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Anima che sospira il Paradiso.
Io mi moro per desio
Di vederti, o mio Gesù;
Già m'annoia, o mio bel Dio,
Il più vivere quaggiù.
Star lontan da Te, mio caro,
È un tormento così amaro,
Ch'io soffrir nol posso più.
Vivo qui da Te diviso,
Ma a Te fido e sempre grido1,
Paradiso, Paradiso.
Vedo già ch'è fumo e pena
Quanto il mondo all'uomo dà;
Tutto è inganno e tutto è scena,
Che tra breve finirà.
Qual sia poi l'affanno mio,
Ch'ognor posso perder Dio,
Chi sa amarlo ben lo sa.
Dunque a Te rivolgo il viso,
Te sol miro, a Te sospiro,
Paradiso, Paradiso.
Tu puoi darmi quanto vuoi,
Non m'inganni, o mondo, no.
Va, dispensa i beni tuoi
A chi stolto li cercò.
Pompe vane, o rei piaceri,
Non sperate ch'io vi speri.
Ch'altro Ben m'innamorò.
Spero in Ciel d'esser assiso:
Questo bramo e questo chiamo,
Paradiso, Paradiso.
Patria bella, ov'all'Amore
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In mercede amor si dà,
Ov'il tuo sì bel Signore
Senza vel mirar si fa;
Di venire un giorno anch'io
Ad amare in te il mio Dio,
Quando dato mi sarà?
L'alma mia tra gioia e riso2
Quando, quando, va gridando,
Paradiso, Paradiso.
1 [9.] «Ma a Te fido, sempre grido» («Op. Spir.» 1769, Firenze; 1784,
Bassano).
2 [38.] «Alma mia, confida e in riso» (Sarn. «Consid. su l'Incarn.» 1740).
«L'alma mia tra pianto e riso»
(«Op. Spir.» 1758, Di Domenico, Ed. XI; 1759, Ed. XI, Gessari; 1760, Paci).
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