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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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LA MORTE È CERTA

 

Oh Dio come è possibile che si trovino cristiani così pazzi, che sanno per fede di aver un giorno a morire, e che dopo la morte


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loro hanno da toccare o una eternità di gaudii o una eternità di tormenti: sanno che dal punto della loro morte dipende l'essere o per sempre beati o per sempre infelici: e non prendono tutti i mezzi per fare una buona morte!

Datemi, Signore, lagrime da piangere l'offese, che v'ho fatte. Sapeva io già che con offendervi perdeva la grazia vostra, e mi condannava alle pene eterne; lo sapeva e pure l'ho fatto. Mio Dio, mi pento di avervi disonorato, lasciando voi per li miei miseri gusti; abbiate pietà di me.

 

Se udiamo dire che sia morto di subito un uomo, che non viveva apparecchiato alla morte, lo compatiamo e diciamo: "Oimè che ne sarà della povera anima sua!" E noi perché non procuriamo di star sempre apparecchiati alla morte? Forse non può succedere a noi la stessa disgrazia di morire all'improvviso? Ma o presto o tardi, o improvvisamente o avvisatamente, o ci pensiamo o non ci pensiamo, abbiamo da trovarci un giorno stesi in un letto per render l'anima a Dio. Ci sta già destinata la forca, che sarà appunto quell'infermità, che ci ha da cacciare dal mondo; ed a questa forca ogni giorno sempre più ci accostiamo; e perché non procuriamo di unirci sempre più con Gesu-Cristo, che allora ci ha da giudicare?

Mio Redentore, spero per li meriti della vostra morte di vivere e morire in grazia vostra. V'amo, bontà infinita, e spero d'amarvi sempre in questa vita e per tutta l'eternità.

 

In ogni secolo le città ed i regni si riempiono di uomini novelli, ed i primi son gettati nelle sepolture. Quei che cento anni fa vivevano in questo regno, ora ove sono? sono all'eternità. E così, lettor mio, fra cento anni, anzi molto più presto né io, né voi viveremo più su questa terra, ma tutti saremo entrati all'eternità o felice o infelice, o salvi o dannati per sempre, poiché certamente o l'una o l'altra sorte ci ha da toccare.

Mio Dio, dunque può essere ch'io1 mi salvi, come spero; ma può essere ancora ch'io mi danni per li miei peccati. Posso dunque dannarmi, e non penso a prendere tutt'i2 mezzi per salvarmi? Signore, illuminatemi, fatemi conoscere quel che ho da fare per salvarmi, ch'io3 tutto voglio farlo coll'aiuto vostro. Io v'ho4 perduto il rispetto tante volte, o Padre mio, ma voi non avete lasciato di volermi bene. Abbomino


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con tutto l'odio i disgusti che vi ho dati, e v'amo, Dio mio, con tutta l'anima. Beneditemi, Padre mio, e non permettete ch'io5 vi perda più.

Maria madre mia, abbiate pietà di me.

 




1 [31-32.] ch'io... ch'io) che io... che io B B1 B2.

2 [33.] tutt'i) tutti i B B1 B2.

3 [34.] ch'io) che io B B1 B2.

4 [35.] v'ho) vi ho B B1 B2.

5 [2.] ch'io) che io B B1 B2.




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