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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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UN CADAVERE NELLA FOSSA

 

Considera ora, fratel mio, a che dovrà ridursi il tuo corpo, dopo che sarà gittato nella sepoltura. Prima diventerà giallo e poi nero. Dopo si farà vedere una lanugine bianca e schifosa sopra tutta la carne. Di scaturirà un marciume puzzolente, che colerà per terra. In quel marciume poi si genererà1 una gran quantità di vermi che si nutriranno delle stesse carni putrefatte. Si aggiungeranno i sorci a far pasto del corpo, altri girando da fuori, altri entrando nella bocca e altri nelle viscere. Ecco dove si ridurrà quel corpo, per cui contentare si è disgustato Dio.

No, mio Dio, non voglio disgustarvi più. Basta quanti disgusti v'ho2 dati. Datemi luce, datemi forza contra le tentazioni.

 

Indi caderanno a pezzi dal capo le guance,3 le labbra ed i capelli. Le coste saran le prime a spolparsi, e dopo le braccia e le gambe infracidite. I vermi dopo aver consumate tutte le tue carni, si consumeranno da loro stessi. Finalmente del tuo corpo altro non resterà che un fetente scheletro, il quale col tempo si dividerà, cadendo il capo dal busto, e separandosi l'ossa tra di loro. Ecco che cosa è l'uomo considerato come mortale.

Signore, abbiate di me pietà. Da quanti anni dovrei ardere nell'inferno! Io vi ho lasciato, mio Dio, ma vedo che voi non m'avete4 abbandonato. Deh perdonatemi, e non permettete ch'io5 vi lasci più; e quando sarò tentato, fate ch'io sempre a voi ricorra.


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Ecco in fine quel cavaliere, ch'era chiamato lo spasso, l'anima della conversazione, ora dov'è? Entrate nella sua casa, egli non v'abita6 più. Il suo letto si è dato ad altri, ed altri già si han7 prese e divise le sue vesti e le sue armi. Se volete vederlo, affacciatevi a quella fossa, ove lo vedrete mezzo fracido, che spaventa colla sua vista ed ammorba colla puzza. O beati voi santi, che per amore di quel Dio, che solo amaste in questa terra, sapeste mortificare i vostri corpi, ed ora le vostre ossa son venerate sugli altari, e le vostre bell'anime godono Dio da faccia a faccia, alle quali nel giorno finale si uniranno anche i vostri corpi per esser compagni nel godere, come sono stati nel patire in questa terra.

Signore, non mi affligge, anzi godo che abbiano a putrefarsi queste mie carni, per cui vi ho tanto offeso: quel che mi affligge è l'amarezza che ho data a voi, bontà infinita. Gesù mio, io v'amo,8 e vi dico con S. Caterina da Genua:9 "Amor mio, non più peccati, non più peccati".10

Maria, Madre di Dio, pregate per me.

 




1 [15.] genererà) getterà V NS: errore tipografico.

2 [21.] v'ho) vi ho B1 B2.

3 [22.] guance) guancie ND V B1 B2.

4 [30.] m'avete) mi avete B1 B2.

5 [31-32.] ch'io... ch'io) che io... che io B1 B2.

6 [2.] v'abita) vi abita B1 B2.

7 [3.] si han) si hanno B1 B2.

8 [14.] v'amo) vi amo B1 B2.

9 [15.] Genua) Genova B1 B2.

10 [15.] C. MARABOTTO-E. VERNAZZA, Vita mirabile e dottrina celeste di S. Caterina Fiesca Adorna, Padova 1743, 78: «Non più mondo! Non più peccati... O amore, mai più peccati, mai più peccati». Leggi: Genova.




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