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Sant'Alfonso Maria de Liguori
Confessore diretto…campagna

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Confessore diretto per le confessioni della gente di campagna

Approccio alla lettura

Scheda

Edizioni contemporanee a S. Alfonso

1764, Benevento, Pignatelli, in 12°, pp. 455

1764, Venezia, Remondini, in 12°, pp. 455.

1773, Bassano, Remondini, in 12°, pp.553.

1775, Bassano, Remondini, in 16°, pp.503

1785, Bassano, Remondini, in 12°, pp.503

È una edizione abbreviata dell'Istruzione e Pratica per i preti di campagna, troppo poveri per comprare i grossi volumi, e che non hanno bisogno di una scienza teologica tanto estesa quanto i loro confratelli applicati al ministero delle anime nei grandi centri.

Un libro di questo genere Il Confessore di Terre e Villaggi, di Giuseppe Jorio, era apparso verso quest'epoca, ma S. Alfonso lo trovava troppo succinto e insufficiente per i confessori. "Il mio - scriveva a Remondini il 26 agosto 1763 - non racchiude solamente ciò che riguarda la pratica del confessore, io vi ho dato un riassunto e in lingua volgare i dettagli sufficienti su tutti i punti della morale. Il mio opuscolo è breve ma colui che lo possiede può confessare perfettamente nei villaggi ed è per questo scopo che io l'ho composto per l'utilità della mia diocesi."

Il libro apparve per la prima volta a Benevento, presso Pignatelli, accompagnato dall'imprimatur dell'arcivescovo di questa città.

S. Alfonso scelse questo editore perché a Napoli aveva incontrato un censore poco benevolo, "un certo revisore curioso e per verità poco intendente di Morale", (lettera del 24 ott- 1763 a Remondini), che gli opponeva molti cavilli. Allora si indirizzò a un tipografo di Benevento (a quel tempo ducato pontificio nel regno di Napoli e quindi esente dalle noie regaliste del governo napoletano). Il tipografo non era quindi soggetto al controllo fastidioso, anzi ricevette da parte del censore arcivescovile, il Padre Lubrani S.J., una lusingante approvazione: "Questo libro irreprensibile sotto il rapporto della fede e dei costumi è in tutto degno della pietà e della scienza dell'illustre autore. E’ un’Epitome della sua teologia morale, teologia di cui il papa Benedetto XIV ha fatto il più grande elogio".

L’espediente però non rassicurò completamente il Santo. Quando il suo libro apparve a Benevento, scrisse al P. Ferrara, il 27 febbraio 1764: "Il mio nuovo opuscolo è finito e rivestito di tutte le approvazioni volute. Io però mi tengo in guardia e non voglio introdurlo a Napoli, tantomeno lo diffondo qui per il momento, ho le mie ragioni per questo".

Nel frattempo, forse, il censore napoletano diventava più condiscendente, se S. Alfonso, scrivendo a Remondini, che pubblicò il libro nel 1764, gli raccomandava di mettere anche l'approvazione del censore reale di Napoli, per timore che la vendita fosse proibita nel regno. La stampa a Bassano era terminata verso la fine di maggio; il Santo, pur rallegrandosi molto nel vedere il suo lavoro diffuso tra il grande pubblico, nondimeno si lamenta col suo editore favorito per il prezzo troppo elevato: 34 grani per volume, mentre egli si apprestava a venderli per 18 grani o al massimo per due carlini, (lettera 21 maggio 1764).

Alle prime edizioni del Confessore diretto si trova annessa la Risposta Apologetica circa l'uso dell'opinione egualmente probabile (Cfr. opera n. 62).

 

 

P. Maurice De Meulemeester

Bibliographie générale des écrivains rédemptoristes,

Louvain 1933, pp. 122-123

 




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