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S. Alfonso Maria de Liguori
Avvertimenti necessari...per salvarsi

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Introduzione

 

La preghiera è il mezzo col quale l'uomo si mette in comunione con Dio: gli parla e ne riceve il messaggio. Essa è la più grande, la più nobile, la più fantastica di tutte le azioni che una creatura umana pur così fragile e incerta, perfino così macchiata dalla colpa, può compiere. L'unico gesto che può mettere la creatura in faccia al Creatore. L'unico atto col quale si può giungere a fare violenza al cuore di Dio.

La preghiera è fatta di parole; ma più di silenzi, durante i quali si permette a Dio di parlare all'uomo. È fatta di gesti e di atteggiamenti; ma soprattutto di affetti e di riflessione sulla parola di Dio, quella ripetuta da secoli, quella che sta dicendo adesso e quella che annuncerà.

Si prega in tanti modi, in tutti i tempi e dovunque: nel silenzio e nella solitudine di una stanza, come in un'affollata assemblea in chiesa; nel lavoro; per strada; in ospedale; in un'aula scolastica; davanti alle meraviglie del creato e all'immensità dell'universo; nei momenti di sofferenza e in quelli di festa; la mattina; la sera; di giorno; di notte; col freddo e col caldo; col pensiero; col cuore; con le labbra; recitando formule preparate da altri o inventandone di proprie, secondo la situazione personale; visitando un santuario, guardando un'immagine sacra, fermandosi davanti all'altare, leggendo e meditando la parola di Dio o la vita di un santo. Si prega a tutte le età: da bambini, da giovani, da adulti, da anziani. Prega il povero e il ricco, il nobile e il plebeo, l'ignorante e l'istruito, l'analfabeta e lo scienziato.

Sant'Alfonso è stato uomo di preghiera perché la sua esistenza è stata, tutta, una continua comunione con Dio, dall'infanzia fino all'ultimo respiro, compresi gli anni dell'università e quelli in cui svolse l'attività di avvocato nelle aule giudiziarie di Napoli.

Egli è anche ricordato, nella storia del cattolicesimo, come il "dottore della preghiera" perché, a voce e con gli scritti, ha fatto conoscere il valore e la necessità dell'orazione; e perché ha insegnato a pregare: a generazioni di fedeli ha suggerito parole e formule, le più semplici e popolari, per colloquiare familiarmente e fiduciosamente con Dio.

Per lui tutti i momenti erano buoni per pregare, come tutti i posti dove veniva a trovarsi; tutte le attività che svolgeva; nei modi e forme più vari: visite al Santissimo Sacramento e a Maria Vergine; recita del rosario e dell'ufficio divino; celebrazione della Messa; Via Crucis; l'Ave Maria al suono dell'orologio, e all'inizio e alla fine di ogni azione; meditazione sera e mattina; esame di coscienza; gli Atti del cristiano.

Tutte le sue opere spirituali sono cosparse di preghiere, poste dopo le riflessioni sui misteri della fede, sulla vita di Cristo e di Maria, sulle "Massime eterne", sulle devozioni del cristiano: Eucaristia, Sacro Cuore, Natale, Passione del Signore.

Convinto della necessità della preghiera per raggiungere la vita eterna - convinzione basata sullo studio della parola di Dio e delle opere dei Padri della Chiesa -, ha scritto molto su di essa.

Il suo libro più conosciuto sull'argomento è Il gran mezzo della preghiera, alla fine del quale confessa: Io, avendo osservata la necessità di pregare, che impongono tutte le divine Scritture, delle quali son pieni così il Vecchio come il Nuovo Testamento, ho procurato d'introdurre nelle Missioni della nostra Congregazione, siccome si pratica da molti anni, che si faccia sempre la predica della preghiera, e dico e replico e replicherò sempre fino che ho vita, che tutta la nostra salvezza sta nel pregare; e che perciò tutti gli scrittori nei loro libri, tutti i sacri oratori nelle loro prediche, e tutti i confessori nell'amministrare il sacramento della penitenza, non dovrebbero inculcare altra cosa più di questa: pregare sempre, con sempre ammonire, esclamare, e ripetere continuamente: "Pregate, pregate, e non lasciate mai di pregare; perché se pregherete, sarà certa la vostra salvezza; ma se lascerete di pregare, sarà certa la vostra dannazione". Così dovrebbero far tutti i predicatori e direttori, poiché secondo la sentenza di qualunque Scuola Cattolica, nessuno mette in dubbio questa verità: che chi prega, ottiene le grazie e si salva; ma troppo son pochi quelli che la praticano, e per ciò tanto pochi si salvano.

All'inizio della stessa opera, nella "Introduzione necessaria a leggersi", scrive: lo ho dato alla luce diverse operette spirituali, ma io stimo di non aver fatta opera più utile di questo libretto, in cui parlo della preghiera per essere essa un mezzo necessario e sicuro, affin di ottenere la salvezza e tutte le grazie che per quella ci bisognano. lo non ho questa possibilità, ma se potessi vorrei di questo libretto stamparne tante copie quanti sono i fedeli che vivono sulla terra, e dispensarle ad ognuno, affinché ognuno intendesse la necessità che abbiamo tutti di pregare per salvarci. Dico ciò, perché vedo, da una parte, quest'assoluta necessità della preghiera, tanto per altro inculcata da tutte le sacre Scritture e da tutti i SS. Padri; ed all'incontro, vedo, che poco attendono i Cristiani a praticar questo gran mezzo della loro salvezza.

Il Gran mezzo della preghiera, la cui composizione fu iniziata nel 1756, fu consegnato all'editore napoletano Di Domenico nel 1758. Fu finito di stampare ai primi di marzo dell'anno seguente. Subito Alfonso ne mandò un esemplare allo stampatore veneziano Remondini per assicurare all'opera la massima diffusione.

Altri scritti alfonsiani sull'argomento:

Breve trattato della necessità della preghiera;

Avvertimenti necessari ad ogni persona di qualunque stato per salvarsi;

Breve pratica dell'orazione mentale, pubblicata nel 1755, come appendice alla Pratica del confessore;

altra Breve pratica dell'orazione mentale, totalmente diversa dalla precedente, fu stampata nel 1757, in appendice all'opera Istruzione e pratica per li confessori;

Istruzione per l'orazione mentale de' figlioli, forse del 1762, inviata come lettera circolare ai parroci della sua diocesi;

Ristretto del modo di fare l'orazione mentale, del 1742, che, quasi certamente, è uno dei volantini che il santo distribuiva durante le missioni.

Della necessità della preghiera, manoscritto, conservato nell'archivio Generale della C. Ss. R., a Roma..

Gli scritti che presentiamo sono molto brevi: pochi fogli, ma ben densi di insegnamenti; costituiscono quasi un condensato di tutto ciò che un cristiano deve sapere e fare circa la preghiera.

Il Breve trattato della necessità della preghiera, della sua efficacia e delle condizioni con cui deve esser fatta fu stampato, la prima volta, a Napoli, nel 1757.

Gli Avvertimenti necessari ad ogni persona di qualunque stato per salvarsi, apparvero in quattro paginette, in appendice all'opera Vittorie dei martiri, stampata a Napoli nel 1775. Anche in essi si trova la celebre sentenza alfonsiana: Chi prega si salva, chi non prega si danna; che dimostra la sicurezza dottrinale dell'autore in materia di preghiera.

Come conclusione, ricordiamo tre preghiere di sant'Alfonso: una per ottenere la perseveranza finale; una per ottenere la grazia di pregare sempre; l'altra, da recitarsi ogni giorno, per ottenere le grazie necessarie alla salvezza eterna.

p. Ezio Marcelli

in S. ALFONSO DE LIGUORI

Necessità della preghiera

Avvertimenti necessari

Regole per ben vivere…

Edit. Bettinelli - Verona 1993, pp. 5-10

 




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