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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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MEDITAZIONE I - DELL'AMORE DI DIO IN FARSI UOMO

 

Consideriamo l'amore immenso, che Iddio ci dimostrò in farsi uomo per ottenere a noi la salute eterna. Pecca Adamo il nostro primo padre, e ribellandosi da Dio, vien discacciato dal paradiso e condannato alla morte eterna con tutti noi suoi discendenti. Ma ecco il Figlio di Dio, che vedendo perduto l'uomo, per liberarlo dalla morte si offerisce a prendere carne umana ed a morire giustiziato in croce. Ma, Figlio, par che allora gli dicesse il Padre, pensa che in terra dovrai fare una vita umile e penosa. Dovrai nascere in una grotta fredda ed esser1 posto in una mangiatoia di bestie. Dovrai bambino fuggire in Egitto per iscampare dalle mani di Erode. Ritornato da Egitto dovrai vivere in una bottega da umil2 garzone, povero e disprezzato. Finalmente a forza di dolori dovrai3 lasciar la vita sopra una croce, svergognato ed abbandonato da tutti. Padre, non importa, risponde il Figlio, di tutto mi contento, purché si salvi l'uomo.

 

Che si direbbe mai, se un principe, avendo compassione di un verme morto, volesse diventare egli verme, e facendo un bagno del suo sangue, morisse per dar la vita al verme? Più di questo ha fatto per noi il Verbo Eterno, ch'essendo Dio ha voluto farsi verme, come noi, e morire per noi, affin di acquistarci la vita perduta della grazia divina. Vedendo egli, che con tanti doni a noi fatti non avea potuto guadagnarsi il nostro amore, che fece? si fece uomo e ci diede tutto se stesso; "Verbum caro factum est, et tradidit semetipsum pro nobis".4


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L'uomo disprezzando Dio, dice S. Fulgenzio,5 si partì da Dio: ma Iddio amando l'uomo, venne dal6 cielo a ritrovare l'uomo. E perché venne? venne, acciocché l'uomo conoscesse quanto Dio l'amava, e così almeno per gratitudine l'amasse. Anche le bestie, che ci vengono appresso, si fanno amare; e noi perché siamo così ingrati con un Dio, che scende dal cielo in terra per farsi da noi amare? Un giorno dicendosi da un sacerdote7 quelle parole della Messa: "Et Verbum caro factum est", un uomo ivi presente non fece alcun atto di riverenza; allora il demonio gli diede un grande schiaffo, dicendogli: Ah ingrato! se Dio avesse fatto per me, quanto ha fatto per te, io starei sempre colla faccia per terra a ringraziarlo.

 

Affetti e preghiere

 

O gran Figlio di Dio, voi vi siete fatt'uomo8 per farvi amare dagli uomini, ma dov'è l'amore, che gli uomini vi portano? Voi avete dato il sangue e la vita per salvare l'anime nostre, e perché poi vi siamo noi così sconoscenti, che invece d'amarvi vi disprezziamo con tanta ingratitudine? Ed ecco, Signore, io sono stato uno, che più degli altri v'ho9 maltrattato così. Ma la vostra passione è la speranza mia. Deh per quell'amore, che vi fece prendere carne umana e morire per me


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sopra la croce, perdonatemi tutte l'offese, che vi ho fatte. V'amo,10 o Verbo incarnato, v'amo mio Dio, v'amo bontà infinita; e mi pento di quanti disgusti v'ho11 dati, vorrei morirne di dolore. Datemi, Gesù mio, il vostro amore, non mi fate vivere più ingrato all'affetto, che mi avete portato. Io vi voglio sempre amare. Datemi la santa perseveranza.

 

O Maria, Madre di Dio e madre mia, impetratemi voi dal vostro Figlio la grazia d'amarlo sempre sino alla morte.

 




1 [13.] esser) essere B B1 B2.

2 [15.] umil) umile B B1 B2.

3 [16.] dovrai, om. B B1 B2.

4 [26.] Due testi raggruppati: Io., I, 14: «Verbum caro factum est»; Eph., 5, 2: «Et tradidit semetipsum pro nobis».

5 [1.] S. FULGENTIUS, De dupl. nativ. Christi, sermo 2, n. 6; PL 65, 728.

6 [6.] dal) da NS.

7 [6.] Forse da A. DE TORRES, op. cit., nov. II, rag. I; Napoli 1731, 128: «Mentre in una chiesa terminato il sacrificio della santa Messa profferiva il sacerdote: Et Verbum caro factum est, un certo giovane a queste parole non inginocchiossi. Sentite e tremate: sentì darsi uno schiaffo, e con queste parole sensibili riprendersi dal diavolo: Ah ingrato! Se Dio, siccome per te si fe' uomo, per me si fosse fatto angiolo, sceso a prender non la tua, ma la mia natura assai più della tua nobile, non solo m'inchinerei per adorarlo colla faccia per terra, ma per insino alla profondità dell'inferno. E tu, per onor del quale si è avvilito per insino a prendere questa tua carne: Verbum caro factum est, neppure lo riconosci con un inchino?» Vedi HENRICUS GRAN, Magnum speculum exemplorum, dist. 9, ex. 75; Venetiis 1648, 608: «Quidam monachus quadam vice stetit in choro cum cantaretur: Incarnatus est de Spiritu, etc. Et cum alii fratres inclinarent se, ipse stetit cum erecto collo, et se non inclinavit. Adfuit diabolus dans ei alapam dicens: O monache ingrate, quo modo sic stas erecto collo? Cur non inclinas te cum fratribus? nonne audis quod cantatur, quod Deus propter te factus est homo? Si propter me miserum tantum fecisset, ego sibi in perpetuum me inclinarem».

8 [13.] fatt'uomo) fatto uomo B B1 B2.

9 [18.] v'ho) vi ho B B1 B2.

10 [1-2.] v'amo...v'amo) vi amo... vi amo B B1 B2.

11 [3.] v'ho) vi ho B B1 B2.




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