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S. Alfonso Maria de Liguori
La vera Sposa di Gesù Cristo

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IV. - Dell'assistenza alla Messa.

1. Per sentire con divozione la Messa, bisogna intendere che 'l sagrificio dell'altare è lo stesso che si fece un giorno sul Calvario; con questa differenza, che ivi si sparse realmente il sangue di Gesù Cristo, e qui si sparge solo misticamente. Se voi vi foste trovata allora nel Calvario, con qual divozione e tenerezza avreste assistito a quel gran sagrificio? Ravvivate dunque la fede, e pensate che la stessa azione d'allora si fa sull'altare; e che tal sagrificio non solo si offerisce dal sacerdote, ma da tutti gli assistenti; sicché in certo modo tutti fanno l'officio di sacerdoti nel dirsi la Messa, nella quale si applicano a noi in particolare i meriti della Passione del Salvatore.

2. In oltre bisogna sapere che per quattro fini è stato istituito il sagrificio della Messa: 1. per onorare Dio; 2. per soddisfare i nostri peccati; 3. per ringraziarlo de' benefici; e 4. per ottenere le grazie.

Ecco dunque il modo di sentire con gran frutto la Messa.

Per 1. nella Messa coll'offerta che si fa all'Eterno Padre della persona di Gesù, uomo e Dio, si a Dio un onore infinito, più che se gli fossero offerte le vite di tutti gli uomini e di tutti gli angeli.


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Per 2. coll'offerta di Gesù Cristo nella Messa si a Dio una compita soddisfazione per tutti i peccati degli uomini, e specialmente degli assistenti, a' quali viene applicato lo stesso divino sangue, con cui nel Calvario fu redento il genere umano. Sicché con ogni Messa si più soddisfazione a Dio per le nostre colpe, che con qualunque altra opera soddisfattoria. È vero non però che quantunque la Messa è di valore infinito, Dio nondimeno l'accetta in un modo finito, secondo la disposizione di chi v'assiste; e perciò giova sentire più Messe.

Per 3. nella Messa rendiamo a Dio un degno ringraziamento di tutti i benefici a noi fatti.

Per 4. in tempo della Messa possiamo ottenere tutte le grazie che desideriamo per noi e per gli altri. Noi siamo indegni di ricever grazie, ma Gesù Cristo ci ha dato il modo di farci meritevoli di ogni grazia, se la cerchiamo all'Eterno Padre in nome di lui, con offerirglielo nella Messa, poiché allora Gesù medesimo si unisce con noi a pregare. Se sapeste che, pregando voi al Signore, si unisse con voi a pregare la divina Madre con tutto il paradiso, con qual confidenza non preghereste? Or quando voi nella Messa vi applicate a domandare a Dio qualche grazia, Gesù - le cui preghiere vagliono infinitamente più che quelle del paradiso - anche prega per voi, e per voi offerisce i meriti della sua Passione.

3. È bene dunque divider la Messa in quattro parti.

Nel primo spazio, cioè dal principio sino alla fine del Vangelo, offerite quel sacrificio a Dio per onorarlo, dicendo cosi: Mio Dio, adoro la vostra maestà infinita; vorrei onorarvi come voi meritate, ma qual onore posso darvi io misera peccatrice? Vi offerisco l'onore che vi rende Gesù su questo altare.

Nel secondo spazio, che sarà dal Vangelo sino all'elevazione, offerite il sacrificio in soddisfazione de' vostri peccati, dicendo: Signore, io detesto e mi pento sopra ogni male di tutti i disgusti che vi ho dati; ed in soddisfazione di essi vi offerisco il vostro Figlio, che di nuovo si sacrifica per noi su quest'altare: e per li meriti suoi vi prego a perdonarmi e a darmi la santa perseveranza.

Nel terzo spazio che sarà dall'elevazione sino alla comunione, offerite Gesù all'Eterno Padre in ringraziamento di tutte le grazie che v'ha fatte, dicendo: Signore, io non ho come ringraziarvi: vi offerisco il sangue di Gesù Cristo in questa


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Messa ed in tutte le Messe che attualmente si celebrano nella terra.

Nel quarto spazio, che sarà dalla comunione sino alla fine, dimanderete con confidenza le grazie che vi bisognano, e specialmente il dolore de' peccati, la perseveranza e l'amor divino; e raccomanderete a Dio specialmente le sorelle del vostro monastero, i vostri parenti, i peccatori e l'anime del purgatorio.

Io già non riprovo che nella Messa diciate anche le vostre orazioni vocali, ma nello stesso tempo vorrei che non lasciaste di rendere a Dio i mentovati quattro debiti, di onore, di soddisfazione, di ringraziamento e di preghiera. E vi prego di sentir quante Messe potete. Ogni Messa, intesa nel modo che v'ho insinuato, vi frutterà un tesoro di meriti. E se vi supera qualche danaro, procurate di farne celebrar Messe nella vostra chiesa, così per vostro profitto, come ancora affinché le vostre monache abbiano il comodo di ascoltarle. Ma vi prego a non esser di quelle monache, che per l'ansia di sentir molte Messe, acclamano quei sacerdoti che precipitano le Messe, con grande strapazzo delle cerimonie e grave scandalo di chi le ascolta. Leggete ciò che sta scritto nel capo antecedente in fine del numero VII parlando degli avvertimenti alla badessa.

Circa la confessione e comunione non occorre qui aggiungere altro, perché bastantemente se n'è parlato nel capo XVIII.




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