il sole, e le sue mani saranno armate di potenza. Può


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spiegarsi ancora che alla venuta di Ciro risplenderà la luce della libertà degli ebrei. Ed in senso figurato, che alla venuta del messia, di cui Ciro fu figura, risplenderà nel mondo la vera luce, secondo si legge in s. Giovanni c. 1: Erat lux vera, quae illuminat omnem hominem. Circa poi il restante del verso cornua in manibus eius, cornu e cornua nella Scrittura significano la fortezza; onde Tirino e Du-Hamel con s. Cipriano e s. Agostino spiegano così: tutta la sua fortezza per vincere il demonio e il mondo sarà posta nelle sue mani trafitte nella croce. S. Agostino: Quid fortius manu hac, quae mundum vicit, non ferro armata, sed ferro transfixa?

Ibi abscondita est fortitudo eius; ante faciem eius ibit mors. Ivi rinchiusa avea la sua forza; e faceasi preceder dalla morte. Ma nel senso figurato si spiega: ivi, cioè in quelle mani trafitte, sta nascosta la sua potenza; onde alla sua potenza fuggirà la morte, vinta dalla sua morte: Mors ipsa morte Christi victa est; il Du-Hamel.

Et egredietur diabolus ante pedes eius; stetit et mensus est terram. Il Signore era preceduto anche dal demonio, esecutore di sue vendette; indi vinti i nemici, divise le loro terre al suo popolo. Ma nel senso figurato: il demonio sarà pur vinto ed uscirà con la sua vergogna condotto in trionfo innanzi a' piedi di Gesù suo vincitore, che lo spoglierà del suo potere, secondo quel che dice s. Paolo: Et expolians principatus et potestates etc. Stetit et mensus est terram; Quindi Gesù vincitore, sedendo alla destra del Padre, come dice Du-Hamel, e guardando la terra, la divise a' suoi apostoli, acciocché la riempissero della luce del vangelo; così Du-Hamel: Qui sedens ad dexteram Patris, terram apostolis suis divisit, ut evangelii luce eam impleret.

Aspexit et dissolvit gentes; et contriti sunt montes saeculi. Co' suoi sguardi dissipò le genti; ed i grandi del secolo, che pareano quai monti, restaron disfatti. Ma nel senso figurato: guardò la terra e le genti, e, donando loro il lume della fede, le sciolse dal giogo del demonio; ed i principi del mondo, elevati a guisa di monti, colla venuta di Gesù Cristo sono stati umiliati e ridotti in polvere.

Incurvati sunt colles mundi; ab itineribus aeternitatis eius. Queste superbe colline del mondo sono state abbassate sotto i passi dell'eterno. Nel senso figurato: questi principi del mondo s'incurveranno dinanzi al Redentore, piegando il ginocchio per adorarlo, considerando che da lui dipende il corso de' secoli eterni: ab itineribus aeternitatis eius, legge l'ebreo itinera saeculi aeterni eius sunt.

Pro iniquitate vidi tentoria Aethiopiae, turbantur pelles terrae Madian. Ho veduto i padiglioni degli etiopi abbattuti per la loro iniquità; come anche gittate a terra le tende de' madianiti. Nel senso mistico: siccome si videro disfatte le tende degli etiopi e scompigliati i padiglioni de' madianiti per le loro iniquità contra il popolo di Dio; così quei che si opporranno al vangelo saranno puniti; Du-Hamel e Rotigni.

Numquid in fluminibus iratus es, Domine? aut in fluminibus furor tuus? vel in mari indignatio tua? Signore, non sembrò allora che voi vi adiraste co' fiumi e col mare, che impedivano il passaggio al vostro popolo?


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Qui ascendes super equos tuos; et quadrigae tuae salvatio. Ma voi salvaste il vostro popolo, liberandolo dagli egiziani con salire sovra le nuvole, come sovra cavalli che guidano un cocchio.

Suscitans suscitabis arcum tuum; iuramenta tribubus quae locutus es. Voi desterete l'arco che dormiva, cioè ripiglierete l'arco della vostra potenza, e adempirete il giuramento delle promesse fatte alle tribù d'Israello; così Alberto Ugone, Tirino, Du-Hamel e Rotigni.

Fluvios scindens terrae; viderunt te et doluerunt montes; gurges aquarum transiit. Voi tagliaste il corso del fiume Giordano, per far passare il vostro popolo; quelle acque vi videro, cioè seppero il vostro comando; ed alzandosi come monti, doluerunt, rimasero sospese come dolendosi di vedersi impedito il lor corso; e così fermandosi quelle acque, passò il vostro popolo.

Dedit abyssus vocem suam; altitudo manus suas levavit. L'abisso di quelle acque diè la sua voce, e sollevato in alto alzò le sue mani, come per implorar da voi il permesso di ritornare al suo corso.

Sol et luna steterunt in habitaculo suo; in luce sagittarum tuarum, ibunt in splendore fulgurantis hastae tuae. Voi operaste che alla voce di Giosuè, nella battaglia co' madianiti, il sole e la luna fermassero il loro corso1; e faceste camminare il suo esercito al lume de' vostri fulmini ed allo splendore della vostra asta, da cui que' fulmini scagliavansi.

In fremitu conculcabis terram; et in furore obstupefacies gentes. Collo strepito de' tuoni e de' folgori calcaste, cioè camminaste la terra; e le genti nemiche restarono stupite per lo terrore del vostro furore.

Egressus es in salutem populi tui; in salutem cum christo tuo. Usciste a salvare il vostro popolo, insieme col vostro cristo, quale fu Ciro, che venne a liberare il popolo cattivo, siccome scrisse Isaia2: Haec dicit Dominus christo meo Cyro, cuius apprehendi dexteram ut subiiciam ante faciem eius gentes. Ciro poi fu già figura di Gesù Cristo, da cui siamo stati salvati co' suoi meriti, come dicono s. Girolamo, s. Agostino ed altri.

Percussisti caput de domo impii; denudasti fundamentum eius usque ad collum. Voi percuoteste il capo della casa dell'empio, cioè il re Baldassare capo de' caldei, e l'avete in tutto sconfitto. Nel senso mistico: voi fiaccaste il demonio capo dell'empietà; denudasti fundamentum eius usque ad collum chiosa Tirino denudasti et evertisti ab imo sursum, l'avete spogliato del suo impero ed abbattuto dal basso sino alla cima, cioè in tutta la sua tirannica potenza; e così per mezzo di Gesù Cristo voi, Signore, voleste salvare il vostro popolo. Nella sesta edizione greca della volgata presso Tirino si dice così: Egressus es ut salvares populum per Iesum Christum tuum.

Maledixisti sceptris eius, capiti bellatorum eius; venientibus ut turbo ad dispergendum me. Avete maledetto il suo impero, cioè del re Baldassare, insieme col capo de' suoi soldati, che son venuti come un turbine a perderci. S'intende poi misticamente della maledizione data al demonio, che dominava sovra il genere umano, ed a' suoi compagni, che tutti macchinavano la nostra ruina.


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Exultatio eorum, sicut eius qui devorat pauperem in abscondito. La loro allegrezza era com'è quella di un empio che spoglia ed uccide un povero in luogo nascosto, ove niuno può dargli aiuto.

Viam fecisti in mari equis tuis; in luto aquarum multarum. Voi apriste la via nel mar rosso al vostro popolo, facendo camminare i loro cavalli sopra il luto del mare coperto da molte acque. Avverte poi Tirino che qui finisce il cantico, ma seguita indi a parlare il profeta.

Audivi, et conturbatus est venter meus; a voce contremuerunt labia mea. Suppone qui Lallemand che Dio avesse già predetto al profeta i patimenti che dovea soffrire il popolo prima della liberazione; onde il profeta dice: ho udita la predizione e il mio cuore si è turbato; a quel che mi avete detto le mie labbra han tremato sino a non poter esprimere parola.

Ingrediatur putredo in ossibus meis; et subter me scateat. Entri la putredine nelle mie ossa sino a scaturirne di sotto.

Ut requiescam in die tribulationis; ut ascendam ad populum accinctum nostrum. In modo ch'io mi trovi a giacer nel sepolcro nel giorno di tale tribolazione; e così mi unisca al nostro popolo, che già combatté armato contra i nemici. Ma nell'antica volgata diceasi ad populum peregrinationis meae, cioè che consideravano la presente vita come un pellegrinaggio, come la considero io.

Ficus enim non florebit: et non erit germen in vineis. Poiché nel tempo della tribolazione il fico non fiorirà e non vi sarà tralcio di vite nelle vigne. Nel senso mistico ciò può intendersi che nella desolazione degli ebrei, in pena di aver essi ucciso il lor Salvatore, non daranno più frutto di buone opere, avendo perduto il regno di Dio, che si darà al popolo cristiano, il quale darà frutti di virtù, secondo disse loro Gesù Cristo: Et ideo dico vobis, quia auferetur a vobis regnum Dei et dabitur genti facienti fructus eius1.

Mentietur opus olivae; et arva non afferent cibum. La raccolta delle olive mentirà, cioè ingannerà l'aspettazione ed i campi non produrranno frutto.

Abscindetur de ovili pecus; et non erit armentum in praesepibus. Sarà tolta la gregge dall'ovile; e non vi sarà bestiame nelle stalle. S. Agostino2 intende ciò de' giudei, che dopo la morte data a Gesù Cristo resteranno senza pastori, senza tempio e senza pascoli spirituali.

Ego autem in Domino gaudebo; et exultabo in Deo Iesu meo. Io non però mi rallegrerò nel Signore ed esulterò in Dio mio salvatore, cioè nel Dio della mia salute, come si legge nell'ebreo, secondo il Pagnini, Vatablo ed altri; ma altri leggono l'ebreo secondo i settanta: In Deo, Iesu vel salvatore meo; e così anche leggono il caldeo, il siro, s. Agostino ed altri presso il Tirino.

Deus Dominus fortitudo mea; et ponet pedes meos quasi cervorum. Iddio mio Signore è la fortezza mia; ed egli renderà i miei piedi veloci come quei de' cervi. Ciò s'intende del ritorno de' giudei liberati dalla cattività di Babilonia; e nel senso mistico s'intende del correre che faranno a Dio i gentili, liberati per Gesù Cristo dalla schiavitù dell'inferno.

Et super excelsa mea deducet


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me victor in psalmis canentem. Egli, il mio Dio, vincitor de' nemici, mi condurrà sull'eminenze del monte Sion a cantar le di lui glorie. Ed in senso spirituale, secondo s. Girolamo spiega: Egli mi condurrà in cielo a lodarlo coi salmi di lodi e di ringraziamenti.

Seguita il salmo Laudate Dominum de coelis etc. ed il cantico Benedictus etc. Vedi pag. 653. e 655.




1 Num. 11. 25.



2 2. 14.



1 Ios. 10. 13.



2 45. 1.



1 Matth. 21. 43.



2 Lib. 18. de civ. Dei c. 32.






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