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S. Alfonso Maria de Liguori
Via della salute

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MEDITAZIONE VIII - DELLA DIMORA DI GESÙ FANCIULLO IN EGITTO ED IN NAZARETTE1

 

Il nostro Redentore passò la prima sua fanciullezza in Egitto, menando una vita povera e disprezzata. Ivi Giuseppe e Maria eran forestieri e sconosciuti, non avendovi né parenti, né amici; onde appena si sostentavano alla giornata colle fatiche delle loro mani. Povera era la loro casa, povero il letto e povero il cibo. In questa casetta Maria slattò Gesù. Prima l'alimentava col petto, poi l'alimentava colla mano; prendeva colla mano dalla scodella un poco di pane disfatto in acqua e poi lo ponea nella sagra bocca del Figlio. In questa casa ella gli fece la prima vesticciuola; lo sciolse dalle fasce e cominciò a vestirlo. In questa casa cominciò Gesù fanciullo a dare i primi passi, ma tremando e cadendo più volte, come avviene agli altri fanciulli. Ivi cominciò a proferir le prime parole, ma balbettando. Oh meraviglia! a che si è ridotto un Dio per nostro amore! un Dio tremare e cader camminando! un Dio balbettare parlando!

 

Non dissimile fu poi la vita povera ed abbietta, che fe' Gesù ritornato da Egitto nella casa di Nazarette. Ivi fino all'età di trent'anni non fece altr'officio che di semplice garzone di bottega, obbedendo a Giuseppe ed a Maria. "Et erat subditus illis" (Luc. 2).2 Gesù andava a prendere l'acqua, Gesù apriva e serrava la bottega, Gesù scopava la casa, raccoglieva i frammenti de' legni per lo3 fuoco, e faticava tutto il giorno in aiuto di Giuseppe ne' suoi lavori. O stupore!4 un Dio che serve da garzone! un Dio che scopa la casa! un Dio che fatica e suda per dirozzare un legno! Chi? un Dio onnipotente, che con un cenno ha creato il mondo e può distruggerlo, quando vuole! Ah che un pensiero di questi dovrebbe incenerirci d'amore. Che dolce cosa poi l'osservare la divozione, con cui Gesù faceva orazione, la pazienza con cui lavorava, la prontezza con cui ubbidiva, la modestia con cui si cibava, e la dolcezza ed affabilità con cui parlava e conversava! Ah che ogni sua parola, ogni azione di Gesù era così santa, che innamorava tutti, ma specialmente Maria e Giuseppe, che sempre lo stavano osservando.


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Affetti e preghiere

 

Ah Gesù mio Salvatore, quando penso che voi, mio Dio, vi tratteneste per tanti anni per amor mio sconosciuto e disprezzato in una povera casetta, come posso desiderare diletti, onori e ricchezze di mondo? Io rinunzio a tutti questi beni, e voglio esser5 vostro compagno in questa terra, povero come voi, mortificato come voi, e come voi disprezzato; così spero di poter godere un giorno poi la vostra compagnia in paradiso. Che regni, che tesori! Voi, Gesù mio, avete da essere l'unico mio tesoro, l'unico mio bene. Mi dispiace sommamente che per lo passato ho tante volte disprezzata la vostra amicizia per soddisfare i miei capricci, me ne pento con tutto il cuore. Per l'avvenire voglio perdere prima mille volte la vita, che perdere la vostra grazia. Dio mio, non vi voglio offendere più, e vi voglio sempre amare. Datemi voi l'aiuto per esservi fedele sino alla morte.

 

Maria, voi siete il rifugio de' peccatori; voi siete la speranza mia.

 




1 [2 e 18.] Nazarette) Nazzarette B B1 B2.

2 [20.] Luc., 2, 51.

3 [22.] per lo) per il B B1 B2.

4 [23.] O stupore!) Oh stupore! B B1 B2.

5 [5.] esser) essere B B1 B2.




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