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S. Alfonso Maria de Liguori
Vittorie dei Martiri

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§. 43. Di s. Potino, Blandina e di altri martiri di Lione.

1. Facendo l'imperator Marco Aurelio in Germania la guerra ai Quadi e ad altri popoli, temette di veder perire di sete tutto il suo esercito; ma avendo i soldati cristiani, che stavano fra le sue truppe fatta orazione, cadde una gran pioggia che dissetò tutto l'esercito: e perché in quel tempo i nemici assalivano i romani, caddero molti fulmini, che unendosi colla grandine posero in disordine essi nemici, e gli obbligarono a darsi alla fuga. L'imperatore, riconoscendo questo miracolo essere avvenuto in virtù del Dio de' cristiani, nell'anno 174., proibì sotto pena di morte l'accusarli per causa della loro religione. Ma dopo tre anni, per il tumulto che mossero gl'idolatri, si riaccese la persecuzione contro i cristiani, in modo ch'essi non ardivano più di comparire. Ciò


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avvenne principalmente in Lione, Vienna e nei paesi vicini.

2. Ma quanto più i fedeli eran perseguitati, tanto più si videro confortati da Dio a soffrir con pazienza i maltrattamenti che riceveano dal popolo e da' magistrati. Furono essi presi e presentati al presidente, il quale cominciò a trattarli con crudeltà. Ma allora gli si fece davanti un giovane di famiglia nobile, chiamato Vezzio Epagato, il quale, essendo pieno dello spirito di Dio, gli disse con coraggio che i cristiani non erano rei di alcun delitto; onde ingiustamente venivano tribolati. Il presidente che era pagano gli dimandò che egli fosse. Rispose: Io son cristiano. E quegli ordinò che tutti i cristiani in Lione ed in Vienna fossero posti in carcere. Allora si mossero alcuni ad accusarli che nelle loro adunanze commetteano le impudicizie più esecrande, e che ivi mangiavano i bambini. Onde i magistrati posero in piedi i tormenti più atroci, acciocché i fedeli confessassero tali delitti, e abbandonassero la fede di Gesù Cristo. Fra gli altri presero a tormentare un certo diacono nomato Santo, il quale interrogato non volle dire né il suo nome, né la sua patria, ed altro non rispondea, se non : Io son cristiano. Giunsero con lamine di rame infocate a bruciargli le parti più sensitive del corpo; ma egli, quantunque il suo corpo dalla testa a' piedi fosse diventato tutto una piaga, invigorito dalla grazia si mantenne sempre forte nella fede. Stando poi il medesimo tutto rattratto ed incurvato per li tormenti sofferti, lo rimisero in prigione. Pochi giorni appresso tornarono a tormentarlo; ma la lor crudeltà operò che i secondi strazj servissero di rimedio ai primi, perché si trovò allora perfettamente sano.

3. In tal persecuzione molti disgraziatamente rinnegarono Gesù Cristo, e fra costoro vi fu una donna chiamata Bibliade. Costei fu più volte posta alla tortura, acciocché avesse palesati i delitti, di cui erano stati i cristiani accusati; ma ella ne' tormenti si ravvide, e da' dolori che in quelli soffriva argomentò quanto fossero insoffribili le pene che avrebbe dovuto patir nell'inferno, se moriva in peccato, come si trovava. E così, in vece di accusare i cristiani, rispose: E come mai è possibile che quelli i quali si astengono dall'assaggiare il sangue degli animali, vogliano poi cibarsi de' proprj figli? Ed allora Bibliade si protestò di esser cristiana, e tale voler morire, e rientrò nel consorzio degli altri martiri.

4. Viveva ancora in quel tempo il vescovo di Lione s. Potino in età di 90. anni, e stava così debole di forze, che appena potea respirare. Ma quanto era grande la sua debolezza, altrettanto era grande il suo desiderio di dar la vita per Gesù Cristo, e di unire il suo sangue a quello che vedea spargere da tante sue pecorelle. Onde quando fu condotto a braccia da' soldati davanti al presidente, e quegli l'interrogò qual fosse il Dio de' cristiani, rispose il santo: Se voi siete degno, lo conoscerete. A questa risposta gl'idolatri se gli avventarono sopra, come cani arrabbiati, co' pugni e calci; sì che avendolo poi gittato nella prigione, ivi dopo due giorni il santo vecchio spirò per gli strazj sofferti.

5. Le carceri erano piene di cristiani, ai quali si facea soffrire ogni sorta di patimenti. Ma allora si conobbe


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la differenza che vi era tra coloro che si erano apparecchiati al combattimento con una vita santa e mortificata, e gli altri che si erano rilassati in una vita tepida e molle: poiché i primi furono costanti a confessar Gesù Cristo, e stavano allegri e contenti; ma i secondi vilmente abbandonarono la fede, e poi per il rimorso di coscienza comparivano mesti e confusi, mentre si vedeano dileggiati dagli stessi gentili. Molti di quei buoni cristiani morirono nella prigione, oppressi dal fetore, dall'umidità, dalla fame e dagli altri patimenti. Altri poi furono riserbati a morire fra i tormenti. Fra costoro vi furono Maturo e Santo, che, oltre i patimenti sofferti, furono posti a richiesta del popolo idolatra a sedere in una sedia di ferro infocata; crudeltà che non poteva inventarla maggiore la stessa crudeltà de' demonj. La puzza ch'esalava delle carni bruciate de' pazienti offendeva gli stessi persecutori, i quali finalmente gli scannarono; e così quei due santi ottennero la vittoria del loro lungo martirio.

6. Di poi il popolo fece istanza che fosse giustiziato Attalo di Pergamo, ch'era da tutti conosciuto per buon cristiano. Ma udendo il presidente ch'egli era cittadino romano, lo fece rimettere in prigione per aspettarne la decisione dall'imperatore. In quel tempo trovossi anche in Lione un cristiano per nome Alessandro Medico, oriundo della Frigia, il quale, stando vicino al presidente che interrogava i fedeli, egli colla testa e cogli occhi facea loro cenni per esortarli a star forti nella fede. I pagani l'accusarono di ciò al presidente, e quegli sentendo da lui stesso ch'era cristiano, lo mandò in carcere, e nel giorno seguente lo condannò insieme con Attalo ed altri martiri alle fiere, e tutti furono finalmente poi scannati colle spade da' carnefici.

7. Indi si passò a terminare il martirio di s. Blandina, la quale merita un più distinto e disteso racconto. S. Blandina era schiava, fanciulla e di molto debole sanità, in modo che la sua padrona, ch'era buona cristiana, molto temea ch'ella non potesse resistere ai tormenti, e rinnegasse la fede. Ma Blandina non ebbe alcuno che la superasse in coraggio, ed in soffrire i tormenti, con cui fu straziata. I carnefici per un giorno intiero si affaticarono a tormentarla gli uni dopo gli altri; onde si stupivano come una fanciulla così delicata ed infermiccia potesse ancor vivere dopo tanti tormenti; poiché prima la flagellarono crudelmente, sì che le stracciarono le carni sino alle viscere, e poi l'arsero con farla anche sedere nella sedia infocata; ne' quali martori ella altro non dicea se non: Io son cristiana, e fra i cristiani s'ignora il nome di peccato. La chiusero poi dentro una rete, e la esposero ad un toro feroce, che per lungo tempo la sbalzò in aria. Alla fine fu la santa eroina scannata come una vittima, confessando gli stessi pagani di non aver mai veduta donna patireatroci supplicj con tanta costanza. I corpi di tutti questi santi martiri furono bruciati, e le loro ceneri gettate nel Rodano. La loro istoria fu poi scritta da' fedeli delle chiese di Lione e di Vienna, i quali furono testimonj, e forse ancora compagni de' loro patimenti. La fortezza di questi martiri in soffrire tormentiacerbi e crudeli con tanta costanza, fa vedere che


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le anime che da vero amano Gesù Cristo e si sono date tutte a lui, vincono colla sua grazia tutti i tormenti che possono patirsi in questa vita.




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