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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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VIAGGIO ALL'ETERNITÀ

 

"Ibit homo in domum aeternitatis suae" (Eccl. 12. 5). Questa terra non è la nostra patria, ma è luogo di passaggio per andare alla casa dell'eternità. Dunque il paese ove sto, la casa ove abito, non sono né paese, né casa mia, ma un ospizio, da cui tra breve, e quando meno me l'immagino, avrò da sloggiare. La casa del mio corpo sino al giorno del giudizio finale sarà per me una fossa, e la casa dell'anima mia sarà quella dell'eternità: nel paradiso se mi salvo, o nell'inferno se mi danno. Pazzo dunque sarei, se ponessi affetto a cose, che ho da lasciare. Voglio procurarmi una buona casa, dove avrò da stare eternamente.

 

"Ibit homo in domum aeternitatis suae". Dice il Profeta1 "ibit", per darci a considerare che ciascuno anderà nell'altra vita a quella casa, ch'esso medesimo ora si elegge: "ibit", non vi sarà portato, ma egli vi anderà di sua propria volontà. La fede c'insegna che nell'altra vita vi sono già due case, una è reggia di tutte le delizie, ove sempre si gode, e questo è il paradiso; l'altra è carcere di tormenti, ove sempre si piange, e questo è l'inferno: scegli, anima mia, ove andar vuoi. Ma se vuoi il paradiso, bisogna camminar la via del paradiso; altrimenti, se cammini la via dell'inferno, all'inferno ti troverai.

Gesù mio, datemi luce, datemi forza. "Ne permittas me separari a te".2

 

"Ibit homo in domum aeternitatis suae". Dunque se mi salverò ed entrerò nella casa beata, ivi starò contento per sempre; ma se mi dannerò, ed entrerò nella casa infelice, ivi resterò a piangere per tutta


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l'eternità. Bisogna dunque, se voglio salvarmi, tener sempre avanti gli occhi l'eternità. Chi vive meditando l'eternità, non si attacca a' beni di questo mondo, e così si salva. Procurerò per tanto che l'opere mie siano passi all'eternità beata.

Mio Dio, io credo nella vita eterna. Da oggi avanti voglio vivere solo a voi: per lo passato sono vivuto a me stesso, ed ho perduto voi, bene infinito. Io non vi voglio più perdere, ma vi voglio sempre servire ed amare. Aiutatemi Gesù mio, e non mi abbandonate.

Maria madre mia, proteggetemi voi.

 




1 [14.] Forse è meglio dire l'autore ispirato «Iesus filius Sirach» che il profeta.

2 [24.] Invocazione VIII di Anima Christi, di cui non è autore sant'Ignazio di Loiola, come prova il p. DREVES, Stimmen aus Maria-Laach, V (1898) 493. Vedi anche LETURIA, Libros de Horas, Anima Christi y Ejercicios espirituales de S. Ignacio, in Archivum historicum S. I., XVII (Roma 1948) 3 ss.




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