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S. Alfonso Maria de Liguori
Traduzione de' Salmi e de' Cantici

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DOMENICA - A VESPRO

Salmo 1. (109. del salterio.)

Qui si parla del regno di Gesù Cristo, della sua generazione eterna e temporale, del suo sacerdozio e della sua passione. Questo salmo dee intendersi letteralmente del nostro Salvatore Gesù Cristo, mentr'egli stesso l'ha applicato a sé, come si legge in s. Matteo 22. 44., per convincere i giudei ch'esso era vero figlio di Dio; poiché fece loro questa interrogazione: Come mai Davide chiamò Cristo suo Signore (dixit Dominus Domino meo), giacché Cristo era discendente da Davide? E quindi strinse l'argomento: Si ergo David vocat eum Dominum, quomodo filius eius est? (Ibid. 45.). I giudei non opposero già che il Messia non poteva essere Signore di Davide come vero Dio, ma dicevano ch'egli non era quel Messia ossia Cristo nominato da Davide: ma noi cristiani crediamo tutti che Gesù fu il vero Messia; con che restan convinti gli ariani che negano essere stato Cristo vero figlio di Dio e vero Dio come il Padre: ma come posson negarlo, chiamandolo Davide suo Signore, quando Cristo era figlio di Davide?

Dixit Dominus Domino meo: Sede a dextris meis. Disse il Signore al mio Signore, cioè l'eterno Padre a Gesù Cristo: Siedi alla mia destra. L'ebreo legge: Dixit Iehova Adoni, cioè disse Dio al Signore, poiché Iehova è un nome che compete solo a Dio e significa quegli che è; gli ebrei non nominavano Dio per riverenza; Adoni poi significa al Signore, mentre volle Davide ivi spiegare che il Padre parlava al Figlio non solo come Dio, ma ancora come uomo; e perciò si servì della parola Adoni che competeva al messia tanto come Dio, quanto come uomo. Ma se si fosse servito, parlando a Cristo, della parola Iehova, si sarebbe inteso che gli parlava solo come a Dio, non come ad uomo. Sede a dextris meis. La parola Sede significa l'autorità suprema data a Cristo: a dextris meis, il sedere alla destra significa in luogo eguale al Padre; poiché Cristo ha lo stesso regno del Padre, non solo come Dio, ma ancora come uomo, poiché la sua santissima umanità è stata elevata a tal sede per l'unione ipostatica col Verbo, secondo quel che scrive s. Paolo1, dove vers. 11 dicesi: Iesus Christus in gloria est Dei Patris. E non si dubita che est in gloria è lo stesso che sede a dextris meis, cioè in maiestate Dei, come abbiamo anche in s. Marco2, dove, parlandosi di Gesù asceso in cielo, dicesi: Assumptus est in coelum et sedet a dextris Dei. Commenta s. Ambrogio: Audit quasi homo, sedet quasi Filius3.

Donec ponam inimicos tuos scabellum pedum tuorum. Mentre io porrò i tuoi nemici per iscabello de' tuoi piedi; s'intende: regnerai alla mia destra, anche nel tempo che soggiogherai i tuoi nemici, secondo quel che scrive s. Paolo: Oportet autem illum regnare, donec ponat omnes inimicos sub pedibus eius4. La parola donec si spiega dagli espositori mentre; tanto più che, come dice il Mattei, donec non significa sempre cose finite. E ne porta l'esempio in Isaia, che scrive, parlando


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di Dio: Ego sum, et sum donec senescatis.

Virgam virtutis tuae emittet Dominus ex Sion; dominare in medio inimicorum tuorum. Qui David parla a Cristo e gli dice: Il Signore, cioè il vostro eterno Padre farà uscire dal monte Sion ossia da Gerusalemme lo scettro della vostra potenza e del vostro regno che si spanderà per tutta la terra; siccome predisse Gesù Cristo a' suoi discepoli che doveano cominciare a promulgar la fede da Gerusalemme: Et praedicari in nomine eius... incipientibus ab Hierosolima1. Scrive il Mattei che per virgam più s. padri intendono la croce, ch'è lo scettro di Gesù Cristo, la cui fede prima si predicò in Sionne e poi passò ai gentili.

Tecum principium in die virtutis tuae in splendoribus sanctorum; ex utero ante Luciferum genui te. Questo verso è difficile in più parole che vi sono: gli espositori ne danno diverse spiegazioni; ma io per non confondere il lettore ne seguiterò una sola. Tecum principium, alcuni l'intendono pel Verbo, che ben anche è principio, secondo quelle parole di Gesù Cristo: Sicut tu, Pater, in me, et ego in te2. Ma comunemente si spiega principium per principatus, come leggono i settanta; e così l'intende Tertulliano3, scrivendo: Principium pro principatu sumitur. Seguitano le parole in die virtutis tuae, che dal Mattei coll'autorità (come dice) di più santi padri si spiegano dell'eternità, cioè ab aeterno: ma da altri molto probabilmente si spiegano pel giorno del giudizio finale, in cui dimostrerà Gesù Cristo la sua potenza sovra tutte le creature; e così spiegano s. Agostino, Teodoreto, Lallemand e molti altri. In splendoribus sanctorum, allorché l'eterno giudice sarà circondato da' santi che risplenderanno come tanti soli: Tunc iusti fulgebunt sicut sol etc.4. Seguita: ex utero ante luciferum genui te; ciò s'intende, come scrive s. Tomaso, della generazione eterna del Verbo: Io ti ho generato prima della stella lucifero, cioè prima di tutte le creature, mettendo la parte per il tutto; ex utero, cioè dalla mia sostanza, come dice s. Girolamo, ex utero, de sua natura, de sua substantia. Sicché la spiegazione di questo verso è questa: Mio figlio, allora comparirà il tuo principato sovra tutto il creato, quando sederai nel trono a giudicare il mondo in mezzo a' santi che splenderanno come soli; poiché io ti ho generato dalla mia sostanza prima delle stelle e di tutte le creature ab aeterno.

Iuravit Dominus et non poenitebit eum: Tu es sacerdos in aeternum secundum ordinem Melchisedech. Giurò il Signore, né di ciò mai si pentirà; viene a dire: stabilmente giurò e disse: Tu sei sacerdote eterno secondo l'ordine di Melchisedecco. Dice in aeternum, a differenza de' sacerdoti di Aronne che si mutavano o morivano; ma Gesù Cristo è sacerdote in eterno, perché anche in cielo egli offerisce i meriti della sua passione per la salute degli uomini finché essi vivranno su questa terra, e dopo la fine del mondo seguirà per sempre ad offerirgli in ringraziamento per parte degli uomini delle grazie loro donate da Dio: a differenza ancora de' sacrifizj dell'antica legge, ne' quali sacrificavansi animali; ma Melchisedecco sacrificò pane e vino; nel che fu figurato il sacrifizio della messa, in cui


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Gesù Cristo è il principal sacrificante.

Dominus a dextris tuis, confregit in die irae suae reges. Il Signore sarà sempre al vostro lato, e nel giorno della sua giusta vendetta egli abbatterà le potenze de' re vostri nemici. Ben avverte qui il Mattei che invece di a dextris tuis legge l'ebreo super dextera tua; onde non significa qui, come spiegano alcuni, il sedere alla destra, ma dinota che il Signore, cioè l'eterno Padre avrebbe data a Cristo la fortezza per abbattere tutti i suoi nemici.

Iudicabit in nationibus, implebit ruinas; conquassabit capita in terra multorum. Cristo giudicherà le nazioni ribelli e adempierà i castighi loro minacciati; fracasserà nella terra quelle teste superbe che si solleveranno contro di lui.

De torrente in via bibet; propterea exaltabit caput. Il Mattei insieme con Marco Marino spiega così: Egli farà scorrere il sangue de' suoi nemici come un torrente, in cui si disseterà. Ma altri spiegano così: Egli nonperò, questo Dio fatto uomo prima nella sua vita mortale berà nel torrente, cioè nella sua passione, che a guisa di un torrente di pene gli darà la morte; ma per questa morte egli eleverà il capo, poiché sarà innalzato al trono della sua gloria, come scrisse l'apostolo: Videmus Iesum propter passionem mortis gloria et honore coronatum, ut gratia Dei pro omnibus gustaret mortem1. Morte che ha recata la vita a tutti gli uomini.

Salmo 2. (110. del salterio.)

Questo salmo contiene una lode a Dio per le sue perfezioni e per i prodigj operati a favor del suo popolo.

Confitebor tibi, Domine, in toto corde meo; in consilio iustorum et congregatione. Io confesserò, Signore, le vostre glorie con tutto il mio cuore nel congresso de' giusti e nella congregazione di essi. Secondo l'ebreo in consilio significa in secreto; in congregatione dinota in synagoga; viene a dire nell'adunanza secreta di pochi e nell'unione pubblica del popolo.

Magna opera Domini; exquisita in omnes voluntates eius. Le opere del Signore sono tutte grandi, perché in tutte risplende la sua infinita sapienza e potenza; e sono tutte perfette, perché corrispondono a' suoi s. voleri.

Confessio et magnificentia opus eius; et iustitia eius manet in saeculum saeculi. Ogni sua opera è motivo a noi di lodarlo e di magnificarlo; egli fa tutto, e tutto quel che fa è sempre giusto.

Memoriam fecit mirabilium suorum misericors et miserator Dominus; escam dedit timentibus se. Il Signore, ch'è misericordioso e pietoso qual padre (secondo la frase ebrea a rispetto della parola miserator), ha lasciata la memoria de' suoi ammirabili prodigj fatti a favore del suo popolo e specialmente del cibo miracoloso (cioè della manna) che diede a' nostri padri, che avevano il dono del suo s. timore. Già si sa da tutti che questa manna fu figura dell'Eucaristia, opera la più ammirabile che lasciò in questa terra Gesù Cristo in memoria della morte sofferta per noi.

Memor erit in saeculum testamenti sui; virtutem operum suorum annuntiabit populo suo. Egli si ricorderà sempre del patto fatto col suo popolo; e ben gli farà conoscere la virtù, cioè il valore e il premio delle sue opere.

Ut det illis haereditatem gentium; opera manuum eius veritas et


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iudicium. Egli darà loro l'eredità delle genti (s'intende la terra promessa posseduta da' gentili); in somma le opere delle sue mani ci dimostrano la sua fedeltà e la sua giustizia.

Fidelia omnia mandata eius, confirmata in saeculum saeculi, facta in veritate et aequitate. Tutti i suoi precetti son fedeli, cioè tutti son retti, tutti immutabili e fatti secondo la verità e la giustizia.

Redemptionem misit populo suo; mandavit in aeternum testamentum suum. Egli ha mandata la redenzione al suo popolo, cioè il Redentore, come spiegano s. Agostino ed Eutimio, ed ha fatta con esso un'alleanza che non mai si scioglierà.

Sanctum et terribile nomen eius; initium sapientiae timor Domini. Il suo nome è santo ed è terribile; onde bisogna molto temere di violar quest'alleanza. Conserviamo dunque con cautela il timore del Signore, poiché questo è il principio della sapienza.

Intellectus bonus omnibus facientibus eum; laudatio eius manet in saeculum saeculi. Han buona intelligenza; cioè bene intendono questo timore quei che operano secondo il medesimo; chiunque pertanto conserverà questo timore sarà lodato in eterno. L'ebreo, in vece di facientibus eum, legge facientibus ea, cioè mandata; dice il Mattei che in sostanza è lo stesso, ma l'ebreo spiega meglio che non basta il timore speculativo per aver la sapienza de' santi, ma bisogna praticamente operare secondo questo timore per essere vero savio. Molti han timore di Dio, ma perché poi vivono male, sono i più ignoranti del mondo.

Salmo 3. (111. del salterio.)

In questo salmo il profeta fa il carattere del giusto e ne descrive la felicità temporale nella vita presente secondo le promesse che faceva Dio nell'antica legge. Ma noi nella legge nuova dobbiamo intenderlo della felicità spirituale che dona Iddio a' giusti in questa e nell'altra vita.

Beatus vir qui timet Dominum; in mandatis eius volet nimis. Beato l'uomo che teme il Signore; chi lo teme come deve con timore non di schiavo, ma di figlio, ripone il suo piacere in osservare i di lui precetti. Dice s. Girolamo: Iustus mandata non facit, sed vult; il giusto non ubbidisce a forza, ma vuole ubbidire, viene a dire si compiace in ubbidire.

Potens in terra erit semen eius; generatio rectorum benedicetur. La sua progenie in questa terra sarà numerosa e potente; poiché la posterità de' giusti si vedrà sempre benedetta dal Signore.

Gloria et divitiae in domo eius; et iustitia eius manet in saeculum saeculi. La sua casa godrà onori e ricchezze; e con tutti gli onori e ricchezze durerà stabilmente la sua retta vita; ed in morte non avrà pena in lasciarle, poiché il premio dovuto alla sua giustizia sarà eterno nell'altra vita.

Exortum est in tenebris lumen rectis; misericors et miserator et iustus. Ai giusti nelle tenebre delle loro afflizioni non mancherà il lume che loro verrà da Dio, il quale è misericordioso, pietoso e giusto rimuneratore de' suoi servi.

Iucundus homo qui miseretur et commodat, disponet sermones suos in iudicio; quia in aeternum non commovebitur. Beato colui (dice il Mattei che la voce iucundus nell'ebreo ben significa ancora beato) che usa misericordia co' poveri, almeno con dar loro ad imprestito ciò di che han bisogno; egli disporràbene le sue parole


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ed i suoi negozj, o sieno gli averi suoi, in iudicio, cioè con prudenza, che non mai sarà smosso dalla sua felicità.

In memoria aeterna erit iustus; ab auditione mala non timebit. Il giusto vivrà eternamente nella memoria degli uomini; e non temerà di perder la sua fama per le calunnie de' nemici.

Paratum cor eius sperare in Domino; confirmatum est cor eius; non commovebitur donec despiciat inimicos suos. Egli tiene l'animo apparecchiato a non perder mai la confidenza nel Signore; il suo cuore sta fermo, appoggiato a Dio, e non sarà mai smosso da' suoi nemici finché non li disprezzi, vedendoli abbattuti.

Dispersit, dedit pauperibus; iustitia eius manet in saeculum saeculi; cornu eius exaltabitur in gloria. Egli ha dispensate e donate le sue robe a' poveri; iustitia eius, cioè le sue opere giuste saranno sempre dinanzi agli occhi di Dio per esser in eterno premiate in cielo, e sarà esaltato in potenza e in gloria.

Peccator videbit et irascetur, dentibus suis fremet et tabescet; desiderium peccatorum peribit. Il peccatore vedrà ciò e se ne adirerà, ne fremerà di rabbia e si consumerà per dispetto e per invidia; vorrebbe togliere al giusto tal felicità, ma i desiderj de' peccatori vanno in fumo.

Salmo 4. (112. del salterio).

Il salmista qui invita i giusti a lodar Dio per la cura che ha di tutte le sue creature, anche delle più vili.

Laudate, pueri, Dominum, laudate nomen Domini. Lodate il Signore voi che siete suoi servi; lodate il suo gran nome.

Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum. Sia benedetto il suo nome da ora e per tutta l'eternità.

A solis ortu usque ad occasum laudabile nomen Domini. Dalla nascita del sole sino all'occaso merita da per tutto di esser lodato il nome del Signore.

Excelsus super omnes gentes Dominus; et super coelos gloria eius. Il Signore è il sovrano supremo di tutte le genti; la sua gloria sorpassa quella de' cieli.

Quis sicut Dominus Deus noster qui in altis habitat, et humilia respicit in coelo et in terra? Chi mai può compararsi al Signor nostro Dio che abita nell'altezza de' cieli, ma per sua bontà non isdegna di riguardare le creature più umili che sono in cielo e sulla terra?

Suscitans a terra inopem et de stercore erigens pauperem.

Ut collocet eum cum principibus, cum principibus populi sui. Egli cava il povero dalla polvere e lo solleva dal letame per collocarlo tra i principi del suo popolo.

Qui habitare facit sterilem in domo matrem filiorum laetantem. Egli è quello, che trovandosi afflitta quella sposa in sua casa per vedersi sterile senza prole, la fa diventare madre contenta di più figli. Questo verso ben si adatta a Gesù Cristo, che stando la chiesa priva di figli colla perversione de' giudei, egli colla sua redenzione l'ha fatta diventare madre di tanti fedeli.

Salmo 5. (113. del salterio.)

Nel salmo si espongono le maraviglie operate da Dio nel liberare il suo popolo dalla schiavitù d'Egitto. Si deride poi la pazzia de' gentili che invano confidavano ne' loro idoli; e si esorta il popolo fedele a confidare nel nostro vero Dio ed a perseverare in servirlo.

In exitu Israel de Aegypto; domus Iacob de populo barbaro.

Facta


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est Iudaea sanctificatio eius; Israel potestas eius. Quando Israello uscì dall'Egitto e la casa di Giacobbe fu liberata da quel barbaro popolo che l'opprimeva, allora la nazione giudea restò santificata; ed allora il Signore volle regnar solo sovra Israello.

Mare vidit et fugit; Iordanis conversus est retrorsum. Vide il mare gli ebrei assaltati dagli egizj e fuggì, cioè si ritirò per dare ad essi libero il passaggio; Iordanis etc., e il Giordano si voltò indietro, cioè le acque del fiume, in vece di scorrere, si alzarono in alto, acciocché passasse il popolo fedele1.

Montes exultaverunt ut arietes; et colles sicut agni ovium. Allora i monti per la gioia esultarono come arieti e le colline come agnelli. Altri non però spiegano questo verso dei tremuoti dei monti quando fu data la legge a Mosè. Ma più mi piace la prima spiegazione, che meglio s'accorda col verso seguente.

Quid est tibi, mare, quod fugisti? et tu Iordanis, quia conversus es retrorsum?

Montes, exultastis ut arietes; et, colles, sicut agni ovium? Mare, perché fuggisti? e tu, Giordano, perché tornasti in dietro? E voi, monti e colline, perché deste salti come arieti ed agnelli?

A facie Domini mota est terra, a facie Dei Iacob.

Qui convertit petram in stagna aquarum et rupem in fontes aquarum. Alla presenza del Signore si mosse la terra, alla presenza del Dio di Giacobbe, il quale mutò la pietra in uno stagno d'acqua e la rupe in un fonte.

Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam. Signore, date gloria, non già a noi, ma solo al vostro nome.

Super misericordia tua et veritate tua; ne quando dicant gentes: Ubi est Deus eorum? Proteggeteci per la vostra misericordia e secondo la fedeltà delle vostre promesse; acciocché gli empj non dicano poi nel caso che ci abbandonaste: E dov'è ora il lor Dio che li soccorre?

Deus autem noster in coelo; omnia quaecumque voluit fecit. Ma il nostro Dio sta nel cielo; fa che avvenga tutto ciò che vuole.

Simulacra gentium argentum et aurum; opera manuum hominum. Gl'idoli de' gentili non sono che oro ed argento, fattura delle mani degli uomini.

Os habent et non loquentur; oculos habent et non videbunt. Hanno essi la bocca, ma non parlano; hanno gli occhi e non vedono.

Aures habent et non audient; nares habent et non odorabunt. Hanno le orecchie e non odono; hanno le narici e non sentono odore.

Manus habent et non palpabunt; pedes habent et non ambulabunt; non clamabunt in gutture suo. Hanno le mani e non toccano; hanno i piedi e non camminano; hanno la gola e non posson gridare.

Similes illis fiant qui faciunt ea; et omnes qui confidunt in eis. Divengano pure simili ad essi quei che si formano tali dei colle loro mani; e tutti quei che in essi mettono la loro confidenza.

Domus Israel speravit in Domino; adiutor eorum et protector eorum est. Ma la casa d'Israello ha riposta la sua speranza nel Signore, il quale è l'unico suo appoggio e protettore.

Domus Aaron speravit in Domino,


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adiutor eorum et protector eorum est. La casa di Aronne ha sperato nel Signore, il quale la soccorre e la protegge.

Qui timent Dominum, speraverunt in Domino; adiutor eorum et protector eorum est. Quei che temono il Signore, nel Signore confidano; ed egli li tiene sotto la sua cura e protezione.

Dominus memor fuit nostri; et benedixit nobis. Il Signore si è ricordato di noi e ci ha benedetti, colmandoci di grazie.

Benedixit domui Israel, benedixit domui Aaron. Ha benedetta la casa d'Israello e la casa di Aronne.

Benedixit omnibus qui timent Dominum, pusillis cum maioribus. Ha benedetti insieme tutti coloro che lo temono, piccoli e grandi.

Adiiciat Dominus super vos, super vos et super filios vestros. Aggiunga il Signore sopra di voi e sopra de' vostri figli le sue benedizioni.

Benedicti vos a Domino, qui fecit coelum et terram. Siate benedetti voi da quel Signore che ha fatto il cielo e la terra.

Coelum coeli Domino; terram autem dedit filiis hominum. (Il cielo del cielo dinota l'empireo, come spiegano Lallemand ed altri). Il Signore ha fatto il cielo empireo per sé, cioè per regnarvi; ed ha data la terra agli uomini per abitarla e meritare ivi di giungere all'empireo.

Non mortui laudabunt te, Domine; neque omnes qui descendunt in infernum. Signore, non vi loderanno i morti né tutti quelli che discendono alla sepoltura. Viene a dire: chi non fa opere buone in vita non potrà farle dopo la morte.

Sed nos qui vivimus benedicimus Domino ex hoc nunc et usque in saeculum. Ma noi che viviamo (cioè che godiamo la vita della grazia) benediciamo il Signore al presente e speriamo di benedirlo in eterno.

Cantico della b. Vergine Maria (Luc. 1.).

In questo cantico Maria ss. loda la bontà di Dio per averla eletta a sua madre e per aver redento il mondo per mezzo di Gesù Cristo. Il cantico può dividersi in tre parti. Nella prima la s. Vergine ringrazia il Signore de' benefizj fatti a lei. Nella seconda lo loda per i benefizj fatti al popolo ebreo. Nella terra gli gloria per il benefizio fatto a tutti gli uomini d'averci dato Gesù Cristo nostro Salvatore.

Magnificat anima mea Dominum. L'anima mia magnifica il Signore, cioè predica la sua grandezza, come spiega il testo greco.

Et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo. E il mio spirito esulta di gioia in Dio mio Salvatore, come legge il testo ebreo in Iesu, e il greco in salvatore. Questa era la delizia della divina Madre, godere del gaudio nel suo Dio, e questa deve esser anche la nostra.

Quia respexit humilitatem ancillae suae; ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes. Poiché egli ha riguardata la viltà, la bassezza della sua ancella (humilitatem, legge il greco vilitatem, abiectionem). Non poteva intendere l'umilissima Maria humilitatem per la virtù dell'umiltà, perché avrebbe lodata se stessa; ma l'umiltà, dice Eutimio, non conosce se stessa: Sola inter virtutes humilitas seipsam ignorat. Ecce enim etc. Ecco perciò che da questo tempo tutte le genti e tutte l'età mi chiameranno beata. Il che ben si è verificato; mentre non vi è fra' cattolici chi non veneri con modo speciale questa gran madre di Dio.

Quia fecit mihi magna qui potens est; et sanctum nomen eius. Imperocché


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l'Onnipotente, il cui nome è santo, ha operati gran prodigj in me, facendomi vergine e madre del mio Creatore.

Et misericordia eius a progenie in progenies timentibus eum. La sua misericordia si stende da progenie in progenie sovra tutti coloro che piamente lo temono.

Fecit potentiam in brachio suo; dispersit superbos mente cordis sui. Iddio ha dimostrata la potenza del suo braccio, col quale ha disfatti i superbi, cioè i principi superbi della terra (possono intendersi anche qui gli angeli ribelli) e tutti i loro perversi consigli con cui cercavano di opprimere gl'innocenti.

Deposuit potentes de sede, et exaltavit humiles. Ha deposti questi principi potenti dai loro troni, ed ha sollevati gli umili.

Esurientes implevit bonis, et divites dimisit inanes. Ha colmati i poveri di beni, ed ha lasciati i ricchi spogliati di tutto.

Suscepit Israel puerum suum, recordatus misericordiae suae. Ha preso sotto la sua protezione Israello suo servo, cioè suo popolo eletto, ricordandosi della misericordia promessa di mandare il messia a redimerlo.

Sicut locutus est ad patres nostros; Abraham et semini eius in saecula. Siccome parlò e promise ai nostri padri, specialmente ad Abramo ed a tutti i suoi discendenti.




1 Phil. 2. 6. et seq.



2 16. 19.



3 Apol. 2. David. c. 4.



4 1. Cor. 15. 25.



1 Luc. 24. 47.



2 Io. 17. 21.



3 Adv. Hermonog. c. 19.



4 Matth. 13. 43.



1 Hebr. 11. 9.



1 Ios. 3. 13.






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