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S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

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PUNTO II

Dirà taluno, Dio m'ha usate tante misericordie per lo passato, così spero che me l'userà per l'avvenire. Ma io rispondo: E perché t'ha usate tante misericordie, per questo lo vuoi tornare ad offendere? Dunque (ti dice S. Paolo) così tu disprezzi la bontà e la pazienza di Dio? Nol sai che 'l Signore ti ha sopportato sinora; non già a fine che tu lo segui ad offendere, ma acciocché piangi il mal fatto? «An divitias


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bonitatis eius, et patientiae contemnis? Ignoras, quoniam benignitas Dei ad poenitentiam te adducit?» (Rom. 2. 4). Quando tu fidato alla divina misericordia non vuoi finirla, la finirà il Signore. «Nisi conversi fueritis, arcum suum vibrabit» (Ps. 7).1 «Mea est ultio et ego retribuam in tempore» (Deut. 32. 35). Dio aspetta ma quando giunge il tempo della vendetta, non aspetta più e castiga.

«Propterea exspectat Dominus, ut misereatur vestri» (Is. 30. 18). Dio aspetta il peccatore, acciocché si emendi: ma quando vede che quegli del tempo, che gli è dato per piangere i peccati, se ne serve per accrescerli, allora chiama lo stesso tempo a giudicarlo. «Vocavit adversum me tempus» (Thren. 1. 15). S. Gregorio:2 «Ipsum tempus ad iudicandum vertit». Sicché lo stesso tempo dato, le stesse misericordie usate serviranno per farlo castigare con più rigore e più presto abbandonare. «Curavimus Babylonem, et non est sanata, derelinquamus eam» (Ier. 51. 9). E come Dio l'abbandona? O gli manda la morte, e lo fa morire in peccato; o pure lo priva delle grazie abbondanti, e lo lascia colla sola grazia sufficiente, colla quale il peccatore potrebbe sì bene salvarsi ma non si salverà. La mente accecata, il cuore indurito, il mal abito fatto renderanno la sua salvazione moralmente impossibile; e così resterà, se non assolutamente, almeno moralmente abbandonato. «Auferam sepem eius, et erit in direptionem» (Is. 5. 5). Oh che castigo! Che segno è, quando il padrone scassa la siepe, e permette che nella vigna v'entri chi vuole, uomini e bestie? è segno che l'abbandona. Così fa Dio, quando abbandona un'anima, le toglie la siepe del timore, del rimorso di coscienza, e la lascia nelle tenebre; ed allora entreranno in quell'anima tutti i mostri de' vizi. «Posuisti tenebras, et facta est nox, in ipsa pertransibunt omnes bestiae silvae» (Ps. 103. 20). E 'l peccatore abbandonato che sarà in quell'oscurità, disprezzerà tutto, grazia di Dio, paradiso, ammonizioni, scomuniche; si burlerà della stessa sua dannazione. «Impius, cum in profundum peccatorum venerit, contemnit» (Prov. 18. 3).

Dio lo lascerà3 in questa vita senza castigarlo, ma il non castigarlo


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sarà il suo maggior castigo. «Misereamur impio, et non discet iustitiam» (Is. 26. 10). Dice S. Bernardo4 su questo testo: «Misericordiam hanc ego nolo; super omnem iram miseratio ista» (Sermo 42. in Cant.). Oh qual castigo è quando Dio lascia il peccatore in mano del suo peccato, e par che non gliene domandi più conto! «Secundum multitudinem irae suae non quaeret» (Ps. 9).5 E sembra che non sia con lui sdegnato. «Auferetur zelus meus a te, et quiescam, nec irascar amplius» (Ez. 16. 42). E par che lo lasci a conseguir tutto ciò che desidera in questa terra. «Et dimisi eos secundum desideria cordis eorum» (Ps. 80).6 Poveri peccatori, che in questa vita son prosperati! È segno che Dio aspetta a renderli vittime della sua giustizia nella vita eterna. Dimanda Geremia: «Quare via impiorum prosperatur?» (12.1).7 E poi risponde: «Congregas eos quasi gregem ad victoriam». Non v'è castigo maggiore, che quando Dio permette ad un peccatore che aggiunga peccati a peccati, secondo quel che dice Davide:8 «Appone iniquitatem super iniquitatem... deleantur de libro viventium» (Ps. 66. 28).9 Sul che dice il Bellarmino:10 «Nulla poena maior, quam cum peccatum est poena peccati». Meglio sarebbe stato per talun11 di quest'infelici, che il Signore l'avesse fatto morire dopo il primo peccato; perché, morendo appresso, avrà tanti inferni, quanti peccati ha commessi.

Affetti e preghiere

Mio Dio, in questo stato miserabile vedo già ch'ho meritato di star io, privo della vostra grazia e privo di luce; ma vedendo la luce che ora mi date, e sentendomi chiamare da Voi a penitenza, è segno che non mi avete abbandonato ancora. E giacché non mi avete abbandonato, via su, mio Signore, accrescete le vostre misericordie sopra l'anima mia, accrescete la luce, accrescetemi il desiderio di servirvi


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e d'amarvi. Mutatemi, o Dio onnipotente, e da traditore e ribelle che sono stato, fatemi un grande amante della vostra bontà, acciocché un giorno io venga in cielo a lodare in eterno le vostre misericordie. Voi dunque volete perdonarmi, ed io altro non desidero che il perdono da Voi e 'l vostro amore. Mi pento, o bontà infinita, di avervi dati tanti disgusti. V'amo, o sommo bene, perché me lo comandate; v'amo, perché ne siete ben degno. Deh, mio Redentore, per li meriti del vostro sangue fatevi amare da un peccatore, che Voi avete tanto amato, e con tanta pazienza per tanti anni sopportato. Io spero tutto dalla vostra pietà. Spero di amarvi sempre da oggi avanti sino alla morte ed in eterno. «Misericordias Domini in aeternum cantabo».12 Loderò per sempre la vostra pietà, Gesù mio.

E loderò per sempre la vostra misericordia, o Maria, che tante grazie mi ha impetrate: dalla vostra intercessione tutte le riconosco. Seguite, Signora mia, ora ad aiutarmi e ad ottenermi la santa perseveranza.




1 [4.] Ps., 7, 13.



2 [11.] S. GREGORIUS M., Homil. in Ezechielem l. 1, hom. 11, n. 25; PL 76, 916: «Misericors enim Deus tempus nobis ad poenitendum relaxat; sed cum eius gratiae patientiam nos ad augmentum vertimus culpae, hoc ipsum tempus quod ad parcendum pie disposuit districtius ad feriendum vertit, ut cum reverti quis etiam spatio temporis accepto noluerit, per hoc mala sua ad reatum augeat, per quod ea diluere potuit, si converti voluisset».



3 [32.] lascerà) lascierà NS6.



4 [2.] S. BERNARDUS, In Cantica, sermo 42, n. 4; PL 183, 989: «Misereamur impio, dicit, et non discet facere iustitiam. Misericordiam hanc ego nolo. Super omnem iram miseratio ista, sepiens mihi vias iustitiae».



5 [6.] Ps., 10, 4.



6 [10.] Ps., 80, 13.



7 [13.] Ier., 12, 3.



8 [15.] Davide) Davidde VR BR1 BR2.



9 [17.] Ps., 68, 28-29.



10 [17.] BELLARMINUS R., Explanatio in Psalmos, in Ps. LXVIII, v. 32; Lugduni 1682, 492: «Nulla est enim poena gravior, quam cum peccatum est poena peccati».



11 [19.] talun) taluno ND1 VR BR1 BR2.



12 [12.] Ps., 83, 2.






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