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Sant'Alfonso Maria de Liguori Brani apologetici inediti IntraText CT - Lettura del testo |
Introduzione
(in margine alla Breve dissertazione – Cf opera n. 27)
Verso il termine della primavera del 1756, a 60 anni, sant'Alfonso, che per quanto gli era consentito alle falde del Vesuvio, seguiva il movimento della cultura teologica europea (1), diede a luce un volumetto intitolato "Breve dissertazione contro gli errori de' moderni increduli generalmente oggidì nominati materialisti e deisti " (Napoli-Alessio Pellecchia, 1756, pp. 133 in-12).
Allarmato dalla colluvie di libercoli perniciosi, che importati alla chetichella circolavano in numero crescente nella capitale del Regno, propagandosi sin nei paesi di provincia, intervenne nella questione con queste pagine di apologetica spicciola, basata sugli studi poderosi dei domenicani Moniglia e Concina, del gesuita Tertre, dello scolopio Vestrini, dell'abate Genovesi, di Lorenzo Magalotti, ecc. (2).
Divise l'opera in due parti: nella I in 3 capitoli confutava i falsi sistemi del processo infinito delle cause, della materia eterna e del "mostruoso" panteismo di Spinoza (1633-1677); nella II in 5 capitoli, dimostrata la verità della religione cristiana rivelata e la divinità della Bibbia, respingeva gli attacchi contro la spiritualità ed immortalità dell'anima ed illustrava l'eternità del premio e della pena nella vita futura.
Il 7 luglio 1756 notificava al tipografo-editore G. Remondini: "Ultimamente ho dato un altro libretto alle stampe contro gl'increduli moderni, cioè materialisti e deisti, raccogliendo in breve ciò che hanno detto gli autori, e molti autori a lungo e in molti volumi: il che mi ha costato una gran fatica. Questi libretti poi ce l'invierò, acciocché li veda e faccia quel che meglio stima. Se le parerà bene di stamparli e farli correre per tutta l'ltalia, bene" (3).
In realtà il compendio in un dettato limpido era prezioso, sotto l'aspetto pastorale, particolarmente tra le file giovanili del clero.
L'autore nell'ansia missionaria di divulgare l'opuscolo quasi diga di fronte alle teorie filosofiche di Hobbes (1588-1679), Locke (1633-1704), Leibnitz (1646-1716), Berkeley (1685-1753), Wolff (1679-1754), Voltaire (m. 1778), ecc., fece pervenire un esemplare persino al Papa Benedetto XIV, che gradì l'omaggio, trovandolo "adattato ai correnti bisogni" (4). L'incredulità che attraverso gli illuministi tedeschi e francesi stava diventando ogni giorno più aggressiva suscitava serie preoccupazioni nei dicasteri romani e nelle curie vescovili. La letteratura cattolica mobilitata si arricchì di parecchi trattati polemici: sant'Alfonso vi contribuì col solito suo stile popolare, spoglio di speculazioni troppo sottili (5).
Remondini, esaminato il lavoro, non scartò l'idea di una ristampa: difatti sottopose la dissertazione ai superiori legittimi per essere autorizzato ad imprimerla. L'Inquisitore del S. Officio di Venezia P. Giov. Paolo Zapparella gli accordò la licenza il 14 settembre 1757; il camaldolese P. Angelo Calogerà come pubblico revisore della Repubblica esibì il 16 dello stesso mese il proprio parere favorevole (6). All'oscuro delle intenzioni dell'editore veneto sant'Alfonso gli riscriveva il 5 giugno 1758: "Quest' altro libretto poi contro i materialisti e deisti non lo disprezzi: è piccolo, ma è tutto sugo; e così più giova, perché più facilmente si legge; ed ha avuto l'approvazione da uomini grandi" (7). Gliene riparlava con discrezione il 5 agosto (8) e il 10 incalzava pregandolo " anon lasciare di stampare il libro contro i materialisti e deisti, perché qui è stato molto applaudito, e poche copie me ne sono restate. Per queste aggiunte che mando, bisogna che il compositore e il revisore stiano attenti per mettere le cose dove vanno; e tanto più che sono scritte con carattere molto minuto per isparambiar molta spesa di porto " (9).
Le aggiunte, come risulta dal contesto, riguardavano propriamente il libro della "Istruzione e pratica per i confessori ", uscito in 3 volumi l'anno seguente. E' possibile che vi era qualche pezzo relativo alla "Breve dissertazione". L'autore per abitudine s'industriava di migliorare le successive ristampe, specie remondiniane, per cui è lecito supporre che abbia ritoccato l'operetta.
Sono state rintracciate recentemente due pagine autografe, che avrebbero dovuto sostituire un tratto della predetta Dissertazione, precisamente la pag. 117 dell'edizione napoletana del 1756. I due fogli settecenteschi in-4 sono stati acquistati dal R.P.A. Christ, rettore della casa redentorista di Francoforte, presso l'antiquariato di J.A. Stargardt in Marburg an der Lahn (Germania). Il sig. Stargardt li aveva a sua volta comprati, come pare, da un altro antiquario, avendoli casualmente scovati in un catalogo italiano (10).
Ad una rapida analisi appare evidente che il documento è incompleto: manca la continuazione, né sappiamo dove stia. Riteniamo poi che il manoscritto sia una bozza: le citazioni bibliche dell'ultima parte sono appena accennate. L'autore le avrà sviluppate nel mandare l'aggiunta a Remondini. Non possediamo però questa redazione più limata. Propendiamo inoltre ad ammettere che si tratti di una bozza in via di elaborazione dal fatto che nel 1838 giaceva nelle mani del Postulatore generale P. Mautone, come consta dalla dichiarazione di autenticità. Nel periodo della canonizzazione del santo (1839) egli donò il manoscritto quale reliquia, come praticò per parecchi altri autografi che si conservavano a Pagani. Dall'Italia, dopo altre emigrazioni, i due fogli sono arrivati in Germania. (*, ** nel testo)
Non ostante le premure dell'autore, Remondini non s'indusse a ristampare la "Breve dissertazione". Ignoriamo i motivi precisi; ed è questo uno dei pochissimi scritti alfonsiani non riediti a Venezia.
Nel 1761-62 sant'Alfonso con l'intento di fare l'Opera omnia delle proprie pubblicazioni ascetiche ritornò sopra la Dissertazione per inserirvela, benché di contenuto strettamente teologico. Disegnava di collocarla come "opera II" nel III tomo della collezione (11).
Nella revisione s'impegnò più a fondo, apportandovi correzioni e aggiunte, di cui alcune assai notevoli, come si constata nel volumetto giacente nel Museo Civico di Bassano del Grappa in prov. di Vicenza (126. D. 15). Il Santo si servì di una copia dell'edizione napoletana del 1756; cominciò a correggere da p. 5, depennando l'aggettivo "dotto" dato prima all'abate Genovesi. (*** nel testo)
Altre piccole aggiunte si riscontrano alle pp. 102, 109, 110, 112, 114.
Facciamo subito osservare che in questa revisione definitiva il Santo lasciò la pag. 117 inalterata come nel 1756. In un ripensamento posteriore omise la sostituzione ideata o con lettera a noi non pervenuta rammentò a Remondini l'aggiunta mandatagli in antecedenza?
L'editore veneto era propenso nel 1763 a ristampare la "Breve dissertazione" ricorretta, per cui si munì dell'approvazione ecclesiastica e civile. L'Inquisitore del S. Officio di Vicenza P. Pio Raimondo Petrelli in data del 23 aprile segnalò "avendo ricevuto il libretto del R.P.D. Alfonso Liguori intitolato: Breve dissertazione, ecc. non v'ò ritrovato cos’alcuna contra la Religione Cattolica". Il pubblico revisore Dott. Giacomo Rebellini da parte sua rilevò il 19 maggio: " Attesto io infrascritto di aver veduto ed approvato quanto a' Principi e buoni costumi il libro stampato con alcune Aggiunte e Correzioni manoscritte, che ha per titolo: Breve dissertazione contra gli errori de' moderni increduli materialisti e deisti del R.P.D. Alfonso de Liguori ", ecc.(12).
Nel Registro dei mandati di licenza per le stampe (1759-1768) venne regolarmente segnato il permesso accordato (13).
Ma il libro anche questa volta non uscì (14).
E' quindi errata la notizia, fornita dal Catalogo manoscritto, che nella II parte, compilata nel 1789 o poco dopo, pone nel 1763 come riprodotta la "Breve dissertazione" (15).
E' stata una svista: Remondini in quell'anno curò la ristampa di un altro opuscolo alfonsiano, dal titolo: "Verità della fede fatta evidente per li contrassegni della sua credibilità", pubblicata nel 1762 a Napoli nella tipografia di G. di Domenico (16).
Dopo il 1764 sant'Alfonso non insistette più sulla ristampa della "Breve dissertazione": nel 1765 progettò di stendere un'opera più completa sopra l'identico argomento. Il 29 dicembre annunziava a Remondini: "Io sto componendo un libro contro l'eresie moderne di ateisti e deisti, perché questi sono gli errori che oggidì vanno in giro. I calvinisti d'Inghilterra e i giansenisti di Francia oggi non sono più né giansenisti né calvinisti, ma ateisti e deisti, e continuamente mandano fuori libri impestati di questa materia; ed in Napoli si cercano e si leggono, anche dalle donne, e ne avviene una gran ruina d'anime. Di questa materia io ne feci già un piccolo compendio, ma ora sto facendo un'opera compita, la quale spero riuscirà di gran gloria di Dio " (17).
La trattazione apparve a Napoli nel 1767 "Verità della fede contro i materialisti che negano l'esistenza di Dio, i deisti che negano la religione rivelata ed i settari che negano la Chiesa cattolica essere la vera". Venne giudicata dai competenti un capolavoro del genere. Remondini la ristampò nello stesso anno e nel 1778 lanciò sul mercato una III edizione. Naturalmente il meglio della "Breve dissertazione " fu assorbita da questa opera più matura.
* * *
La "Breve dissertazione", non ristampata nel Settecento come bramava l'autore, ebbe invece fortuna nell'Ottocento. M. De Meulemeester ha classificato 9 edizioni italiane (18) ed altrettante in lingue diverse: 5 in francese, 2 in tedesco, 1 in olandese ed 1 in latino (traduz. Walter, Roma 1903) (19). Nel complesso il libretto ebbe secondo i dati del bibliografo belga 19 edizioni, inclusa quella del 1756.
Il totale va corretto in 27 edizioni per le altre 8 che gli sono sfuggite. Forse anche questa cifra è approssimativa: sospettiamo che ricerche più sistematiche e approfondite possano accrescerla ulteriormente.
Soggiungiamo uno specchietto, indicando da un lato le ristampe italiane rintracciate da De Meulemeester e dall'altro quelle scoperte recentemente.
1825. Torino (Marietti)
1831. Monza (Corbetta)
1832. Torino (Marietti)
1832. Venezia (Antonelli)
1848. Torino (Marietti)
1857. Torino (Marietti)
1871. Napoli (Uffizio libri ascet.)
1872. Torino (Marietti)
1875. Torino (Marietti)
1819. Napoli (De Bonis)
1827. Venezia (G. Gnoato)
1834. Venezia (Antonelli)
1834. Monza (Corbetta, ed. II)
1836 (?). Ancona (Aureli)
1838. Napoli (Gabinetto letterario)
1857. Napoli (G. Nobile)
1887. Torino (Marietti)
Tutte le 17 ristampe del testo originale come pure le 9 del testo tradotto ripetono l'edizione napoletana del 1756. Le correzioni preparate diligentemente da sant'Alfonso sono intanto restate inedite nel Museo Civico di Bassano. Attendono con i 2 fogli di Colonia la generosa iniziativa di un editore, che riproduca la "Breve dissertazione" nel testo più corretto ed ampliato nel 1762 dall'autore.
Una ristampa moderna, magari aggiornata, oltre a documentare la solerte attività del Dottore zelantissimo, riuscirebbe operante anche dal lato critico, mostrandoci con prove concrete una maniera di pensare e discutere nel '700: Si potrebbe per tal via conoscere quali valori positivi siano sopravvissuti dopo sì acute e sterminate polemiche e misurare i progressi raggiunti dalla verità, che è immutabile come il sole.
Né è da trascurarsi l'utilità di una simile lettura da parte del popolo, che oggi come ieri è insidiato, su per giù, dagli stessi errori deistici e materialistici del sec. XVIII. Accade sovente che le teorie cambino i termini espressivi, ma nel fondo la falsità permanga identica sia pure rivestita di colori più vistosi. L'errore è sempre mutevole come la luna: nomi nuovi, errori vecchi.
Oreste Gregorio in Spicilegium Historicum 13 (1965), pp. 85-97
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(1) Nella Introduzione della "Breve dissertazione" sant'Alfonso attento alle pubblicazioni transalpine dichiara che dei libri intinti di materialismo e deismo stampati in quegli anni nell' Olanda non gli era "pervenuta ancora notizia".
(2) V. MONIGLIA (1686-l767), Dissertazione contro i materialisti ed altri increduli, 2 volumi in-8, Padova 1750; D. CONCINA (1687-1756), Della religione rivelata contro gli ateisti, deisti, materialisti e indifferenti, 2 tomi in-4, Venezia 1754; R. TERTRE (1677-1762), Trattenimenti sovra la religione, Napoli 1749 (trad. Brunasso dal francese); B VESTRINI (1715-1786). Lettere teologiche, 4 volumetti, Venezia 1749-50; A. GENOVESI (1712-1769), Elementa metaphysicae, Neapoli 1756, ed. II; L. MAGALOTTI (1637-1712), Lettere familiari contro l'ateismo, Venezia 1741.
(3) S.-ALFONSO Lettere, III, 34-35.
(4) Ibid., 35.
(5) A proposito di S. Alfonso apologeta vedi l'interessante studio del P. V. TOGLIA in S. Alfonso de Liguori. Contributi bio-bibliografici, Brescia-Morcelliana, 1940, 183 ss.
(6) Arch. di stato di Venezia, Riformatori dello studio di Padova, Filza 313, n. 178.
(7) S. ALFONSO, Lettere, III, 68.
(8) Ibid., 76.
(9) Ibid., 77-78. Isparambiar, dialettismo, per risparmiare.
(10) L'originale è presso l'archivio provinciale redentorista di Colonia (Germania). Siamo riconoscenti al rev. P. Christ che si è benignato di far recapitare nitide fotocopie del medesimo al nostro archivio generale romano.
(11) Cfr Introduzione generale alle Opere ascetiche di S. Alfonso, Roma 1960, 23 ss.; 55 ss.
(12) Arch. di stato di Venezia, Riformatori dello studio di Padova, Filza 315, n. 894.
(13) Ibid., Filza 341, fol. 168.
(14) O. GREGORIO, Vicende bicentenarie di una dissertazione apologetica di sant'Alfonso, in Divinitas, I (Roma 1957) 174 ss.
(15) Arch. di stato di Venezia, Riform. dello studio di Padova, Filza 351: Catalogo generale o sia raccolta di tutti i libri attualmente in commercio che sono stati stampati in Venezia ed in tutto lo Stato dalli librari e stampatori sì veneti che della terra ferma.
(16) O. GREGORIO, Un errore bicentenario in un libro di S. Alfonso, in Divinitas, III (Roma 1959) 171 ss.
(17) S. ALFONSO, Lettere, III, 273.
(18) M. DE MEULEMEESTER, Bibliographie générale des Ecrivains de la Congr. du Très Saint-Rédempteur, I, Louvain I933, 86.
(19) Ibid., 335.