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S. Alfonso Maria de Liguori
Apparecchio alla Morte

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PUNTO III

Chi sta unito alla divina volontà, gode anche in questa terra una perpetua pace: «Non contristabit iustum, quidquid ei acciderit» (Prov. 12. 21). Sì, perché un'anima non può avere maggior contento che di vedere adempirsi quant'ella vuole. Chi non vuole altro se non quello che vuole Dio, ha quanto vuole, perché già quanto succede, tutto avviene per volontà di Dio. L'anime rassegnate, dice Salviano,1 se sono umiliate, questo vogliono; se patiscono povertà, vogliono esser povere; in somma vogliono tutto ciò che accade, e perciò menano una vita beata: «Humiles sunt, hoc volunt: pauperes sunt, paupertate delectantur; itaque beati dicendi sunt». Viene il freddo, il caldo, la pioggia, il vento, e chi sta unito alla volontà di Dio, dice: Io voglio questo freddo, questo caldo ecc., perché così vuole Dio. Viene quella perdita, quella persecuzione, viene l'infermità, viene la morte, e quegli dice: Io voglio esser misero, perseguitato, infermo, voglio anche morire, perché così vuole Dio. Chi riposa nella divina volontà, e si compiace di tutto ciò che fa il Signore, è come stesse2 di sopra alle nubi, vede le tempeste che sotto di quelle infuriano, ma non resta da loro né leso, né perturbato. Questa è quella pace, come dice l'Apostolo, che «exsuperat omnem sensum» (Ephes. 3. 2),3 che avanza tutte le delizie del mondo, ed è una pace stabile, che non ammette vicende: «Stultus sicut luna mutatur, sapiens in sapientia manet sicut sol» (Eccli. 27. 12).4 Lo stolto (cioè il peccatore) si muta come


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la luna, che oggi cresce e domani manca: oggi si vede ridere, domani piangere, oggi allegro e tutto mansueto, domani afflitto e furibondo; in somma si muta, come si mutano le cose prospere o avverse che gli accadono. Ma il giusto è come il sole, sempre eguale ed uniforme nella sua tranquillità, in ogni cosa che avviene; poiché la sua pace sta nell'uniformarsi alla divina volontà. «Et in terra pax hominibus bonae voluntatis» (Luc. 2. 14). S. Maria Maddalena de Pazzi5 in sentir nominare «Volontà di Dio», sentiva talmente consolarsi, che usciva fuori di sé in estasi d'amore. Nella parte inferiore non manca di farsi sentire qualche puntura delle cose avverse, ma nella superiore regnerà sempre la pace, quando la volontà sta unita a quella di Dio. «Gaudium vestrum nemo tollet a vobis» (Io. 16. 22). Ma che pazzia è quella di coloro, che ripugnano al volere di Dio! Quel che vuole Iddio, si ha senza meno da adempire. «Voluntati eius quis resistit?» (Rom. 9. 19). Onde i miseri han da soffrir già la croce, ma senza frutto, e senza pace. «Quis restitit ei, et pacem habuit(Iob. 9. 4).

E che altro vuole Dio, se non il nostro bene? «Voluntas Dei sanctificatio vestra» (1. Thess. 4. 3). Vuol vederci santi, per vederci contenti in questa vita, e beati nell'altra. Intendiamo che le croci che ci vengono da Dio, «omnia cooperantur in bonum» (Rom. 8. 28). Anche i castighi in questa vita non vengono per nostra ruina, ma affinché ci emendiamo e ci acquistiamo la beatitudine eterna. «Ad emendationem non ad perditionem nostram evenisse credamus» (Iudt. 8. 27). Iddio ci ama tanto, che non solo brama, ma è sollecito della salute di ciascuno di noi. «Deus sollicitus est mei» (Psal. 39. 18). E che mai ci negherà quel Signore, che ci ha dato il medesimo suo Figlio? «Qui proprio Filio suo non pepercit, sed pro nobis omnibus tradidit illum, quomodo non etiam cum illo omnia nobis donavit?» (Rom. 8. 32). Abbandoniamoci dunque sempre nelle mani di quel Dio, il quale sempre ha premura del nostro bene, mentre siamo in questa vita. «Omnem sollicitudinem vestram proiicientes in eum, quoniam ipsi cura est de vobis» (1. Petr. 5. 7). Pensa tu a me (disse il Signore a S. Caterina6 di


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Siena), ed io penserò sempre a te. Diciamo spesso colla sacra sposa: «Dilectus meus mihi, et ego illi» (Cant. 2. 16). L'amato mio pensa al mio bene, ed io non voglio pensare ad altro che a compiacerlo, e ad unirmi alla sua santa volontà. E non dobbiamo pregare, dicea il santo Abbate Nilo,7 che Dio faccia quel che vogliamo noi, ma che noi facciamo quel ch'egli vuole.

Chi fa sempre cosi farà una vita beata ed una morte santa. Chi muore tutto rassegnato nella divina volontà lascia agli altri una moral certezza della sua salvazione. Ma chi in vita non sarà unito al voler divino, non lo sarà neppure in morte, e non si salverà. Procuriamo dunque di renderci familiari alcuni detti della Scrittura, co' quali ci terremo sempre uniti alla volontà di Dio. «Domine, quid me vis facere8 Signore, ditemi che volete da me, che tutto voglio farlo. «Ecce ancilla Domini»:9 Ecco l'anima mia è vostra serva, comandate, e sarete ubbidito. «Tuus sum ego, salvum me fac»:10 Salvatemi, Signore, e poi fatene di me quel che vi piace; io son vostro, non sono più mio. Quando accade qualche avversità più pesante, diciamo subito: «Ita, Pater, quoniam sic fuit placitum ante te» (Matth. 11. 26). Dio mio, così è piaciuto a Voi, così sia fatto. Sopra tutto siaci cara la terza petizione del Pater noster: «Fiat voluntas tua sicut in coelo et in terra».11 Diciamola spesso con affetto e replichiamola più volte. Felici noi se viviamo e terminiamo la vita dicendo così: «Fiat, fiat voluntas tua!»

Affetti e preghiere

O Gesù mio Redentore, Voi avete consumata la vostra vita sulla croce a forza di dolori, per rendervi la causa della mia salute. Abbiate dunque pietà di me e salvatemi; e non permettete che un'anima redenta


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da Voi con tante pene e con tanto amore abbia da odiarvi eternamente nell'inferno. Voi non avete più che fare per obbligarmi ad amarvi. Ciò voleste darmi ad intendere, allorché prima di spirar sul Calvario diceste quelle amorose parole: «Consummatum est».12 Ma come io poi ho riconosciuto il vostro amore? per lo passato ben posso dire ch'io non ho avuto più che fare per disgustarvi ed obbligarvi a odiarmi. Vi ringrazio che mi avete sopportato con tanta pazienza, ed ora mi date tempo di rimediare alla mia sconoscenza, e di amarvi prima di morire. Sì, voglio amarvi, e voglio amarvi assai, mio Salvatore, mio Dio, mio amore e mio tutto; e voglio far tutto quel che piace a Voi; vi dono tutta la mia volontà, tutta la mia libertà e tutte le cose mie. Vi sagrifico da ora anche la mia vita, accettando quella morte che mi manderete, con tutte le pene e circostanze che l'accompagneranno. Unisco da ora questo mio sagrificio al gran sagrificio che Voi, Gesù mio, faceste per me della vostra vita sulla croce. Voglio morire per fare la vostra volontà. Deh per li meriti della vostra passione datemi la grazia di stare in vita sempre rassegnato alle vostre disposizioni; e quando verrà la morte, fate ch'io l'abbracci con una totale uniformità al vostro santo beneplacito. Voglio morire dicendo: «Fiat voluntas tua».

Maria madre mia, così moriste Voi; impetratemi ch'io ancora muoia così.

 

 

 

 




1 [11.] SALVIANUS, De gubernatione Dei, l. I, n. 2; PL 53, 31: «Quamlibet videantur ignorantibus esse miseri, non possunt tamen esse aliud quam beati... Humiles sunt religiosi, hoc volunt: pauperes sunt, pauperie delectantur… Itaque quidquid illud fuerit, quicumque vere religiosi sunt, beati esse dicendi sunt». CSEL 8, 6-7.



2 [21.] stesse) stasse NS7.



3 [24.] Phil., 4, 7: «Et pax Dei quae exsuperat omnem sensum».



4 [27.] Eccli., 27, 12: «Homo sanctus in sapientia manet sicut sol; nam stultus sicut» ecc.



5 [7.] PUCCINI V., Op. cit., c. 83; Venezia 1642, 152: «Era tanto, e tale l'affetto e tenerezza dell'amore che ella portava al fare la divina volontà, che solo a sentirne parlare pareva che si struggesse di gusto, e si risolvesse in giubilo di spirito; e talvolta nel solo sentirla ricordare fu rapita in estasi... A questo modo animando le sorelle diceva: Non sentite che suavità contiene questa nuda parola: Volontà di Dio?»



6 [32.] B. RAIMONDO DA CAPUA, op. cit., p. I, c. X, n. 6; Siena 1707, 100: «Alla predetta dottrina tanto considerabile un'altra assai degna d'essere notata ne aggiunse il Signore, la quale, s'io non m'inganno, si deduce da quella: poiché apparendo un'altra volta a Caterina, le disse: Figliuola, pensa a me; che se tu lo farai, io immantinente penso a te».



7 [5.] LOHNER T., op. cit., tit. 133 Spes; IV, Venetiis 1738 142, col. 2: «Hinc recte S. Nilus: Non ora, ut fiant, quae fieri velis sed potius ora, sicut didicisti, ut fiat voluntas Dei in te». Cfr. S. NILUS Ab., De oratione, c. 31; PG 79, 1174: «Ne ores tuas perfici voluntates, nec enim Dei voluntati sunt omnino consonae; sed potius ora, ut didicisti, dicens: Fiat voluntas tua in me; sicque in omni re ut fiat ipsius voluntas; vult enim quod bonum est quodque animae confert».



8 [13.] Act., 9, 6.



9 [14.] Luc., I, 36.



10 [15.] Ps., 118, 94.



11 [20.] Matth., 6, 10.

12 [4.] Ioan., 19, 30.




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